Difficile commentare la gara di Laguna Seca in modo puntuale, tanti sono stati i colpi di scena che hanno movimentato la corsa. Protagonista sicuramente in primis il nuovo asfalto, che ha reso complicata la gestione delle gomme da parte dei piloti: ben otto infatti le Full Course Yellow, tali da rendere necessario il rifornimento della vettura di servizio.
Ad emergere da questo caos il solito Scott Dixon, che acciuffa la sua terza vittoria stagionale, legittimando se ce ne fosse stato bisogno il secondo posto in campionato, davanti a Scott McLaughlin ed al Alex Palou.
Gara iniziata in salita per il sei volte campione, costretto a ricorrere all’ultimo momento ad un nuovo motore Honda, e quindi costretto a partire dall’undicesima piazzola invece che dalla quinta. Allo start Dixon non rimane coinvolto nella melèe di centro gruppo all’Andretti hairpin, ma viene giudicato ugualmente colpevole e deve scontare un drive-through insieme a Christian Lundgaard.
Si riparte quindi dal fondo, e allora tanto vale cambiare presto le primary, anche se le alternate non garantiscono la medesima affidabilità, ne sapranno qualcosa in diversi durante i 95 giri di gara. Davanti il polesitter Felix Rosenqvist, all’ultima esperienza con l’Arrow McLaren, ha già ceduto il passo ad Alex Palou, che si terrà stretto la leadership fino alla seconda sosta, al lap 59.
La testa della gara passa quindi a Pato O’Ward, desideroso di togliersi quello 0 nella casella delle vittorie del 2023, ma l’ultimo pit suo e di Romain Grosjean, altro desideroso di rivincita dopo una stagione non all’altezza delle aspettative, a 20 tornate dal termine, lascia miracolosamente Dixon, risalito alle spalle del duo di testa, solo al comando e con un set di prime che in totale percorreranno 30 giri fino alla bandiera a scacchi, sventolata per la 56ma volta, con 7” di vantaggio su McLaughlin.
Quest’ultimo è stato pure protagonista di una enorme rimonta dopo una penalità per avoidable contact nei confronti della rediviva DW12-Honda #14 di Santino Ferrucci, che lo ha lasciato in fondo allo schieramento, ed un successivo drive-through per avere effettuato il pit prima del riposizionamento di cui sopra.
Analoga situazione vissuta anche da Will Power, il quale al lap 36 metteva ko l’altra vettura del Team Foyt, per terminare quarto al traguardo dietro Palou. Crisi nera invece per Josef Newgarden con la terza Penske, coinvolto nel caos iniziale e poco dopo in testacoda in curva 4.
Giornata speciale invece per il Juncos Hollinger, che perde il podio nelle ultime battute con Callum Ilott in modalità fuel saving ma termina comunque al quinto posto, bissando il miglior risultato di sempre del team ottenuto a St.Petersburg. Agustin Canapino, a lungo alle immediate spalle dei battistrada, chiuderà in P14 dopo una gara tutta d’attacco.
Occasione sprecata invece per Marcus Armstrong, rookie of the year, che spreca la strategia mutuata dal caposquadra andando in testacoda in curva 11 e provocando l’ennesima FCY grazie al contatto con l’ormai ex-teammate Marcus Ericsson. In precedenza erano stati lo stesso Ericsson e Rosenqvist ad agganciarsi.
Termina cosí l’IndyCar Series 2023. La serie, in attesa del calendario completo 2024, ci dà appuntamento al 10 marzo prossimo col consueto season opener di St.Petersburg. Conosciamo però già una prima novità: una gara fuori campionato il 24 marzo al Thermal Club.
La corsa, che offrirà un montepremi di tutto rispetto, si articolerà partendo da un sorteggio che abbinerà i membri del Thermal Club a team e piloti; seguiranno una qualifica e due batterie, i cui sei migliori di ognuna si contenderanno il bottino finale, bottino che verrà suddiviso tra i primi cinque classificati – incluso un milione di $ per il vincitore – con i membri del Club. Nei prossimi mesi si dovrebbe sapere qualcosa di più riguardo a potenziali azioni di beneficenza legate a questo evento.
Piero Lonardo
Foto: IndyCar Series
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