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IndyCar – Dixon regala lezioni di strategia anche su ovale e trionfa a Gateway. Newgarden ko

Pato O’Ward al termine della gara di Gateway, conclusa al secondo posto “sapevo che davanti a me c’erano alcune macchine che avrebbero tentato di allungare lo stint. Appena mi hanno detto che il primo era Scott Dixon sapevo come sarebbe finita.”

In queste parole c’è il riassunto breve della Bommarito 500, con Dixon ed il box Ganassi, Mike Hull in testa, capaci per la seconda volta di fila di ribaltare la situazione mediante la strategia.

Il sei volte campione partiva dalla 16ma piazzola, complice la penalità per il cambio del motore Honda. Davanti Josef Newgarden e Colton Herta mantengono il comando al via mentre David Malukas scatta bene dalla terza fila ed uccella le due McLaren di Pato O’Ward e Felix Rosenqvist prima della breve Full Course Yellow per il crash di Benjamin Pedersen mandato a muro da un ormai irriconoscibile Ed Carpenter.

Dixon è già tredicesimo e, mentre il gruppo di testa effettua la prima sosta, attende qualche giro extra ed al lap 65 entra insieme a Will Power e monta le alternate, qui in azione per la prima volta, e le fa durare 65 giri, mentre il resto della concorrenza se ne sbarazza assai prima. Ecco la grandezza del pilota della Dallara #9, che lascia scannarsi gli altri in attesa di una Full Course Yellow per rifornire in tranquillità.

La neutralizzazione avviene come da copione al momento giusto, protagonista il compagno di squadra Takuma Sato, in difficoltà con la sua monoposto sin dalle libere, e lascia Dixon solo al comando su Newgarden ed O’Ward che continuano a darsele di santa ragione.

Una piccola disavventura per Marcus Ericsson la cui ruota posteriore destra si stacca e sconfina nel box di Power fortunatamente senza conseguenze. Un altro duello avvincente vede protagonisti David Malukas e Scott McLaughlin, già ai ferri corti lo scorso anno sulla medesima pista, oltre che sui social nel corso della settimana.

Siamo a metà gara ma ormai le carte sono già scoperte, con Power ed il box Penske ad imitare la strategia dell’eterno rivale, che al pit della monoposto #12 si ritrova con 24” di vantaggio, praticamente un giro, su Romain Grosjean, l’ultimo rimasto nel giro del battistrada, ma che all’ultima sosta sconta il pit extra.

Newgarden frattanto si fa anche passare da O’Ward al lap 212 chiude la propria gara – e le speranze di titolo – lisciando curva 2. L’ultimo indispensabile splash di Power, tornato ad essere l’ombra del battistrada, lascia Dixon con oltre 22” su O’Ward e Malukas, che nel frattempo si è definitivamente sbarazzato con le cattive di McLaughlin e si è pure sdoppiato.

Poco dietro Alexander Rossi conduce il gruppo dei doppiati, che si trascina sino alla bandiera a scacchi, composto da McLaughlin, Herta, Palou, Rosenqvist e Power, che nelle tornate finali regala le ultime emozioni sorpassando Ericsson, ultimo della top ten.

Degne di menzione le gare di Conor Daly, il migliore al debutto nel team RLL, 16mo, ed ancora una volta di Linus Lundqvist, 18mo al traguardo ben davanti al caposquadra Catsroneves e migliore fra i rookies.

In classifica ora è lotta intestina fra Palou e Dixon, separati da 74 lunghezze con due gare ancora da disputare e 106 punti in palio in due weekend back-to-back nella west coast, Portland e Laguna Sca.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo

2023 - Bommarito Automotive Group 500

IndyCar – McLaughlin il migliore nelle qualifiche a Gateway, ma davanti a tutti partirà Newgarden

Scott McLaughlin è stato il più veloce nelle qualifiche della Bommarito Automotive Group 500. Il kiwi del Team Penske è stato l’unico a superare la barriera delle 181 miglia di media sui due giri con 182.951 davanti al compagno di squadra Josef Newgarden e Colton Herta.

Non sarà però la Dallara #3 a scattare davanti a tutti fra poche ore, perchè McLaughlin è uno dei sei piloti penalizzati di nove posizioni per aver utilizzato il quinto motore. A Scott Dixon (P7), Takuma Sato (P8) Kyle Kirkwood (P13) ed Agustin Canapino (P21) si è aggiunto stamani anche Alex Palou, autore della quinta prestazione dietro Pato O’Ward.

Largo quindi a Newgarden, che cercherà non solo di annullare il matchpoint a favore del capoclassifica Palou, ma anche di conquistare la quinta e definitiva vittoria stagionale su ovale, risultato fin qui mai ottenuto nell’IndyCar Series.

Al fianco del quattro volte vincitore a Gateway, Herta; seconda fila tutta McLaren per O’Ward e Rosenqvist e terza per Romain Grosjean e David Malukas; quest’ultimo durante la settimana è stato coinvolto in una divertente faida col polesitter, reo di essersi lamentato pubblicamente dei suoi bloccaggi.

Regolarmente in pista infine anche i due piloti coinvolti nello spettacolare crash di ieri, Will Power – il quale ha apostrofato in diretta tv, forse senza sapere che si trattava del compagno di squadra, colui che aveva propiziato l’incidente, cioè McLaughlin – e Marcus Ericsson, con la dodicesima e diciottesima prestazione.

La DW12-Honda dello svedese si è presentata in pitlane dopo essere stata rappezzata alla bell’e meglio con gran parte della carrozzeria – sponsor compresi – di Palou.

Appuntamento per lo start della Bommarito 500 fra poco, alle 3.30 PM ET, cioè le 21.30 nostrane, sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Qualifiche

La griglia di partenza

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Indy NXT – Rasmussen torna alla vittoria a Gateway e “vede” il titolo

Christian Rasmussen torna dominatore nell’Indy NXT al World Wide Technology Raceway. Il danese dell’HMD w/DCR, dopo aver primeggiato nella mezz’ora di libere messe a disposizione dalla serie dopo il lungo delay per il maltempo, si è aggiudicato la sua quarta vittoria stagionale.

Rasmussen, partito dalla pole derivante dalla graduatoria in classifica generale a seguito della cancellazione delle qualifiche, ha mantenuto la leadership sino al giro 30, allorquando, nel doppiaggio di Jamie Chadwick, ha rischiato di terminare a muro.

Ne ha quindi approfittato Hunter McElrea, fino a quel momento ombra del leader, per prendere il comando della gara. Sono però bastate appena cinque tornate per ripulire le gomme della Dallara #6 e far sí che Rasmussen potesse riprendere la prima posizione, approfittando a sua volta di un altro doppiaggio.

Le eventuali preoccupazioni per il degrado finale degli pneumatici del leader sono infine svanite grazie all’unica Full Course Yellow della giornata, procurata da James Roe, a muro nella temibile curva 2. McElrea nelle fasi finali cederà poi a Louis Foster, risalito a suo di sorpassi dalla quinta piazzola. Completano la top five Jacob Abel ed un ritrovato Danial Frost, che ha ceduto la posizione solo nel finale.

In classifica generale Rasmussen, dopo il mezzo passo falso di Indianapolis, torna ad aumentare il proprio vantaggio sulla concorrenza, che ora ammonta a 50 punti su McElrea a tre sole gare dal termine della stagione. Prossimo appuntamento con l’Indy NXT a Portland il prossimo weekend, prima del gran finale di Laguna Seca.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Al WWTR, Penske domina con Newgarden le libere a lungo rimandate. Power-Ericsson crash

Maltempo a farla da padrona nella prima giornata della Bommarito Automotive Group 500 presso il World Wide Technology Raceway. La prima sessione di libere è stata rimandata di oltre otto ore dalla schedule originale a causa dei forti temporali sulla zona di St.Louis.

Le monoposto dell’IndyCar Series invece che alle 11.00 AM hanno infine potuto disputare i 60’ previsti sotto le luci artificiali (come peraltro avverrà in gara), pochi contando le tante incognite che la serie aveva in serbo per questa gara.

In primis le “alternate” da ovale, che dovranno essere usate anche in gara, per almeno due giri, anche se partiranno tutti con le prime. Un treno è stato fornito per queste libere ed un altro verrà dato agli equipaggi in gara. Dalle dichiarazioni dei piloti, pare peró che questa mescola non fornisca un apporto sostanzialmente differente, e anche il suo degrado non desta preoccupazioni.

Non possono invece fare dormire sonni tranquilli le tante escursioni nei pressi dei muretti, fortunatamente tutte senza incidenti. L’unico contatto importante invece è derivato da un’ingenuità da parte di Scott McLaughlin, giratosi sull’erba nell’outlap. Il compagno di squadra Will Power nel cercare di evitarlo, è andato alto sbattendo e nel tornare in pista ha trovato la monoposto di Marcus Ericsson. Nessuna conseguenza per i due piloti, ma macchine da ricostruire nella notte.

Ben cinque penalità inoltre assegnate dalla serie per il quinto motore utilizzato fuori dal chilometraggio consentito. Sconteranno nove posizioni in griglia lo stesso McLaughlin, i motorizzati Honda Scott Dixon, Takuma Sato e Kyle Kirkwood ed infine Agustin Canapino del JHR.

Tornando ai risultati della pista, Penske al meglio con Josef Newgarden, che ha vinto qui le ultime tre edizioni ed ambisce ad un clamoroso sweep delle gare su ovale, seguito da McLaughlin. Solo un altro ex-vincitore, Takuma Sato, si frappone all’un-due-tre del Captain, con Power quarto nella lista dei tempi.

A seguire ancora le McLaren di Felix Rosenqvist ed Alexander Rossi, con Pato O’Ward appena fuori dalla top ten. Ottimo debutto frattanto di Conor Daly, P8, al Rahal Letterman Lanigan al posto di Jack Harvey, mentre il caposquadra Graham Rahal chiude mestamente la graduatoria a seguito di problemi di maneggevolezza della sua DW12-Honda.

La schedule del weekend prevede ora le qualifiche alle 11.00 AM ET di domenica, mentre lo start della gara è stato mantenuto alle 3.30 PM ET di domenica, vale a dire le 21.30 nostrane. Qualifiche visibili gratuitamente alle 17.00 italiane sulla piattaforma IndyCarLive mentre la gara sarà trasmessa come di consueto sui canali Sky. Al momento non si prevedono nuove precipitazioni di rilievo nell’area del circuito.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere

Ericsson

IndyCar – Ericsson, pluriennale con Andretti. Foyt si allea con Penske

Un altro tassello del puzzle dell’IndyCar Series 2024 si va a collocare con l’annuncio del contratto pluriennale che legherà a partire dalla prossima stagione Marcus Ericsson all’Andretti Autosport.

L’ingaggio del vincitore della Indy 500 dello scorso anno era ormai nell’aria dopo che le trattative col team Ganassi erano giunte ad uno stallo, principalmente dal punto di vista economico.

Sapremo in un secondo momento chi sarà a cedere il posto al 32enne svedese, atteso che Colton Herta e Kyle Kirkwood hanno già un contratto per la prossima stagione, ma ci aspettiamo a breve che si posizionino nuove tessere del domino anche negli altri top team, escluso Penske che ha già i suoi tre piloti confermatissimi per la prossima stagione.

Frattanto proprio la squadra del Captain è protagonista dell’altra news che ha movimentato il paddock IndyCar: la formalizzazione dell’alleanza fra i team Foyt e Penske.

L’accordo prevede che la squadra gestita da Larry Foyt inizi da subito ad utilizzare gli ammortizzatori ed il supporto tecnico della squadra campione in carica, ma l’accordo va oltre la semplice fornitura di pezzi e l’assistenza negli assetti.

La relazione, non nuova nella serie (pensiamo alla partnership iniziale tra Andretti e MSR), secondo un noto media statunitense permetterà a Penske di inserire nei prossimi anni nel team Foyt una nuova generazione di tecnici e meccanici da formare, cosí come peraltro anche i piloti del programma Force Indy, che ora vede impegnato nell’Indy NXT Ernie Francis Jr.

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Lo scorso fine settimana è stata invece festa grande all’Autodromo Oscar y Juan Galvez di Buenos Aires per il ritorno in gara nel Turismo Carretera di Agustin Canapino. Il risultato della gara non è stato del tutto lusinghiero per il Titàn de Recife, che ha chiuso solamente 12mo, accolto però da un bagno di folla di stampo calcistico.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – Lundqvist, debutto su ovale a Gateway

Dopo la fenomenale cavalcata di Scott Dixon al Gallagher GP di Indianapolis, l’IndyCar Series si ritrova nel fine settimana alle porte di St.Louis, al World Wide Technology Raceway.

Oltre alle consuete entry full-season, sarà l’occasione per vedere in azione per l’ultima volta quest’anno anche Ed Carpenter e Takuma Sato.

A questi come noto si aggiungerà Conor Daly, il quale chiuderà la stagione nelle fila del Rahal Letterman Lanigan al posto di Jack Harvey, e ancora una volta Linus Lundqvist, ancora una volta chiamato all’opera dal Meyer Shank Racing al posto dell’infortunato Simon Pagenaud.

Il campione in carica Indy Lights, dopo le belle prove di Nashville ed Indianapolis, è divenuto l’oggetto del desiderio del mercato piloti 2024 e, dopo gli abboccamenti iniziali con l’RLL, potrebbe approdare addirittura presso il Chip Ganassi Racing al posto del connazionale Marcus Ericsson, le cui trattative per il rinnovo paiono non proseguire secondo le attese, e che, come già accennato su queste pagine, potrebbe alla fine accasarsi all’Andretti Autosport.

Peraltro la querelle tra Alex Palou, Team Ganassi e McLaren ha assunto nuovamente un piano legale con la causa intentata da quest’ultima nei confronti del pilota, il quale ha anche scaricato il proprio management, la MIM, in favore di Roger Yasukawa, che già aiutó Palou ad inserirsi nella serie.

Nel frattempo comunque ci sarebbe anche un campionato da vincere, ed il catalano potrebbe chiudere già con due gare di anticipo proprio sull’ovale corto di Gateway, stante il distacco attuale sulla concorrenza, capitanata da Scott Dixon.

E proprio il sei volte campione, insieme a Will Power, è stato incaricato di proseguire i test con le nuove unità motrici dotate di sistema ibrido per la prossima stagione. Il 16-17 agosto sulla versione corta del circuito di Sebring sono stati percorsi complessivamente oltre 800 giri per circa 1.400 miglia con soddisfazione di piloti e motoristi.

Il weekend di Gateway sarà compresso nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 agosto. Si comincia con le libere alle 11.00 AM ET della giornata di sabato, seguite dalle qualifiche alle 2.00 PM ET, mentre la Bommarito Automotive Group 500 prenderà il via alle 3.30 PM ET di domenica, pari alle 21.30 nostrane. Libere e qualifiche saranno fruibili gratuitamente sulla piattaforma IndyCar Live mentre la gara sarà trasmessa dai canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – Colton Herta con i colori del padre a Laguna Seca

Lo scorso maggio Colton Herta aveva fatto un regalo di compleanno speciale a papà Bryan, la Reynard-Ford con la quale aveva conquistato la sua prima vittoria a Laguna Seca, nel 1998.

Ieri la rivelazione che Colton vestirà i medesimi colori (sponsor a parte, ovviamente), 25 anni dopo, nel season finale 2023. L’unveiling è avvenuto presso la factory Andretti.

Inter nos, si tratta degli stessi colori resi celebri nel famoso “The Pass” al Corkscrew ad opera del nostro Alex Zanardi due anni prima, e Herta si ripetè l’anno successivo sullo stesso tracciato per la sua seconda ed ultima vittoria nell’allora serie CART.

L’IndyCar non è nuova alle livree throwback, anche se, a differenza dell’attuale F1, si tratta di un fenomeno abbastanza recente e, permetteteci, meglio gestito (a livello mediatico intendo) e circostanziato.

Senza contare i colori neroeoro Lotus della DW12 del Dragon Team 2012 equipaggiata ahimè con lo scarso propulsore sviluppato da John Judd, il primo serio tentativo risale a due anni dopo, con la DW12-Chevy di Helio Castroneves a rivestire per la 98ma Indy 500 il giallo Pennzoil delle monoposto vincitrici con Johnny Rutherford nel 1980 e con Rick Mears nel 1984 e nel 1988.

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Castroneves, che all’epoca contava tre dei quattro successi complessivi nel Greatest Spectacle in Racing, quell’anno arrivò secondo alle spalle di Ryan-Hunter-Reay. Livrea e sponsor riapparvero nel 2016 per il 50mo anniversario del Team Penske, ma lo “Yelio Submarine” arrivò solamente undicesimo.

I medesimi colori sono poi stati portati in pista nelle edizioni 2021, 2022 e 2023 da parte di Scott McLaughlin, che nel suo primo outing ottenne il titolo di Rookie of The Year.

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Sempre nel 2016 la Dallara-Honda di Scott Dixon venne vestita nuovamente del celebre “Lightning Bolt”, il fulmine giallo dello sponsor Target reso famoso dai successi di Zanardi e Jimmy Vasser a fine anni ‘90. Poca fortuna peró per The Iceman in questo caso perchè alla fine giunse solamente sesto in campionato, con nonostante due vittorie ed altrettanti podi in 16 gare.

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Infine il più recente tentativo in occasione dell’ultima Indy 500, ad opera dell’Arrow McLaren, che propose le sue monoposto con livree ispirate ai grandi successi del marchio, in occasione dei propri 50 anni, tra cui la papaya livery portata al successo da Johnny Rutherford nel 1974.

A dire il vero anche Fernando Alonso, nel suo primo tentativo di accaparrarsi la Triple Crown nel 2017 sfoggiò colori simili nell’effort condiviso tra McLaren ed Andretti Autosport, colori infine ripetuti anche nell’infruttuoso tentativo del 2019.

Piero Lonardo

Foto: Andretti Autosport, IndyCar Series, Arrow McLaren

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IndyCar – RLL scarica Harvey: per Gateway arriva Daly

Ormai era questione di tempo prima che il Rahal Letterman Lanigan scaricasse Jack Harvey, evento che è avvenuto poco fa. La notizia mediante un comunicato stampa del team, con Bobby Rahal a porgere i ringraziamenti di rito al pilota per gli sforzi compiuti.

Al suo posto il prossimo fine settimana a Gateway Conor Daly, ancora una volta a fungere da immediata riserva per un pilota indisponibile.

Daly, che vanta 107 presenze nell’IndyCar Series, ha fin qui corso, a partire dal 2013, per ben otto squadre ma mai con l’RLL, e con la sua esperienza, soprattutto sugli ovali, cercherà di aiutare l’entry #30 a far parte delle 22 ammesse al cosiddetto Leader’s Circle, che garantisce un’entrata monetaria garantita dalla serie di circa 910.000 Dollari tra le iscrizioni full season.

Al momento la terza entry del team RLL si classifica quale 24ma su 27 entry, appena dietro, ironia della sorte, alla #60 del MSR che Daly ha condotto a Mid-Ohio e nel doubleheader dell’Iowa e alla #78 del Juncos Hollinger di Agustin Canapino, e davanti alla #29 dell’Andretti Autosport di Devlin de Francesco. Poco più avanti in classifica, al 21mo posto, la #20 dell’Ed Carpenter Racing che Daly ha portato all’ottavo posto assoluto alla Indy 500.

Harvey dal canto suo nell’anno e mezzo trascorso al Rahal Letterman Lanigan ha conquistato la top ten una sola volta a Nashville lo scorso anno, e lo scorso sabato al Gallagher GP ha segnato una delle sue migliori prestazioni dell’anno col 14mo posto finale.

Rahal ha inoltre affermato che “useranno le tre gare finali della stagione per valutare altri talenti.” Attendiamo quindi di conoscere se Daly continuerà a pilotare la DW12-Honda #30 anche nelle due restanti gare di Portland e Laguna Seca, atteso che Linus Lundqvist, il quale aveva già in piedi un mezzo accordo con il team RLL, e che sabato è terminato appena al di fuori della top ten alla sua seconda gara per il MSR, potrebbe facilmente essere riconfermato in seno a quest’ultima squadra al posto dell’infortunato Simon Pagenaud, anche in chiave futura.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – Ecco la McLaren per il Double 2024 di Kyle Larson

Svelate domenica nella cornice del weekend congiunto IndyCar/NASCAR di Indianapolis le due vetture con le quali Kyle Larson correrà il cosiddetto Double il 26 maggio 2024 per McLaren ed Hendrick Motorsports.

Larson, il cui effort è stato annunciato lo scorso gennaio, non potrà correre col numero 5 abitualmente utilizzato sulla Chevrolet NASCAR, bensí col 17.

Il Double consiste nel disputare nella stessa giornata la Indy 500 e la Coca Cola 600 a Charlotte, e Larson sarà il quinto pilota a cercare la gloria in questa speciale cavalcata di 1.100 miglia totali, dopo John Andretti (1994), Tony Stewart (1999 e 2001), Robby Gordon (1999, 2000, 2002, 2003, 2004), e Kurt Busch (2014).

Il migliore Stewart, l’unico che fin qui è riuscito a terminare entrambe le gare, piazzandosi sesto alla Indy 500 e terzo a Charlotte nel 2001.

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Il programma prevede che Larson raggiunga il “Roval” dopo la conclusione della 108ma edizione della 500 Miglia in tempo per lo start della gara valida per la NASCAR Cup, ma prima il campione 2021 dovrà sottostare al Rookie Orientation Program obbligatorio, per il quale ha da tempo iniziato a prepararsi al simulatore presso la sede di Arrow McLaren, con l’aiuto dei titolari Felix Rosenqvist ed Alexander Rossi.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Arrow McLaren

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IndyCar – Dixon monumentale ad Indianapolis. Niente da fare per Rahal

Scott Dixon trionfa al Gallagher GP di Indianapolis al termine di una lunga rimonta dal fondo dopo un testacoda al primo giro ed il sei volte campione diventa il major contender del compagno Alex Palou nella lotta per il titolo 2023.

Ma andiamo per gradi. Alla partenza Devlin DeFrancesco brucia Graham Rahal in pole risalendo dalla terza fila, approfittando della larghezza del rettilineo principale dell’IMS (ricordiamoci percorso in senso contrario rispetto alla 500 miglia).

Poche curve dopo Alex Palou tocca da dietro Marcus Armstrong che si gira. Coinvolti anche Romain Grosjean, che si gira come Scott Dixon, mentre Josef Newgarden, relegato in penultima fila dalla penalità per il cambio del motore, ritenuto colpevole della qualifica povera di ieri, giunta in mattinata, non riesce a frenare e si inerpica sulla monoposto #11, ritenuta colpevole della melèe dalla direzione gara. Il due volte campione perde un giro e sostanzialmente non si riavrà più da questa situazione.

Della Full Couse Yellow, che rimarrà l’unica della gara, ne approfittano in pochi, tra cui Dixon e Colton Herta, quest’ultimo gravato da una foratura, ma il neozelandese è l’unico a cambiare le black con cui era partito, con un set di alternate immacolate.

Al restart, DeFrancesco, partito con le primary, cede di schianto e lascia strada non solo a Rahal, ma anche alle McLaren di Pato O’Ward, il migliore sulle black, ed Alexander Rossi, che ha già superato Christian Lundgaard, e che poco dopo dispone anche del compagno di squadra piazzandosi alle spalle di Rahal.

Frattanto Alex Palou, anch’egli partito con le red, cerca di migliorarsi dall’ottava posizione di partenza, ma dopo un errore nel sorpasso a DeFrancesco, opta per una tattica attendista.

I due battistrada si fermano tra il 22mo ed il 24mo giro; entrambi montano le black e Rahal esce davanti a Rossi, mentre Lundgaard inizia la strategia di sacrificio nei confronti del caposquadra fermandosi tre tornate più tardi ma, al contrario di Rahal, monta un altro set di red ed esce davanti ad O’Ward.

Davanti a tutti c’è Dixon con la sua strategia apparentemente sconclusionata davanti a Grosjean, che pure si è fermato in regime di neutralizzazione, seppur confermando le primary, ma la gara del franco-svizzero subisce una battuta d’arresto al pit successivo, per un problema alla posteriore sinistra.

Dopo che Dixon si è fermato una seconda volta (ancora red), Lundgaard, passato Rossi, inizia la rimonta verso Rahal, che peró non si concretizza in un tentativo di sorpasso, nonostante l’evidente differenza di prestazioni, con la vettura #15 che alla sosta successiva rimonta un set di black.

Lundgaard, che in quel momento vanta oltre 27” su Dixon, è invece costretto alle primary, che lascerà per appena 10 giri; la strategia del box RLL, che peraltro permette ad O’Ward di uscire davanti al danese, verrà contestata dal pilota a fine gara.

Al lap 59 inizia il gran finale di Dixon, che monta un set di alternate nuove di zecca, contrapposte alle gomme usate dei tre inseguitori. Dopo il pit di Rahal, quattro tornate dopo, Dixon si ritrova con 7” di vantaggio che deve mantenere per 22 giri, tenendo conto anche dei consumi di questo super-stint, sempre sperando che non arrivi una Full Course Yellow a movimentare ulteriormente le acque.

Inizia quindi l’inseguimento a colpi di push-to-pass da parte di Rahal, che a meno di 8 giri si porta a meno di 2” dal battistrada, che a -2 giri diventano appena 2 decimi, però senza mai impensierire realmente il sei volte campione, che anche quest’anno porta a casa una vittoria (per il 19mo anno di fila), portandosi a quota 54 vittorie nella serie, nel giorno della sua 319ma partenza consecutiva, che infrange il record detenuto da Tony Kanaan, in quella che è stata subito battezzata dai media “Spin and Win2″ in onore della nota vittoria da parte di Danny Sullivan nella Indy 500 del 1985.

In classifica generale, stante il 25mo posto di Josef Newgarden e la P7 di Alex Palou, Dixon diventa il major contender del catalano, a 101 lunghezze contro le 105 dell’alfiere Penske.

Un’ultima appendice non di poco conto su Palou riguarda l’ennesima puntata della querelle sul futuro del pilota e che trae vita da una dichiarazione nel pre-gara da parte di Zak Brown, nella quale il patron McLaren ha affermato: “Sono estremamente contrariato del fatto che Alex Palou non intenda onorare il proprio contratto per correre con noi in IndyCar nel 2024 ed oltre. E’ tutto ciò che ho da dire sul tema per ora”.

A queste affermazioni ha risposto mediante un comunicato diffuso a mezzo social, a meno di un’ora dalla partenza della gara, nientemeno che Chip Ganassi in persona: “Tutti coloro che mi conoscono sanno che non ho l’abitudine di commentare situazioni contrattuali. Di conseguenza, sono stato zitto sin dall’inizio di questa storia ma ora sento di dover rispondere. Sono cresciuto rispettando il Team McLaren ed il suo successo. Per il nuovo management non ho lo stesso rispetto. Alex Palou è stato parte del nostro team e sotto contratto sin dalla stagione 2021. E’ l’interferenza in questo contratto da parte di McLaren che ha iniziato questo processo e ironicamente, ora giocano a fare le vittime. Semplicemente, la posizione di McLaren IndyCar nei confronti del nostro pilota è inaccurata e sbagliata; egli rimane sotto contratto col CGR.”

Dietrofront definitivo quindi da parte di Palou (e del suo management) nei confronti di McLaren, colpevole forse di avergli fatto balenare la possibilità di correre in F1 quando in realtà si stava già ben coprendo assumendo Oscar Piastri ? Pare di sí.

L’IndyCar Series tornerà il 27 agosto con l’ultima prova su ovale al World Wide Technology Raceway, conosciuto anche come Gateway Motorsports Park, di Madison, Illinois.

Piero Lonardo

Foto: Chip Ganassi Racing

L’ordine di arrivo