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IndyCar – Milwaukee, Race 2: Power spreca, Palou impreca e vince McLaughlin

La seconda gara del doubleheader al Milwaukee Mile poteva essere un game changer per Will Power dopo il guasto di natura elettrica che ha bloccato Alex Palou sin dall’uscita box, invece il pilota di Penske ha rovinato tutto da solo con un testacoda al lap 131.

Power concluderà decimo, rosicchiando altre 10 lunghezze al campione in carica, ma questa sa di occasione persa per la corsa al terzo titolo IndyCar, in attesa del finale di Nashville fra due settimane. A guadagnarne Scott McLaughlin, al terzo successo stagionale in volata su Scott Dixon.

La gara aveva perso immediatamente il polesitter Josef Newgarden a causa di un contatto innescato da Linus Lundqvist su Marcus Armstrong, pur’egli subito ko. La lista dei ritiri comprende complessivamente ben dieci piloti, compresi due degli eroi di ieri: Pato O’Ward, tradito dal cambio, e Conor Daly, anch’egli vittima di non meglio precisati problemi tecnici.

Cosí alle spalle dei due battistrada terminano Colton Herta, quest’oggi aiutato dalla strategia del boy Andretti, e Santino Ferrucci, due quarti posti di fila per lo scugnizzo del Connecticut.

Palou, dopo il penultimo ostacolo, conduce ora con 525 punti contro i 492 di Power ed i 475 di McLaughlin, ancora in lizza solo matematicamente.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

L’ordine di arrivo della Race 2

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IndyCar – O’Ward torna alla vittoria a Milwaukee. Daly, podio eroico dietro Power che accorcia su Palou

Pato O’Ward non poteva lanciare messaggio migliore a chi in settimana aveva dubitato della sua popolarità, vincendo la prima gara del doubleheader di Milwaukee, terz’ultimo atto dell’IndyCar Series 2024.

Il messicanino, finito al centro delle polemiche per le parole del CEO IndyCar Mark Miles, seguenti all’annuncio di una gara NASCAR a Città del Messico a partire dal prossimo anno, è presto risalito dalla sesta posizione di partenza, andando a prendere il comando una prima volta al lap 68.

Davanti erano Scott McLaughlin e Linus Lundqvist a menare le danze, mentre dalle retrovie un Conor Daly in forma smagliante dopo poche tornate dell’ovale corto di West Allis era già nelle posizioni centrali dopo essere partito dalla 25ma piazzola. Lo svedese di Ganassi però pagava un pit imperfetto, lasciando di nuovo spazio al polesitter.

Dopo aver preso il comando a metà gara, O’Ward, grazie alla strategia di Arrow McLaren e grazie ad un paio di fortunate coincidenze nella forma prima del contatto fra Josef Newgarden e Marcus Ericsson, ma soprattutto della ruota anteriore sinistra mal fissata sulla monoposto di Colton Herta, si trovava col pallino della gara in mano a poco più di 50 tornate dalla bandiera a scacchi.

L’ennesimo errore del box Andretti lasciava infatti Will Power, che aveva ereditato il comando dopo il pit della McLaren #5, Daly e Lundqvist con l’onere dell’ultima sosta in regime di Caution.

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Power e Daly risalivano di forza fino al podio, il primo di sempre per il Juncos Hollinger, con l’australiano che provava anche ad impensierire O’Ward, senza successo, mentre Alex Palou, autore di una gara attenta, chiudeva al quinto posto dietro Santino Ferrucci.

In classifica generale, Power ora si è portato a 43 lunghezze da Palou, mentre Herta, terzo nell’ordine è ormai anch’egli tagliato fuori per la lotta al titolo a due gare dalla fine.

Nella serata italiana gara 2 da Milwaukee alle 2.50 PM ET, le 20.50 italiane. Diretta tv sui canali Sky ed in streaming su IndyCar Live.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series, Juncos Hollinger Racing

L’ordine di arrivo della Race 1

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IndyCar – McLaughlin lancia il guanto di sfida a Milwaukee

Nel weekend la succosa anteprima del finale IndyCar al Milwaukee Mile con un doubleheader. Le qualifiche appena concluse sull’ovale corto di West Allis, che ritorna in calendario dopo 9 anni, hanno visto primeggiare Scott McLaughlin e Josef Newgarden, al top con le migliori prestazioni nei due giri cronometrati con 162.341 e 160.983 mph rispettivamente.

Newgarden dovrà però scontare 9 posizioni in griglia in gara 1 per la sostituzione del quinto motore, lasciando la DW12-Chevy #3 ugualmente al palo anche domani. Le penalità colpiranno anche Christian Rasmussen, il quale chiuderà la stagione per l’Ed Carpenter Racing e Conor Daly, per il cambio avvenuto dopo le libere, che hanno visto sempre Newgarden davanti su Scott Dixon e Pato O’Ward.

Sempre -9 posizioni in griglia inoltre per Nolan Siegel, Marcus Armstrong, Christian Lundgaard e Pietro Fittipaldi, in questo caso per aver cambiato propulsore dopo la gara di Portland. Peccato soprattutto per il giovane del Team Ganassi, che vanifica cosí la settima prestazione ottenuta in qualifica.

Continuando a scorrere la griglia, si prosegue con David Malukas, Alexander Rossi, Linus Lundqvist, Will Power e Pato O’Ward, che monopolizzano le prime tre file dello schieramento di entrambe le griglie.

Più indietro, P13 e P10 rispettivamente, per il leader Alex Palou, che dovrà dimostrare di vincere il suo terzo titolo su ovale tra Milwaukee e Nashville, che chiuderà la serie 2024 fra due settimane.

Lo start di gara 1 alle 5.40 PM ET, le 23.40 italiane. Diretta tv sui canali Sky e in streaming su IndyCar Live.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

I risultati delle Libere

I risultati delle Qualifiche della Race 1

I risultati delle Qualifiche della Race 2

Power

IndyCar – Power domina a Portland e accorcia su Palou

Che differenza per Will Power il finale di Portland rispetto alla settimana scorsa! Il due volte campione ha condotto la gara dall’inizio alla fine, passando il polesitter Santino Ferrucci in curva 1 senza più voltarsi indietro. Il capolista Alex Palou che gli è terminato alle spalle non ha potuto nulla nonostante tentativi del box Ganassi di variare leggermente la strategia di entrata ai box in una gara non rallentata da caution.

L’unica neutralizzazione per il contatto in partenza da parte di Pietro Fittipaldi, poi penalizzato, che ha tolto dalla competizione, e dalla lotta per il titolo, Scott Dixon, prima ancora spintonato da Kyle Kirkwood, al contrario non sanzionato.

Power, gestendo opportunamente i pneumatici, ha poi condotto in porto una gara senza sbavature, resistendo all’unico attacco del campione in carica, propiziato dal povero Fittipaldi, doppiato e a gomme fredde, oggi protagonista suo malgrado, al lap 26.

Il Team Penske ha fornito l’aiuto che poteva (quanto avranno pesato le stupidaggini di Gateway lo scopriremo solo fra poco più di due settimane), con Josef Newgarden a completare il podio e Scott McLaughlin, dominatore delle libere, capace di rimontare dalla 20ma piazzola di partenza, ereditata a seguito del cambio del motore Chevy dopo le qualifiche, fino alla settima piazza.

Nel mezzo Colton Herta, quarto, che si allontana dai due major contender, un sempre più consistente Marcus Armstrong, alla sua terza top five, e un Marcus Ericsson finalmente al traguardo. E Ferrucci? Per l’alfiere del team Foyt oggi la vittoria non era realisticamente alla portata, e bene ha fatto a puntare al piazzamento, chiudendo ottavo.

Protagonista negativo della giornata sicuramente Romain Grosjean. Il franco-svizzero, partito da una sontuosa sesta piazzola frutto anche delle penalizzazioni altrui, ha tenuto a lungo la top five, anche con le cattive (ne sa qualcosa Herta, buttato nello sporco al lap 34), salvo poi entrare in confusione alla 64ma tornata, andando lungo alla prima chicane e rientrando alla garibaldina sul povero Christian Rasmussen, rovinando la gara di entrambi.

Curiosità, l’entry #20 è l’obiettivo da raggiungere da parte del Juncos Hollinger per racimolare il milioncino extra del Leaders Circle, e, senza voler pensar male, il 22mo posto odierno di Conor Daly appaia le due entry nella speciale classifica.

Disastro completo infine all’Arrow McLaren, col solo Alexander Rossi a tentare di difendere la reputazione del team in P12, mentre uno spento O’Ward navigava nelle retrovie chiudendo in P15.

Menzione speciale di giornata per Toby Sowery, che anche nella serie maggiore ha dimostrato di non temere nessuno, completando la sua ultima fatica del 2024 in 17ma posizione.

Il prossimo weekend si va a Milwaukee per le prime due delle tre rimanenti prove, tutte su ovale. Palou al momento conduce con 54 punti di vantaggio su Power, in pratica il punteggio pieno di una singola gara, e 67 su Herta.

Piero Lonardo

Foto: Team Penske

L’ordine di arrivo

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Indy NXT – Abel tiene vive le speranze di titolo a Portland

Jacob Abel torna alla vittoria a Portland, terz’ultimo appuntamento dell’Indy NXT by Firestone, al termine di una gara condotta flag-to-flag. La IL15 #51 è scattata al meglio dalla prima fila ereditata grazie alla penalizzazione di 6 posti per Caio Collet dopo il contatto di Gateway che ha eliminato Jamie Chadwick e alla prima curva era già davanti al polesitter, Louis Foster.

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Il capoclassifica ha mantenuto il distacco al minimo ma ha attaccato seriamente solo in occasione del restart successivo all’unica Caution della gara, procurata dal contatto in curva 1 fra il rientrante Ricardo Escotto e James Roe.

L’attacco di Foster è stato deciso e le due vetture si sono anche toccate leggermente ma Abel è rimasto al proprio posto. Vani i tentativi di riavvicinarsi sull’insidiosa pista del Northwest, cosí Foster ha deciso di minimizzare i danni, salvaguardato anche dal teammate Bryce Aron che gli guardava le spalle.

Collet è stato in grado di recuperare diverse posizioni e terminare in P4, davanti a Christian Brooks, Reece Gold e Myles Rowe, rimontato dalla P15 di partenza.

Gara da dimenticare invece per Yuven Sundaramoorthy, ottavo al traguardo, e soprattutto per Jamie Chadwick, vittima di un contatto con Callum Hedge in curva 1 che l’ha estromessa dalla top ten.

In classifica generale, il vantaggio di Foster su Abel si è ridotto a 79 punti, ma con due sole gare ancora rimanenti e 108 punti a disposizione, di cui una decina garantiti dalla sola presenza, l’impresa sembra impossibile.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT

I risultati delle Qualifiche

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Ferrucci, prima storica pole a Portland

Prima pole position in carriera per Santino Ferrucci a Portland. Lo scugnizzo del Connecticut ha riportato il team Foyt davanti a tutti per la prima volta dal lontano 2014, grazie ad una prestazione monstre nella Firestone Fast Six di 58.2046, lasciandosi alle spalle Will Power ed Alex Palou.

All’ultimo segmento erano approdate anche due delle monoposto del Rahal Letterman Lanigan di Christian Lundgaard e Graham Rahal, che seguono con nel mezzo Kyle Kirkwood. Rahal, polesitter 2023, e Kirkwood dovranno scontare, come peraltro David Malukas, sei posizioni in griglia quale penalità per aver sostituito il proprio motore Honda dopo Gateway.

Fuori per un pelo dai primi sei il contestato vincitore dell’ultimo round, Josef Newgarden, che a sua volta ha eliminato già al primo turno il dominatore delle libere, il teammate Scott McLaughlin.

Delusione generale invece in casa Arrow McLaren, con Alexander Rossi, Pato O’Ward e Nolan Siegel fuori già al primo turno. Migliore tra i rookies Juri Vips, che partirà dalla 16ma piazzola.

Domani il via della gara alle 3.20 PM ET. Diretta Sky alle 21.20 italiane.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

I risultati delle Qualifiche

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IndyCar – McLaughlin prenota la pole a Portland. Roseqnqvist, che volo!

E’ ancora Scott McLaughlin il più veloce nel secondo turno di libere a Portland. Il kiwi di Penske non ha ritoccato il limite segnato ieri con le alternate, ma vi è andato abbastanza vicino con 58.8605 dopo 26 tornate percorse.

A seguire la top six prosegue con David Malukas, Josef Newgarden, Colton Herta, ed il duo McLaren composto da Alexander Rossi e Pato O’Ward. Migliore tra i rookie, il teammate papaya Nolan Siegel, P17.

I 45’ previsti sono stati abbastanza movimentati con un paio di red flag: per primo Will Power, protagonista anche oggi di un lungo in curva 11, terminato con la DW12-Chevy #12 inerte. A seguire è stata la volta di Sting Ray Robb a girarsi nella medesima curva e toccare le barriere. Infine il volo spettacolare di Felix Rosenqvist seguente al contatto col muretto interno di curva 1.

Tutto pronto per le qualifiche, che si svolgeranno a partire dalle 3.30 PM ET, le 21.30 italiane, fruibili sulla piattaforma IndyCar Live.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

I risultati delle Libere 2

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IndyCar – McLaughlin il più veloce a Portland nelle libere 1

Scott McLaughlin chiude al comando delle prime libere di Portland, quart’ultimo appuntamento dell’IndyCar Series 2024. La DW12-Chevy #3 ha segnato il miglior tempo nei primi 10’ dedicati alle alternate con 58.3669, precedendo Alex Palou, Marcus Armstrong – al top nel secondo gruppo – ed Alexander Rossi.

Rossi, con 58.6705, unico tra i top driver a non migliorarsi nelle fasi successive, è stato però il migliore nei primi 45’ riservati a tutte le vetture, davanti a Will Power, Colton Herta e McLaughlin. Da segnalare l’ottima nona prestazione da parte del quasi-deb Juri Vips (due gare per lui lo scorso anno) con la quarta macchina del Rahal Letterman Lanigan.

La sessione non ha visto interruzioni, anche se l’insidioso tracciato è stato foriero di diversi salvataggi e “lunghi”, tutti senza particolari conseguenze. Problemi tecnici invece per le monoposto di Conor Daly e Toby Sowery, i quali hanno compiuto solo 5 e 13 giri rispettivamente.

Infine, da segnalare le nuove penalità per utilizzo di un nuovo motore, che trattandosi di un circuito stradale – l’ultimo visitato dalla serie per il 2024 – ammontano a sei posizioni in griglia. Questa volta a pagare lo scotto saranno David Malukas, Graham Rahal, polesitter 2023, e Kyle Kirkwood.

Sabato si prosegue con la seconda sessione di libere, alle 12.00 PM ET, e le qualifiche, dalle 3.30 PM ET, vale a dire le 21.30 italiane, entrambe visibili su IndyCar Live.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

I risultati delle Libere 1

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IndyCar – Non si sopiscono i veleni, ma nel weekend c’è già Portland

Il discusso finale di Gateway ha sicuramente prestato il fianco a tutti coloro che vedono in Penske il padre-padrone della serie. Probabilmente si tratta di un’esagerazione, però il malcontento tarda a sopirsi.

Sulle pagine di un noto media, Bryan Herta, stratega di Kyle Kirkwood nonchè padre dell’attuale title contender Colton, non le manda a dire, e si domanda come mai alla sacrosanta penalità per blocking del pilota della DW12-Honda #26 non ne sia invece stata comminata un’altra per Josef Newgarden, reo di aver causato col proprio comportamento un incidente ben più grave.

Imputata la direzione gara IndyCar, che in teoria avrebbe dovuto abortire tempestivamente il restart incriminato (causato ricordiamo dal contatto fra Will Power e David Malukas)? Beh, secondo i dati della telemetria, visionati nell’immediato dopo gara, Newgarden avrebbe mantenuto una velocità costante di 80 mph; in più, sarebbe stato rispettato anche il regolamento sportivo, ancorchè non propriamente limpido sul tema, relativo alle gare su ovale. Allora, dove sta l’inghippo?

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Facile portare la memoria alla squalifica dello stesso Newgarden e di Scott McLaughlin per lo scandalo del push-to-pass di St.Petersburg, squalifica che è arrivata un mese e mezzo dopo la gara, quale fattore scatenante. Ma senza rivangare diversi altri episodi recenti di “vari pesi e varie misure” assegnati dall’organismo gestito da Kyle Novak, ricordiamo con l’aiuto di race stewards iper-esperti quali Arie Luyendyk ed il nostro Max Papis, sabato scorso la caution per il testacoda del poi vittorioso Josef è stata invece chiamata praticamente in tempo reale.

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A poco vale poi il fatto che Power abbia dichiarato in settimana di aver fatto pubblica ammenda nei confronti del povero Malukas, privato di un piazzamento top, cosí come anche fatto pace col compagno di squadra, oggetto del suo celebre “flipping bird” nel finale di gara.

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Con questi presupposti, la serie si ritrova nel weekend a Portland per l’ultima gara dell’anno su circuito stradale. Alex Palou, quarto lo scorso fine settimana dopo una gara in difesa, dovrà massimizzare il risultato in Oregon, dove ha già vinto sia lo scorso anno che nel 2021, in attesa delle ultime tre prove (MilwaukeeX2 e Nashville). I pericoli al potenziale terzo titolo del catalano comunque difficilmente potranno venire dall’”oval king” Newgarden, che sconta ben 126 punti dal leader, con soli 212 punti totali in palio e 20 assicurati dalla sola presenza in pista.

Infine, a Portland tornerà per l’ultimo probabile outing della stagione Toby Sowery al volante della #51 di Dale Coyne, mentre il Rahal Letterman Lanigan offrirà l’occasione a Juri Vips di mettersi in mostra con la quarta macchina, la #45, in ottica futura.

L’azione in pista inizierà venerdí 23 agosto alle 5.55 PM ET con le prime libere. Qualifiche sabato 24 dalle 3.30 PM ET, le 21.30 italiane, e start della gara domenica 25 agosto alle 3.20 PM ET, le 21.20 nostrane. Diretta della gara come sempre sui canali SkySport. Per il resto c’è IndyCar Live.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

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IndyCar – A Gateway, Newgarden spin and win fra le polemiche

Josef Newgarden torna al successo sull’ovale di Gateway, confezionando su una delle sue piste favorite una vittoria offuscata da tante ombre. Prima fra tutte lo slow restart che a 9 giri dalla fine ha propiziato il contatto fra Alexander Rossi e Will Power, foriero dell’interruzione con red flag, e le cui polemiche non termineranno certamente a breve.

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Ma assai prima il vincitore delle ultime due Indy 500 aveva rischiato di mandare tutto all’aria, come lo scorso anno, girandosi da solo. Miracolosamente, anche grazie al prontissimo intervento della direzione gara, il pilota della DW12-Chevy #2 non è stato toccato da nessuno, perdendo appena due posizioni in un circuito che perdona poco.

Ne sanno qualcosa i tanti ritirati: a partire da Katharine Legge, immediata vittima inconsapevole dell’ormai ex Ed Carpenter, per proseguire con Romain Grosjean e Kyle Kirkwood, la cui gara è stata compromessa dal wiggle di Rinus VeeKay, poi ancora Kyffin Simpson a muro, per finire con il contatto che ha tolto di mezzo un David Malukas avviato a ripetere se non migliorare il podio del 2023. In questo caso il crash è stato propiziato da Will Power, ovviamente non sanzionato.

Fatto sta che la guerra di strategie che lo scorso anno ha premiato Scott Dixon si è evoluta a tal punto da far perdere il senso della gara persino alla squadra dominante, che nel finale si è trovata a gestire tre diverse situazioni per i suoi piloti.

Alla fine ne ha tratto vantaggio Newgarden, anche grazie ad uno splash finale più veloce rispetto alla crew del “bus bro” Scott McLaughlin, il quale ha poi addotto anche un funzionamento anomalo del sistema ibrido all’ultimo restart, e che porta a casa un secondo posto che serve sicuramente meno di una vittoria in termini di campionato.

Vittima delle strategie questa volta proprio l’accoppiata Dixon/Hull, complice un’ultima sosta malauguratamente iniziata proprio mentre uscivano le bandiere gialle per l’incidente di Malukas, facendo perdere al sei volte campione il giro buono.

Al team Ganassi possono però gioire non solo per il quinto posto di Alex Palou, poi diventato quarto a causa della penalità comminata a Colton Herta per blocking nei confronti di Linus Lundqvist, quest’ultimo autore di un gran finale che lo riporta finalmente a podio per la seconda volta nel 2024. Peccato per il trionfatore di Toronto, autore di una gara fenomenale dal fondo dello schieramento dopo l’incidente in qualifica.

Finalmente una gioia anche per Felix Rosenqvist, sesto dopo essere partito dall’undicesima piazzola a causa della sostituzione del motore. Proseguendo con gli svedesi, ennesimo dramma invece per Marcus Ericsson, stabilmente nelle posizioni di testa nonostante un cambio di strategia in corsa, tradito a metà percorrenza dal proprio motore Honda; i problemi allo Chevy montato sulla McLaren #5 sono costati il ritiro a Pato O’Ward.

La classifica ora vede Palou aumentare il vantaggio sulla concorrenza, ora capitanata da Herta, distaccato di 49 punti. Seguono Dixon a -65, Power a -66 e McLaughlin a -73.

Prossimo appuntamento con l’IndyCar Series già la prossima settimana a Portland.

Piero Lonardo

Foto: NTT IndyCar Series

L’ordine di arrivo