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IndyCar – Montoya ad Indy con McLaren!

Per Juan Pablo Montoya si prospetta ancora una volta una stagione piena. Al doppio impegno in endurance col DragonSpeed nel WEC e col Meyer Shank Racing nelle gare lunghe del WeatherTech SportsCar Championship, aggiunge la 105ma Indy 500.

Il 45enne colombiano, già due volte vincitore della 500 miglia nel 2000 e nel 2015, nelle sue cinque sole apparizioni nel Greatest Spectacle in Racing, completerà le fila dell’Arrow McLaren SP con la terza DW12-Honda del team, al fianco dei “regular” Pato O’Ward e Felix Rosenqvist.

Ad occuparsi della vettura di Montoya, che ha già corso con una McLaren di F1 nelle stagioni 2005 e 2006, l’esperto Craig Hampson, già in precedenza con Sebastien Bourdais sia ai tempi gloriosi della ChampCar e poi col Dale Coyne Racing.

Piero Lonardo

Foto: Arrow McLaren SP

Kanaan

IndyCar – Il vecchietto terribile Kanaan al via sugli ovali per Ganassi

Dopo Helio Castroneves, anche l’amico fraterno Tony Kanaan ha trovato casa per il 2021. Il vincitore della Indy 500 del 2013 ha infatti firmato per il team Ganassi, col quale disputerà le quattro gare su ovale dell’IndyCar Series 2021.

Kanaan, non ancora 46enne, un titolo nel 2004, 17 vittorie totali e 14 pole position su 383 partenze dal 1998 nell’allora CART, quest’anno era chiamato alla stagione di addio, la cosiddetta TK’s Last Lap.

L’ultimo giro però aspetterà ancora qualche mese perché il popolare driver brasiliano sarà in azione sulla DW12-Honda #48 lasciata libera da Jimmie Johnson per il doppio appuntamento in Texas dell’1-2 maggio, la 105ma Indy 500 del 30 maggio e la gara di Gateway del 21 agosto 2021.

Non è da escludere inoltre un coinvolgimento di Kanaan, già vincitore della Rolex 24 nel 2015, anche nel programma Cadillac DPi appena annunciato dal team Ganassi per il WeatherTech SportsCar Championship.

Piero Lonardo

Foto: Team Ganassi

Helio

IndyCar – Castroneves nel 2021 con MSR. Belardi chiude i battenti

Helio Castroneves non ci sta proprio a ritirarsi. Il 45enne brasiliano, si accasa infatti col Meyer Shank Racing per sei gare dell’IndyCar Series 2021.

Il popolare “Spider-man”, tre volte vincitore della Indy 500, negli ultimi tre anni è stato impegnato prevalentemente nel WeatherTech SportsCar Championship con l’Acura DPi del team Penske, limitando l’impegno nella serie alle sole gare di Indianapolis, (500 Miglia e Grand Prix).

Ai primi di ottobre la chiamata dell’Arrow McLaren SP per disputare le due gare dell’Harvest GP in sostituzione di Oliver Askew interrompeva nominalmente un sodalizio col team del Captain durato 20 anni e coronato da 24 vittorie e 39 pole position.

Presso l’MSR Castroneves troverà un giovane in veloce ascesa quale Jack Harvey, cui farà da chioccia sulla seconda vettura del team, recentemente acquisita da DragonSpeed, a partire da Barber Park l’11 aprile 2021, proseguendo con Long Beach la settimana successiva, la 105ma edizione della indy 500 il 30 maggio e la gara sullo stradale dell’IMS il 14 agosto. Le ultime due gare del programma saranno il Grand Prix of Portland ed il season finale di Laguna Seca del 12 e 19 settembre 2021.

Belardi

Per un team in fase di sviluppo un altro chiude definitivamente i battenti. E’ di poco fa la notizia che il Belardi Auto Racing ha deciso di cessare la propria attività. La squadra di Brownsburg è stata protagonista nell’ultimo decennio dell’Indy Lights Series, dove ha ottenuto il titolo piloti con Gabby Chaves nel 2014 e quello a squadre nel 2017.

Negli ultimi tre anni il Belardi Racing ha anche appoggiato tecnicamente James Davison nella Indy 500 negli sforzi congiunti con il Team Foyt ed il Dale Coyne Racing, col miglior risultato del 12mo posto ottenuto nel 2019.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Belardi Racing

VK

IndyCar – VeeKay il più veloce a Barber Park

Ad inizio settimana l’IndyCar Series si è riunita praticamente al completo a Barber Park per una sessione di test. Ottima occasione per tornare sul circuito dell’Alabama, saltato nella tormentata schedule 2020, a poca distanza dal season finale di St.Petersburg.

I test sono stati anche un’occasione per diversi team di mostrare tutti i nuovi acquisti, tra cui Alex Palou e Jimmie Johnson, i volti nuovi del Team Ganassi, Felix Rosenqvist per McLaren Arrow SP e Scott McLaughlin in casa Penske.

Va subito detto che il miglior tempo della sessione è stato appannaggio del Rookie dell’anno, Rinus VeeKay, che con 1.05.615 ha preceduto di due decimi Colton Herta e di quattro Pato O’Ward. Buona anche la prestazione di Sebastien Bourdais, reduce dal quarto posto di St.Pete, decimo in graduatoria con la vettura del Team Foyt.

Problemi invece per Rosenqvist, subito out, anche a causa del polso infortunato all’Harvest GP, così come per i due rookie, Johnson e McLaughlin, i quali completano insieme a Marco Andretti il podio negativo, con il #48, qui con una livrea provvisoria in omaggio al nuovo sponsor, addirittura a quasi 3” dal battistrada.

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Felice comparsata invece per Antonio Felix da Costa col Rahal Letterman Lanigan. Il neocampione della Formula E ha dimostrato di non aver perso il passo sulle monoposto “vere” ed ha terminato con la dodicesima prestazione, precedendo nientemeno che il vicecampione Josef Newgarden e James Hinchcliffe, quest’ultimo sempre più vicino, nonostante gli errori di St.Pete, alla riconferma sulla vettura #26 del Team Andretti.

Le monoposto più veloci del pianeta sono attese a Laguna Seca il 10 novembre per gli ultimi test del 2020.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Ganassi

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IndyCar – Clamoroso: Palou, 2021 con Ganassi

Sarà Alex Palou a prendere il posto di Felix Rosenqvist per la prossima stagione dell’IndyCar Series al Team Ganassi. L’ingaggio a sorpresa è stato comunicato nella tarda serata italiana e fa eco con la conferma ufficiale dello svedese in seno all’Arrrow McLaren SP.

Palou è reduce da una prima stagione completa con Dale Coyne dove ha avuto modo di mettersi più volte in evidenza, raggiungendo il podio in gara 1 a Road America e la Fast Nine alla sua prima Indy 500, e farà parte di una line-up di quattro vetture, insieme al neotitolato Scott Dixon, al pure confermato Marcus Ericsson e a Jimmie Johnson, che come noto gareggerà solo negli stradali e cittadini.

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Il team campione risponde così all’incrementato effort dei grandi rivali di sempre del team Penske, che schiereranno quattro vetture nel 2021. L’ultimo acquisto Scott McLaughlin ha frattanto saggiato per la prima volta l’Indianapolis Motor Speedway, completando il Rookie Orientation Program.

Nella prossima stagione non vedremo sicuramente più il DragonSpeed, il cui patron Elton Julian ha venduto il telaio di proprietà al Meyer Shank con cui Ben Hanley ha disputato quattro gare nelle ultime due stagioni fra cui le ultime due Indy 500.

Nel 2021 potremmo invece rivedere forse una esponente del gentil sesso allo start di una gara IndyCar. Secondo un noto media statunitense infatti Jackie Heinricher avrebbe intenzione di entrare nella massima serie di monoposto americana con una pilotessa. La Heinricher ha già promosso nel 2019 un effort prevalentemente al femminile insieme al Meyer Shank Racing nella classe GTD del WeatherTech SportsCar Championship avvalendosi tra le altre, di Christina Nielsen e Katharine Legge.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Penske

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IndyCar – A Newgarden non basta vincere a St.Pete, Dixon 6 volte campione

Josef Newgarden si aggiudica il GP of St.Petersburg, atto finale di questa tormentata stagione 2020 dell’IndyCar Series, ma non basta a togliere la leadership del campionato dalle mani di Scott Dixon, che col terzo posto si aggiudica il sesto titolo della sua mirabolante carriera.

Va detto che i 100 giri odierni sono stati tra i più pazzi di quelli visti sulle strade della Florida, già spesso foriere di emozioni oltremisura, che ha visto quattro leader alternarsi al comando, al netto delle strategie.

Si è cominciato con Will Power, partito dalla pole position conquistata ieri, che dopo 7 giri ha dovuto cedere il comando ad Alexander Rossi per un problema al selettore delle marce. La gara del campione 2014, come spesso avvenuto a St.Pete, si è conclusa anzitempo, contro i muretti tra le curve 3 e 4.

Quel tratto di pista ed suoi marbles sono stati la variabile impazzita che ha aggiunto ancora più pepe alla competizione. Ne sanno qualcosa proprio Rossi, che vi ha concluso la gara al lap 70, quand’era al comando, e Colton Herta, che lo ha sostituito in testa al gruppo. Il giovane rampollo del team Andretti vi ha esagerato per ben due volte, non ritirandosi ma ritrovandosi alla fine solamente undicesimo.

Newgarden, partito dall’ottava piazzola, ha fatto quel che potuto e anche di più, sfruttando al meglio insieme al suo team ognuna delle ben sei Full Course Yellow senza farsi trovare mai scoperto, e all’ultimo restart, a 20 giri dalla fine, ha infilato Herta e Pato O’Ward per installarsi al comando, senza poi cedere al ritorno del messicano, cui Dixon aveva nel frattempo ceduto la piazza d’onore.

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“Siamo semplicemente arrivati corti” ha commentato il nativo del Tennessee, che ottiene il back to back del successo 2019, terminando in classifica generale a 13 punti dal neozelandese,  che ora è secondo nella classifica all-time dei titoli riconosciuti dalla serie solo ad AJ Foyt che ne vanta sette; obiettivo non impossibile nemmeno a 40 anni.

Foyt può consolarsi con lo splendido quarto posto del residente più famoso di St.Petersburg, Sebastien Bourdais, degno erede del #14, che nonostante una strategia estrema sulle tre soste è riuscito  a piazzarsi quarto e ad aggiudicarsi così l’ultimo posto utile tra gli eletti del cosiddetto “Leaders Circle”, gara nella gara che vedeva impegnati, oltre al francese, Conor Daly e Marco Andretti.

Quest’ultimo, nonostante l’ennesima pessima qualifica che valeva la 23ma piazzola in griglia, stava dimostrando di meritare il milione di dollari extra garantito dalla serie alle prime 22 vetture ,arrivando sino alla settima posizione a suon di sorpassi, anche decisi. Purtroppo per lui, non aveva calcolato la variabile impazzita Takuma Sato, fresco di rinnovo all’RLL (e vorremmo vedere, dato i due ritratti sul Borg-Warner Trophy), ritornato per l’occasione alla versione killer degli esordi nella serie, che lo buttava fuori definitivamente in curva 2 a tre quarti di gara.

Peccato anche per Rinus VeeKay, protagonista involontario del contatto fra il deb Scott McLaughin e lo stesso Andretti, dopo un inizio al fulmicotone. Sia per l’olandese, Rookie of the Year, che per il kiwi di casa Penske, il sedile 2021 è comunque già cosa assicurata e avranno modo di rifarsi.

Finita invece male la carriera in McLaren per Oliver Askew, solo 16mo al traguardo dopo essere stato buttato fuori anche lui da Sato. Farà spazio a Felix Rosenqvist, che avrà il non facile compito di affiancare O’Ward, che con la piazza d’onore odierna manca di un soffio il terzo posto nella graduatoria finale che rimane invece ad Herta.

La top five odierna si completa con Ryan Hunter-Reay, ancora una volta il migliore al traguardo dello squadrone Andretti Autosport, che dopo Rossi, Andretti e, relativamente alle prime posizioni, Herta, ha perso dalla top five nelle fasi finali anche le altre due vetture di James Hinchcliffe e Jack Harvey, col canadese autore di un assurdo harakiri sulla vettura gestita insieme al Meyer Shank, a seguito di un altrettanto inaspettato testacoda dietro safety car.

Peraltro la safety car è rimasta anche senza benzina, e c’è stato anche un breve acquazzone: cosa volere di più da una gara IndyCar ? Le emozioni ed i muretti di St.Petersburg ritorneranno il 7 marzo 2021, COVID permettendo, quale season opener della nuova stagione dell’IndyCar Series.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Power ancora una volta master delle qualifiche a St.Pete

Will Power ancora una volta dominatore delle qualifiche a St.Petersburg, nell’atto finale dell’IndyCar Series 2020.

Il campione 2014 ha fissato i cronometri sull’1.01.0369 nella Firestone Fast Six per quella che è la sua nona pole sul cittadino della Florida nelle sue 12 partecipazioni, portandosi a cinque lunghezze dal recordman all-time delle pole position, Mario Andretti, che fra tre settimane fungerà da Grand Marshal in quel di Sebring per il season finale IMSA.

Grande sconfitto proprio il team che porta il nome di Big Mario, l’Andretti Autosport, che aveva piazzato ben quattro macchine nell’ultimo turno. Al fianco di Power Alexander Rossi, ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale, mentre la seconda fila sarà appannaggio di Colton Herta, il migliore nell’unico turno di libere del mattino, e James Hinchcliffe sulla vettura ex-Veach. A seguire in terza fila Jack Harvey e Pato O’Ward.

Niente da fare per i due contender del titolo 2020, che aspiravano anche al singolo punto della pole per consolidare le proprie posizioni, rimasti intruppati nel traffico, con Josef Newgarden ottavo ed il capolista Scott Dixon appena undicesimo.

P7 invece, ad un passo dal turno finale, per il più famoso residente della località, Sebastien Bourdais, mentre il neo-Rookie of The Year, Rinus VeeKay, ha dimostrato ancora una volta il proprio valore sulla pista che lo ha visto trionfare in gara 2 lo scorso anno in Indy Lights.

Ottima decima piazzola per Oliver Askew, all’ultima gara con la McLaren Arrow SP, mentre il deb di lusso del Team Penske, Scott McLaughlin, tre volte campione V8 Supercars, non è andato oltre il 21mo tempo, precedendo a sua volta Felix Rosenqvist, all’ultima gara co, team Ganassi, considerato reo di aver ostacolato Alex Palou nel Q1.

Sempre in tema di mercato 2021,  il vincitore dell’ultima Indy 500, Takuma Sato, ritornerà per il quarto anno consecutivo presso il RLL, mentre il neo-acquisto Ganassi, Jimmie Johnson, ha ottenuto una robusta sponsorizzazione da Carvana, nuovo importante player nel mercato delle vendite delle auto di serie per la monoposto che nel 2021 porterà il classico numero 48.

Tutto è pronto per i 100 giri del season finale IndyCar, a partire dalle 2.20 PM di domenica.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere

I risultati delle Qualifiche

Foto: IndyCar

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Indy Lights – Pronto il ritorno nel 2021 con ben 20 gare

Annunciato in giornata il calendario dell’Indy Lights Series 2021. La serie cadetta delle monoposto statunitensi ha come noto dovuto subire lo stop completo nella stagione 2020, formalmente causa COVID. Era però già nota in partenza la crisi di full season entry che lo scorso anno ha portato a griglie quasi sempre sotto le 10 unità nonostante la spettacolarità delle gare ed il valore dei partecipanti più accreditati.

Nel 2021 si ripartirà innanzi tutto con quel montepremi innalzato a quasi 1,3 milioni di $ per il vincitore, quale primo atto per incentivare la serie da parte del presidente entrante dell’IndyCar Series e dell’IMS, Roger Penske, il quale nei giorni scorsi ha caldeggiato senza mezzi termini la proposta che l’Indy Lights venga popolata da tutti team della serie maggiore, particolarmente dalle tre squadre principali, Andretti (l’unica già presente), Ganassi, e appunto Penske, similmente a quanto accade ora nella FIA F2.

La prova generale di questo nuovo assetto potrebbe avvenire già prima della pausa invernale, nell’ambito di un evento, ancora da confermare, da tenersi presso l’infield di Indianapolis, dove dovrebbero essere testati anche i nuovi Halo che equipaggeranno le Dallara IL-15.

La schedule 2021 dell’Indy Lights Series consta di ben 20 appuntamenti, tutti doubleheader, partendo da St.Petersburg per poi proseguire sul circuito stradale di Indianapolis, lungo il cammino della serie maggiore, poi Detroit, di ritorno dal 2012, Road America, Mid-Ohio, Toronto, Gateway, Portland, Laguna Seca ed un’ultima venue ancora da scoprire (TBA).

In evidenza, negativamente, l’assenza della Freedom 100, tradizionale appuntamento presso l’IMS, che lascia Gateway quale unico ovale, almeno per ora, in calendario.

Rilasciati anche i calendari delle altre serie della Road to Indy, la Indy Pro 2000 e la USF 2000, entrambi di 18 gare ciascuno. Le monoposto Tatuus PM-18 ed USF-17, che quest’anno non hanno subito lo stop delle “cugine”, resteranno eleggibili fino alla fine del 2026, anche se l’adozione dell’Halo in questo caso slitterà al 2022.

Niente Detroit per i due primi scalini della filiera, né Portland, ma Barber Park, più il ritorno del Lucas Oil Raceway e del New Jersey Motorsports Park, già presenti nel calendario 2020, che ha visto il successo di Sting Ray Robb e di Christian Rasmussen rispettivamente. L’ultimo weekend, quello entrante di St.Petersburg, sarà infatti ininfluente per la vittoria finale.

Nel season finale della Florida il campione Indy Lights uscente, Oliver Askew, è stato confermato per l’ultima gara dell’IndyCar Series 2020 al volante della Arrow McLaren SP dopo i problemi fisici che lo hanno tenuto lontano all’Harvest GP.

Ricordiamo che tra i 24 piloti iscritti figura anche quello Scott McLaughlin candidato ad un sedile fisso il prossimo anno nel team del Captain, a dar man forte a Josef Newgarden nei confronti del capoclassifica Scott Dixon.

Appuntamento in pista sulle strade della Florida a partire da sabato 24 ottobre alle 10.55 AM con le prove libere. Qualifiche dalle 3.05 PM sempre di sabato e gara domenica 25 dalle 2.20 PM.

Piero Lonardo

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IndyCar – Da Costa, dalla Formula E al test con RLL

Dopo i recentissimi avvicendamenti in casa McLaren, anche il Rahal Letterman Lanigan prepara il proprio futuro, che potrebbe coinvolgere Antonio Felix da Costa.

Il neo campione della Formula E è infatti passato nella factory del team vincitore dell’ultima Indy 500 a preparare il sedile per la giornata di test collettivi a Barber Park, il 2 novembre prossimo.

La partecipazione del 29enne pilota portoghese è stata propiziata dalla prossima paternità di Graham Rahal, e consentirà di verificarne il potenziale insieme a gran parte del parco piloti, attesi in buon numero sul tracciato del sud.

Per Da Costa si tratta del ritorno su di una monoposto spinta da un motore tradizionale dal 2016, quando trionfò per la seconda volta in carriera nel prestigioso Gran Premio di Macau di F3. L’ultimo risultato di rilievo dell’eclettico driver, che nel corso della propria carriera ha spaziato praticamente in tutte le categorie del motorsport, il recente secondo posto tra le LM P2, sesto assoluto, all’ultima 24 Ore di Le Mans.

Piero Lonardo

Foto: RLL

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IndyCar – Askew chiude con McLaren a St.Pete. Dal 2021 arriva Rosenqvist

Il mercato piloti IndyCar inizia a scaldarsi quando ancora non si è ancora chiusa la travagliata stagione 2020.

Oliver Askew, “panchinato” all’Harvest GP per problemi fisici, chiuderà la sua avventura con l’Arrow McLaren SP con il season finale di St.Petersburg, sempre se dichiarato abile dai medici della serie.

Il campione Indy Lights in carica di natura, sostituito da Helio Castroneves nel recente doubleheader di Indianapolis, non rientrerebbe più nei piani futuri del team, e le due parti hanno deciso di ufficializzare già ora la separazione.

Aldilà delle prestazioni del promettente rookie, caratterizzate da un buon avvio di stagione, poi andato in calando dalla Indy 500 in poi, un noto media statunitense ha citato anche il management del 23enne floridiano, che avrebbe messo in discussione la posizione del team nei confronti della salute del pilota.

Confermato invece per la prossima stagione Pato O’Ward, autore di una stagione scintillante cui è mancato solamente l’acuto di una vittoria, più volte sfiorata, il sostituto di Askew è stato identificato in Felix Rosenqvist, che a sorpresa esce dall’orbita Ganassi dopo due solide stagioni coronate dal titolo di Rookie of the Year del 2019 e dalla vittoria in gara 2 a Road America lo scorso luglio.

Probabile destinatario della DW12 #10, part-time per i circuiti stradali e cittadini, quel Jimmie Johnson sette volte campione NASCAR che ha già incantato durante i primi test con la monoposto made in Dallara. Chissà che per i tre appuntamenti su ovali rimasti nella serie non si possa assistere ad un clamoroso cambio di casacca da parte dell’alfiere Penske per eccellenza, Helio Castroneves, “liberato” dal Captain dagli impegni nella serie IMSA a fine stagione.

Frattanto la serie, dopo l’annuncio della prosecuzione del rapporto con Honda e Chevrolet, sta proseguendo il percorso per aggiungere il fatidico terzo motorista. L’inserimento di un terzo costruttore, nelle parole dei vertici della serie, catturate da diversi media locali, sarebbe il necessario viatico per allargare la griglia di partenza, e l’estensione dei contratti preesistenti, insieme alla dilazione nell’introduzione delle nuove motorizzazioni ibride al 2023, fungerebbe da garanzia nei confronti di un nuovo potenziale partner.

Ricordiamo che l’obiettivo primario, dichiarato da Roger Penske in persona, rimane la Ferrari, che sarà obbligata dai nuovi regolamenti della F1 a rinunciare ad una considerevole porzione del proprio budget.

L’appuntamento in pista per il gran finale di St.Petersburg, che vedrà il leader Scott Dixon cercare di mantenere il cospicuo vantaggio di 32 punti nei confronti di Josef Newgarden, a partire da sabato 24 ottobre alle 10.55 AM locali con le prime libere. La gara, che non attribuirà punteggio doppio, contrariamente a quanto avvenuto nelle ultime stagioni, partirà alle 2.20 PM di domenica 25.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar