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Indy Lights – Malukas, doppietta a Gateway e torna al comando

L’Indy Lights Series lo scorso weekend è stata di scena a Gatway per l’unico appuntamento (doppio) su ovale della stagione.

Dalle due prove sul circuito di Madison, Illinois, è uscito trionfatore David Malukas, vincitore di entrambe le gare, che ha cosí riportato in carreggiata, dopo i mezzi passi falsi di metà stagione (Detroit, ma soprattutto il problema in gara 1 a Road America), la propria stagione, riportandosi nuovamente in testa alla classifica.

Il particolare format per il doubleheader comprendeva in un’unica sessione di qualifica sui due giri che avrebbe definito la griglia per entrambe le gare, in funzione delle classifiche delle singole tornate.

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Erano i due major contender, Malukas e Kyle Kirkwood, che andavano a dividersi la prima fila in entrambe le gare, con il chicagoano in pole in gara 1 e viceversa.

La prima gara non ha sostanzialmente avuto storia per la vittoria: Malukas si è involato allo start e Kirkwood le ha provate tutte nelle prime due tornate per avvicinarsi, col risultato però di perdere la seconda piazza a favore di Linus Lundqvist.

Il consumo anomalo delle gomme Cooper sul lato destro provocava però preoccupazioni e, dopo alcune avvisaglie sulle IL-15 di altri piloti, proprio Lundqvist terminava anzitempo la propria gara a muro a 16 giri dalla prevista bandiera a scacchi. La direzione gara pertanto la chiudeva anticipatamente al lap 66, con Malukas vincitore davanti a Kirkwood e Benjamin Pedersen.

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Per gara 2 la direzione gara optava per 70 giri totali rispetto ai 75 previsti, suddivisi in due manches di 35 separate da una red flag con cambio gomme obbligatorio sul lato destro. Le vetture partivano inoltre con metà del serbatoio, sempre per affaticare meno possibile le coperture.

Al pronti via Kirkwood manteneva la leadership sul trio dell’HMD composto da Malukas, Pedersen e Lundqvist; quest’ultimo aveva subito la meglio su Danial Frost, che aveva conquistato la terza piazzola in qualifica.

La gara procedeva senza intoppi fino alla pausa programmata; al restart, iniziava lo show di Malukas, che insidiava Kirkwood affiancandolo per due giri prima che l’alfiere dell’Andretti Autosport cedesse definitivamente la leadership.

Nonostante le cautele, la gara veniva neutralizzata al lap 57 per prevenire ulteriori problemi di gomme, dopo e veniva chiusa anticipatamente, sancendo lo status quo precedente in classifica.

In classifica generale, ora Malukas conduce con 3 punti di vantaggio su Kirkwood e 59 su Lundqvist, in attesa del doppio doubleheader ad Ovest che inizierà l’11 settembre prossimo a Portland per poi proseguire a Laguna Seca la settimana successiva fino al gran finale di Mid-Ohio dei primi di ottobre.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo di Gara 1

L’ordine di arrivo di Gara 2

Foto: Indy Lights

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IndyCar – Newgarden vince a Gateway su O’Ward. Palou ancora ko

Josef Newgarden torna alla vittoria a Gateway dopo le ultime due gare sfortunate di Nashville ed Indianapolis e si rilancia nuovamente per il titolo IndyCar.

L’ovale corto di St.Louis in generale è risultato il tracciato più favorevole al Team Penske, che dopo la pole position conquistata nel pomeriggio locale da Will Power, ha portato, aldilà del secondo successo stagionale del due volte campione, tre delle quattro macchine del Captain nella top five. Fa eccezione l’ormai quasi certo transfuga Simon Pagenaud, ottavo dopo una lunga rimonta a causa di un contatto nelle prime fasi di gara proprio col vincitore odierno.

I primi giri sono stati un vero e proprio calvario, iniziato da un incidente fra Graham Rahal e Ed Jones; a seguire sono stati un Ed Carpenter in odore di pensionamento e Daltol Kellett ad impedire la corsa libera. Quindi ancora infine il già citato contatto fratricida fra Newgarden e Pagenaud per la quarta piazza.

In questo modo se ne andava il 10% dei 260 giri previsti – un’eternità – ma davanti Colton Herta aveva già in mente di vendicarsi delle recento sfortune e metteva assieme una consistente gara di testa che però ancora una volta si infrangeva al lap 186.

Fino a quel momento la gara aveva già perso il capoclassifica Alex Palou, vittima dell’irruenza di Rinus VeeKay, che nel contatto col catalano includeva per sovrapprezzo anche Scott Dixon. Anche Alexander Rossi non riusciva a concretizzare ancora una volta una buona occasione finendo pur’egli a muro a 59 giri dal termine.

Ad approfittare di tutto ciò Pato O’Ward, risalito dalla quinta alla seconda posizione per merito delle altrui disgrazie.

Lo shooutout finale poi non produceva variazioni sostanziali nell’ordine di arrivo, con Newgarden che va a precedere il nuovo capoclassifica, Power e McLaughlin. P5 per il sempre coriaceo Sebastien Bourdais, risalito dalla 18ma piazzola nonchè abile a tenersi dietro un mastino come Takuma Sato, a riprova che la classe, quando aiutata dal mezzo, c’è sempre.

Da segnalare anche la 14ma posizione ad un giro di Romain Grosjean, al suo debutto sugli ovali.

Pato O’Ward a tre gare dal termine conduce con 435 punti contro i 425 di Palou ed i 413 di Newgarden. La serie tornerà il 12 settembre a Portland per chiudere con un finale serrato ad Ovest con tre gare in altrettanti weekend.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche

L’ordine di arrivo

Foto: IndyCar

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IndyCar – A Gateway, nuova penalità per Palou. Iowa ritorna nel 2022

Alex Palou è reduce dalla gara peggiore della sua fin qui eccellente stagione nell’IndyCar Series, col 27mo posto del Big Machine Spiked Coolers GP di sabato scorso a seguito della rottura del suo motore Honda.

Dopo aver già scontato 6 posizioni in griglia a Nashville, l’attuale capoclassifica, che mantiene appena 21 lunghezze di vantaggio su Pato O’Ward, primo degli inseguitori, ne sconterà altrettante sull’ovale di Gateway, sede della quart’ultima prova stagionale.

A contendersi l’ultima gara su ovale del 2021 anche Romain Grosjean, alla prima esperienza in gara su ovale dopo i test di due settimane fa, Tony Kanaan, sulla DW12-Honda lasciata libera da Jimmie Johnson, e Ed Carpenter, cui farà spazio Conor Daly, il quale a sua volta si accomoderà presso il Carlin al posto di Max Chilton.

L’azione in pista sull’ovale corto di St.Louis sarà circoscritta alla giornata di sabato, e comprenderà un unico turno di libere alle 1.15 PM ET prima delle qualifiche delle 6.00 PM ET e della gara, ancora una volta sotto la luce artificiale, delle 8.00 PM ET. Nel programma anche l’Indy Lights dopo un lungo stop per l’unica gara su ovale della serie.

L’anno prossimo tornerà invece in calendario l’ovale dell’Iowa Speedway, addirittura con un doubleheader, le cui date sono già state definite nel 23 e 24 luglio 2022. La serie ha corso a Newton a partire dal 2007, con l’eccezione dello scorso anno per i noti problemi sanitari.

E proprio questi problemi stanno tornando parzialmente in auge in vista della triplice trasferta a Ovest che andrà a chiudere la serie. Gli organizzatori del GP di Long Beach, in programma dal 24 al 26 settembre prossimi, hanno infatti reso noto poco fa che la città ha imposto nuovi protocolli anti COVID che prevedono l’uso delle mascherine sia all’aperto che al chiuso, nonchè prova dell’avvenuta vaccinazione ovvero test negativo entro le 72 ore prima di entrare nell’area del circuito cittadino.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Power torna master di Indianapolis. Palou, motore ko

Will Power torna alla vittoria nell’infield di Indianapolis, dodicesimo appuntamento dell’IndyCar Series 2021.

L’australiano, vero padrone del circuito dell’Indiana, infila la sua quinta vittoria di sempre sul tracciato ricavato all’interno dello Speedway che gli vale anche la quinta posizione nella classifica all-time con 40 successi.

Al via era scattato bene dalla pole Pato O’Ward, ma l’undercut di Power alla prima sosta pagava immediatamente, lasciando peraltro l’alfiere dell’Arrow McLaren SP in difficoltà con le gomme primary, a cedere il passo anche a Colton Herta e Romain Grosjan, che seguivano da presso.

Power ha poi condotto con un vantaggio non sostanzioso ma costante durante per il resto della gara, fino al lap 67 di 85, allorquando il motore Honda del leader in classifica Alex Palou, in quel momento comodamente quarto, esalava l’ultimo respiro, provocando la prima Full Course Yellow della corsa.

Al restart, a ranghi nuovamente compatti, Romain Grosjean era abile ad avere la meglio su Herta ed innescava un duello ravvicinato con Power, che però resisteva sino al traguardo, anche nonostante un nuovo ricompattamento al giro 77 per il contatto fra Scott McLaughlin ed il vincitore del primo appuntamento stagionale dell’Indy GP, Rinus VeeKay.

Niente da fare nemmeno questa volta quindi per Grosjean, che si può consolare con un altro secondo posto sulla pista dell’Indiana. A completare la top five Alexander Rossi, al miglior piazzamento stagionale, e O’Ward, che grazie ai risultati di Palou e di Scott Dixon, risalito sino alla 17ma posizione dalla 26ma di partenza, torna al secondo posto in classifica generale, a 21 punti dal leader – che peraltro nel prossimo appuntamento sconterà nuovamente sei posizioni in meno in griglia – e 13 lunghezze di vantaggio sul campione in carica a quattro gare dalla fine.

In P4 Josef Newgarden, che limita i danni, anche un po’ con le cattive (ne sa qualcosa Takuma Sato, buttao fuori nel finale) con l’ottavo posto finale proprio davanti a Marcus Ericsson, che lo insegue in classifica generale.

Solo dodicesimo alla fine il deb Christian Lundgaard, che ha comunque ben impressionato nel primo stint a gomme morbide, salvo scivolare nelle posizioni di rincalzo dopo le prime due soste, complice anche lo scarso rendimento della black.

E’ durata infine solo 12 tornate la gara di RC Enerson con la vettura del Top Gun Racing, pure al debutto, per un problema meccanico.

L’IndyCar Series tornerà già nel prossimo fine settimana con l’ultima gara su ovale della stagione a Gateway sabato 21 agosto.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IndyCar

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IndyCar – O’Ward si rilancia ad Indianapolis. Lundgaard, esordio in seconda fila

Pato O’Ward si rilancia nella corsa al titolo IndyCar conquistando la pole position per il Big Machine Spiked Coolers Grand Prix, la seconda gara del 2021 nell’infield di Indianapolis.

Il messicano dell’Arrow McLaren SP, terzo in graduatoria, ha superato di soli 67 decimillesimi col tempo di 1.10.7147 un inviperito Will Power, che lo ha accusato di blocking, per la sua terza pole stagionale dopo quelle di St.Petersburg e Detroit.

Ma la sensazione delle qualifiche, che si sono insolitamente svolte su due soli turni, è la seconda fila del deb Christian Lundgaard, al fianco di Romain Grosjean.

Il giovane svedese, one-off sulla terza vettura del Rahal Letterman Lanigan, dopo il terzo tempo nell’unica sessione di libere, ha infatti esaltato la platea col quarto tempo nella fast twelve, precedendo nientemeno che il quasi trionfatore di Nashville, Colton Herta ed il capoclassifica Alex Palou.

Problemi nelle libere per il californiano, che si è fermato in pista col motore ko, ma peggio ancora è andata a Josef Newgarden, che partirà solamente dalla 14ma piazzola dopo l’ottavo posto nella Fast Twelve a causa della penalizzazione per aver utilizzato un quinto motore Chevrolet dopo l’ultima gara.

Penalità sul campo invece per Felix Rosenqvist, reo di non aver rallentato in regime di bandiere gialle per il testacoda di Scott Dixon nel finale del primo turno. Il driver svedese partirà solo 20mo, col campione in carica addirittura 26mo, subito dietro a RC Enerson con la debuttante vettura del Top Gun Racing.

Lo start della gara alle 12.45 PM ET odierne; collegamento di DAZN a partire dalle 18.30.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Qualifiche

Foto: IndyCar

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IndyCar – In 28 ad Indianapolis, compreso Lundgaard, nel weekend NASCAR

Lo scorso anno le restrizioni del COVID hanno imposto una revision totale della schedule dell’IndyCar Series, con l’inserimento, tra le alter cose, di un ulteriore doubleheader, l’Harvest GP, tenutosi a metà agosto nell’infield dell’Indianapolis Motor Speedway.

Questo evento è stato poi ripreso anche nel calendario 2021, e come noto si terrà, in formato di gara singola, il prossimo sabato 14 agosto, col nome di Big Machine Spiked Coolers Grand Prix.

Iscritte alla gara, che sarà in coabitazione nientemeno che con la seguitissima NASCAR, il cui evento clou, la Verizon 200 at the Brickyard, si terrà il giorno dopo, domenica 15, la bellezza di 28 vetture, una in più del recente evento di Nashville.

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A rinfoltire ulteriormente il parco partenti, come già riportato su queste pagine, la DW12-Chevy del Top Gun Racing, che tenterà di prendere il via della sua prima gara IndyCar dopo il bump nella Indy 500, ancora con RC Enerson.

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Ulteriore novità, pure preannunciata qui, la presenza di Christian Lundgaard sulla terza vetture del Rahal Letterman Lanigan. Il 20enne danese, membro della Alpine Academy e protagonista della F2 con l’ART Grand Prix, ha ringraziato i suoi sponsor ed il brand francese “per avergli permesso di vivere quest’esperienza unica”.

In realtà il promettente Lundgaard dopo oltre due anni nella serie cadetta dove fin qui ha ottenuto due vittorie e sei podi in 38 gare, si sta già guardando intorno per non rimanere bloccato per troppo tempo dietro Esteban Ocon e Fernando Alonso e la serie a stele e strisce potrebbe essere un ottimo sbocco per la sua carriera.

Restando in tema mercato, sono due dei tre piloti francesi a tenere banco. In primis Romain Grosjean, ambitissimo da tante squadre, Andretti Autosport, ancorchè l’ingaggio dell’ex-F1 non sian propriamente a buon mercato, e Simon Pagenaud. Dovesse l’ex-campione 2016, nonchè trionfatore della Indy 500 di due anni or sono cambiare casacca, pare che la destinazione più probabile possa essere il Meyer Shank Racing.

Oltre alle periodiche illazioni su Nico Hulkenberg, un altro ex-F1 potrebbe seriamente fare capolino nel 2022: si tratta di Alexander Albon, che dovrebbe essere presente nel paddock dell’IMS nel weekend come spettatore interessato.

Le ostilità in pista ad Indianapolis inizieranno venerdí 13 agosto alle 3.00 PM ET con l’unico turno di libere. A seguire, alle 7.00 PM, le qualifiche, mentre la gara partirà alle 12.45 PM ET di sabato 14 agosto. Qualifiche e gara, rispettivamente all’una di notte e alle 18.30 di sabato, come sempre in diretta a pagamento su DAZN.

Piero Lonardo

L’entry list del Big Machine Spiked Coolers GP

Foto: IndyCar, Top Gun Racing

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IndyCar – Herta domina a Nashville ma vince Ericsson

Una gara interminabile quella inaugurale dell’IndyCar a Nashville, il Music City Grand Prix. 80 giri che sono sembrati il doppio, con un Colton Herta nettamente il più veloce del lotto per tutto il weekend, ma penalizzato dalla frammentazione della gara, con 9 Full Course Yellow e 2 red flag, e costretto ad una incredibile rincorsa fino a 6 giri dal termine per lasciare la vittoria al “passista” Marcus Ericsson.

Si sapeva che il nuovo cittadino avrebbe causato problemi, stanti sia la novità che la larghezza ridotta di alcune porzioni di pista, ma era difficile immaginare già nelle prime fasi di gara alcuni errori così macroscopici ed evitabili come quelli commessi dallo stesso Ericsson, protagonista di un tamponamento da “distrazione al semaforo” ai danni dell’incolpevole Sebastien Bourdais al lap 4 ed il pile-up di una dozzina di vetture propiziato dal sorpasso, avvenuto prima della green flag, al lap 20 da parte di Will Power nei confronti del teammate Simon Pagenaud.

Incredibilmente, Ericsson, graziato dalle continue neutralizzazioni, dopo un sacrosanto Stop&Go riusciva a farsi largo dalle retrovie sino a conquistare la leadership al giro 32, nonostante le vane proteste del giovane californiano, che dopo la prima sosta si ritrovava quarto dietro anche a Ryan Hunter-Reay e James Hinchcliffe.

Da quel momento in poi per Herta è stato un inanellare di giri veloci e sorpassi al limite della fisica, fino a riportarsi alle spalle del serafico svedese, che, va detto, ci ha messo del suo per evitare un ricongiungimento precoce. Purtroppo per Herta però, l’errore era dietro l’angolo e si è concretizzato nelle gomme a protezione di curva 4, già teatro di svariate uscite durante il weekend.

Onore quindi ad Ericsson, alla sua seconda vittoria nella serie, che si ripropone ora addirittura nella lotta per il titolo, quinto a 79 lunghezze dal compagno di squadra Alex Palou, oggi settimo.

Dietro Ericsson, l’inossidabile Scott Dixon, che guadagna da questa gara anche il secondo posto generale in classifica a -42 dal leader, mentre il podio viene completato da James Hinchcliffe, tornato per una volta quello dell’SPM che, parentesi, da oggi è posseduto al 75% dalla McLaren, a riprova del coinvolgimento sempre piú serrato di Zak Brown nella serie a stelle e strisce.

Limita i danni Josef Newgarden, partito male sulle black dopo l’errore in qualifica, che con una decima posizione è comunque il migliore al traguardo del Team Penske, mentre la menzione d’onore odierna va a Ed Jones, sesto dopo una gara tutta d’attacco.

Tra i grandi delusi c’è posto sicuramente anche per Alexander Rossi. Guardaspalle di Herta nelle prime fasi di gara, si è perso dopo la seconda sosta fino ad arrivare 17mo dietro Romain Grosjean. Il pilota francese è stato anche uno dei tre leader totali della gara,ma è stato penalizzato nel finale per il contatto fra connazionali che ha chiuso la gara di Pagenaud. Malino anche Pato O’Ward, 13mo, pure gravato da un paio di penalità, ma questa volta mai nel vivo dell’azione.

E’ tutto per oggi. L’IndyCar Series tornerà già il prossimo weekend, sabato 14 agosto, con la seconda gara stagionale dall’infield di Indianapolis

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto:IndyCar

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IndyCar – Herta incontenibile a Nashville, 6a pole!

Colton Herta è sembrato subito a proprio agio sul cittadino di Nashville, sede dell’undicesimo appuntamento dell’IndyCar Series 2021.

Il giovane rampollo del team Andretti, dopo aver dominato ieri la prima sessione di libere, si è ripetuto stamane nel secondo turno ed infine nelle qualifiche del pomeriggio, conquistando la sua sesta pole position nella serie.

La nuova venue cittadina è sicuramente insidiosa, e anche grandi campioni come Alexander Rossi e Scott Dixon hanno saggiato nella mattinata vie di fuga, muretti e protezioni, ma il crash più importante è avvenuto nella Fast Twelve, allorquando Josef Newgarden, ha sbattuto forte a muro a poco più di 30” dal termine della sessione.

L’enfant du pays, autore delle ultime tre pole position, e che fino a quel momento deteneva la sesta piazza, perdeva il miglior giro e veniva classificato 12mo, promuovendo Romain Grosjean. L’incidente di Newgarden peraltro penalizzava indirettamente anche Pato O’Ward, il quale rallentava dopo aver visto estrarre dai commissari le bandiere gialle, perdendo cosí l’opportunità di avanzare tra i primi sei.

La Fast Six vedeva un Herta scatenato inanellare giri sempre più veloci fino al definitivo 1.13.6385. L’esperto Scott Dixon nel finale gli si avvicinava – si fa per dire – a 6 decimi, scalzando il leader e teammate Alex Palou, che comunque dovrà partire nono, stante la penalizzazione per aver cambiato il quinto motore Honda.

Seconda fila quindi per Alexander Rossi e Felix Rosenqvist, terza per Grosjean e per il primo degli esclusi dalla Fast Six, Jack Harvey.

Delusione totale per il Team Penske, che vede Simon Pagenaud il migliore dei suoi in P7, con Will Power undicesimo e Scott McLaughlin addirittura 23mo in griglia dopo un contatto a muro. Subito out invece Jimmie Johnson nel giro di riscaldamento del primo turno, mentre anche Rinus VeeKay, che ben si stava comportando nel secondo gruppo, pagava una “lisciata” a muro che lo lasciava appena 22mo.

Lo start del Music City GP domani alle 5.00 PM ET, corrispondenti alle 23 italiane, visibile a pagamento su DAZN.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

Foto: IndyCar

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IndyCar – Herta al top nelle prime libere di Nashville

L’IndyCar Series ritorna in pista in forma ufficiale e al suo meglio nella nuova venue di Nashville. Il cittadino, caratterizzato dal doppio rettilineo formato dal ponte sul Cumberland River, ha ricevuto pareri favorevoli da team e piloti, ancorchè gravato dagli inevitabili “bumps”.

Nelle prime libere è stato Colton Herta a primeggiare col tempo di 1.16.5875, a scalzare nei minuti finali il campione in carica Scott Dixon di quasi 4 decimi. P3 per Romain Grosjean, fresco del test sull’ovale di Gateway, a precedere a sua volta Alexander Rossi, sempre in cerca di un’affermazione parziale in questo sfortunato 2021.

L’ottima prestazione del Team Ganassi e dei motori Honda, che occupano le prime sei posizioni, si completa con Marcus Ericsson ed Alex Palou. Per il leader in classifica peró è prevista una penalità di 6 posizioni in griglia per aver installato un nuovo motore nei recenti test di Portland.

La penalizzazione, rara nella serie, è prevista allorquando viene installato il quinto propulsore in luogo dei quattro previsti nell’arco del campionato, e comporterà anche il fatto che la vettura non potrà guadagnare punti per il trofeo dei costruttori, che al momento vede Honda in largo vantaggio su Chevy con 863 punti contro 790.

Tornando ai responsi della pista, due le interruzioni per altrettanti incidenti, entrambi senza conseguenze per i piloti, protagonisti Pato O’Ward, in carambola sul ponte nelle fasi iniziali della sessione, e Conor Daly, largo all’uscita della chicane seguente il ponte a pochi minuti dal termine. Alla sessione non ha partecipato Dalton Kellett, fermato ai box per problemi elettrici.

Oggi libere 2 e qualifiche, rispettivamente alle 1.00 PM ET e alle 4.30 PM ET. Queste ultime saranno visibili a pagamento su DAZN a partire dalle 22.30 italiane.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

Foto:IndyCar

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IndyCar – Nasce lo Juncos Hollinger Racing!

La nuova era IndyCar gestita da Roger Penske inizia a dare i suoi frutti, e Ricardo Juncos si appresta a ritornare ai nastri di partenza della serie con la nuova denominazione Juncos Hollinger Racing.

Sarà Brad Hollinger, ex-azionista Williams F1, a dare nuova linfa alla squadra del vulcanico manager argentino, protagonista fin qui soprattutto nelle serie propedeutiche della Road to Indy, in un’operazione simile a quella condotta tre anni fa da Michael Shank con Jim Meyer. L’obiettivo consiste in una partecipazione full-time nel 2022, anticipata dalle ultime tre gare della stagione in corso.

I due si sono frequentati sin dalla Indy 500 del 2017, la prima del Team Juncos, ed il rapporto si è consolidato negli anni successivi fino all’annuncio odierno.

“Esco da poco dal mondo della Formula Uno, che ha un’audience internazionale, ma che al tempo stesso vede una partecipazione limitata negli Stati Uniti – ha commentato Hollinger - La mia visione dell’IndyCar Series, alla luce della limitata esposizione della F1, è che esistono significative opportunità di crescita, e queste premesse mi hanno spinto a cercare una squadra con una combinazione di acume ingegneristico, una cultura dell’eccellenza e un record di successi.”

“Con la giusta infusione di fondi per ottenere il migliore equipaggiamento e talento, lo Juncos è un team destinato ad essere competitivo nell’IndyCar Series. In più – ha terminato Hollinger - la serie è nata in America e possiede già un significativo bacino di spettatori ma anche ulteriori enormi potenzialità di crescita. Le gare sono competitive ed eccitanti e creano un’esperienza visiva che può attrarre sia marchi nazionali che internazionali. In più, mai come ora, tutti i maggiori network televisivi stanno cercando eventi sportivi live.”

L’opportunità è stata resa possibile anche grazie alla garanzia di stabilità implicita nel nuovo management dell’IMS e della serie a cura di Roger Penske.

Attendiamo quindi di rivedere i colori del team Juncos in pista a partire dal 12 settembre prossimo a Portland. La monoposto sarà spinta da un motore Chevrolet ed il pilota designato (anche se potrebbero alternarsene diversi nei due restanti round di Laguna Seca e Long Beach) sarà reso noto a breve.

Ricordiamo che il team Juncos ha disputato fin qui 16 gare nell’IndyCar Series tra il 2017 ed il 2019, comprese quattro apparizioni totali alla Indy 500, la più famosa delle quali sicuramente quella del 2019, culminata con la clamorosa esclusione di Fernando Alonso ad opera di Kyle Kaiser, mentre nelle serie propedeutiche ha conquistato due titoli Indy Lights e ben cinque campionati Indy Pro 2000/Pro Mazda nel corso di 12 stagioni.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar