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IndyCar – Bourdais e Daly al top nei primi test di Indy. VeeKay crash

La prima delle due giornate dei test collettivi IndyCar all’Indianapolis Motor Speedway è stata purtroppo tormentata dal maltempo, che ha ridotto considerevolmente le attività in pista.

Al mattino, sotto gli occhi vigili delle telecamere di Peacock, che per la prima volta andavano a coprire in forma ufficiale una sessione di test della serie, le condizioni non erano particolarmente invoglianti per le 32 vetture presenti, e tra i primi a scendere in pista, Rinus VeeKay dopo appena quattro giri di riscaldamento picchiava duro in curva 1, probabilmente aiutato dal vento che a tratti regalava vigorose folate.

Risultato, macchina da ricostruire e frattura all’indice della mano sinistra per il rookie of the year della scorsa stagione, il quale è stato abilitato dai medici a proseguie coi test grazie ad una microprotezione, anche se all’Ed Carpenter Racing dovranno nel caso utilizzare il muletto, al momento settato sulle condizioni da circuito stradale.

Daly

Per il team del tre volte polesitter però non si è trattato di una giornata totalmente sprecata, perchè con l’altra DW12-Chevy coi colori dell’U.S. Air Force Conor Daly ha segnato la migliore prestazione del turno, prima che pioggia e vento chiudessero dopo appena 90’ la sessione con 222.714 mph. Al team owner la seconda prestazione del momento.

La ripresa delle attività avveniva solo nel tardo pomeriggio, per preservare la sessione destinata al rookie orientation & refresher, che vedeva in pista undici piloti. A primeggiare Sebastien Bourdais, coinvolto in quanto assente lo scorso anno, alla media top di 224.427 mph. A seguire Sage Karam con la vettura del Dreyer & Reinbold, e Helio Castroneves con la seconda entry del Meyer Shank Racing.

Kanaan

A lato della scarsa azione in pista, l’occasione è stata utile per alcune attività media, fra cui spiccano le presentazioni delle livree di Tony Kanaan per la macchina del team Ganassi condivisa con Jimmie Johnson e di JR Hildebrand, di ritorno a Indy con la quarta entry del Team Foyt.

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Oggi è prevista la seconda ed ultima giornata di test, a partire dale 9.00 AM locali. Il meteo dovrebbe essere clemente senza rischio di pioggia e con temperature che toccheranno anche I 25°

Piero Lonardo

I risultati della veteran session

I risultati della rookie session 

Foto: IndyCar, Team Ganassi, Team Foyt

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IndyCar – Ferrucci a Indy con RLL. Montoya con l’86 di Revson

La marcia di avvicinamento all’inizio della stagione 2021 dell’IndyCar Series volge al termine, così come al fatidico mese di maggio, naturale collocazione della Indy 500 che si disputerà il giorno 30.

Le ultime novità in tema di piloti riguardano proprio la 105ma edizione del Greatest Spectacle in Racing, in primis con l’annuncio di poche ore fa di Santino Ferrucci. La giovane promessa del Connecticut, fresco di debutto nella NASCAR Xfinity Series, sarà infatti della partita a Indy con la terza vettura del team RLL.

Ferrucci sarà alla terza apparizione ad Indianapolis, dove nel 2019 ha guadagnato il titolo di Rookie of the year col settimo posto finale mentre nel 2020 è arrivato addirittura quarto, sempre col Dale Coyne Racing.

McLaren86

L’altra novità odierna riguarda un due volte vincitore, Juan Pablo Montoya, che consoliderà il proprio rapporto con l’Arrow McLaren SP sfoggiando un numero storico, l’86 appartenuto a Peter Revson, autore della pole position 50 anni fa nell’edizione 1971 proprio con una McLaren.

Paretta

Rivelata nei giorni scorsi infine anche la livrea ufficiale del Team Paretta per Simona de Silvestro.

Nel frattempo i piloti si stanno preparando per l’inizio della stagione, che avverrà a Barber Park fra due weekend. Dopo l’esperimento con i push-to-pass all’IMS della scorsa settimana, esperimento che ha generato riscontri discordi tra piloti ed addetti ai lavori, si è passati all’ovale del Texas Motor Speedway.

Anche in questo caso la risposta dei piloti non è stata delle più soddisfacenti, imputato in questo caso il manto stradale, reputato ancora estremamente scivoloso all’interno delle curve 1 e 2. Alcuni dei 17 drivers impegnati, tra i più rappresentativi della serie, le due curve iniziali dell’ovale sono state definite come impraticabili (testualmente “no-go zone”) dopo la rimozione dello strato adesivo utilizzato dalla NASCAR a fine 2019.

La gara dello scorso anno aveva già evidenziato notevoli difficoltà, ma i problemi correlati al COVID, con il format ridotto ad una sola giornata, avevano messo in secondo piano il tema dell’aderenza, che invece si proporrà estensivamente nel doubleheader in programma l’1-2 maggio prossimi.

Nel frattempo la serie si sposterà nuovamente presso l’Indianapolis Motor Speedway, che l’8-9 aprile accoglierà la quasi totalità del parco partenti della Indy 500, per un totale di ben 32 macchine. La due giorni di test verrà seguita integralmente dalla nuova piattaforma streaming Peacock.

Ha avuto termine infine anche la serie virtuale iRacing Challenge, con il successo di Scott McLaughlin nella terza ed ultima tappa di Sebring. McLaughlin, che quest’anno disputerà tutta la stagione col team Penske, si è aggiudicato anche il campionato davanti al vincitore del season opener, Alex Palou, secondo anche al traguardo di Sebring precedendo a sua volta RC Enerson.

Piero Lonardo

Foto: RLL, Arrow McLaren SP, Team Paretta

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IndyCar – A Indianapolis col push-to-pass in chiave 2023

L’IndyCar Series, che si appresta ad iniziare la propria stagione agonistica fra tre settimane a Barber Park, non intende dormire sugli allori e si prepara all’introduzione delle nuove tecnologie.

Come noto, a partire dal 2023 gli attuali motori da 2,2 litri verranno sostituiti da più potenti unità di 2,4 litri, cui verrà abbinato un sistema ibrido KERS. In totale l’incremento massimo di potenza si attesterà a circa 100 HP complessivi.

Per simulare l’effetto del KERS, la serie ha programmato un test in data odierna all’Indianapolis Motor Speedway dove le attuali vetture verranno fornite di un push-to-pass capace di erogare circa 80 HP, vale a dire il doppio di quanto attualmente previsto per i soli circuiti stradali e cittadini.

Parteciperanno all’evento quattro vetture dei team più rappresentativi: il campione in carica Scott Dixon per il Team Ganassi, Alexander Rossi per l’Andretti Autosport, Josef Newgarden per Penske e Pato O’Ward per l’Arrow McLaren SP.

All’evento, che sarà “coreografato” per iniziare a comprendere le potenziali situazioni di gara, faranno seguito altri due test, importanti anche per verificare l’efficacia delle nuove modifiche aerodinamiche al fondo vettura introdotte per gli ovali, al Texas Motor Speedway e nuovamente all’IMS, la prossima settimana.

Da segnalare in questi ultimi scampoli di off-season la prosecuzione, ancorchè in tono minore - mediaticamente parlando - rispetto al 2020 della serie iRacing, che è giunta al suo secondo appuntamento. Dopo che Alex Palou ha trionfato sullo stradale di Montreal, è stata la volta di Sage Karam sull’ovale di Homestead. Il terzo ed ultimo appuntamento è in programma sulla pista virtuale di Sebring alle 6.30 PM (Eastern Time) di giovedì primo aprile.

Interessante anche l’iniziativa dello sponsor Carvana, che permetterà ai fans di scegliere una delle tre livree disponibili per la vettura di Jimmie Johnson mediante accesso al sito carvana.com/racing denominate “Blue Steel”, “Sir laps a lot” e “Indy Tuxedo”.

Rokit

Chi invece ha già definito la propria livrea è il team Foyt, che ha rivelato lo schema per la vettura #14 di Sebastien Bourdais per il nuovo sponsor Rokit, che accompagnerà il tetracampione ChampCar durante tutta la stagione.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Foyt

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IndyCar – Pietro Fittipaldi, ritorno da Dale Coyne. St.Pete ospiterà pubblico

Sarà Pietro Fittipaldi a dividere con Romain Grosjean il sedile della DW12-Honda #51 nella stagione entrante dell’IndyCar Series.

Il Dale Coyne Racing ha infatti annunciato poco fa che il 24enne nipote d’arte prenderà parte ai quattro appuntamenti sugli ovali della schedule 2021, compresa la 105ma edizione della Indy 500.

Curiosamente continuano ad incrociarsi i destini dei due piloti, compagni di squadra alla Haas F1 la scorsa stagione, con il brasiliano, reserve driver, a subentrare a Grosjean negli ultimi due round dopo l’incidente di Sakhir.

Per Fittipaldi si tratta inoltre di un ritorno col team di Plainfield, in quanto ha già disputato sei gare nel 2018, alternandosi con Zachary Claman de Melo e Santino Ferrucci sulla entry che portava il #19. Ancora da assegnare invece il sedile della vettura #52 per la Indy 500.

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L’altra novità odierna riguarda invece il Grand Prix of St.Petersburg, il cui management ha annunciato oggi che la gara potrà ospitare del pubblico.

La giunta comunale della città della Florida ha infatti approvato una risoluzione che permette a 20.000 spettatori al giorno di assistere al weekend di gara del 23-25 aprile prossimi. Come per il season finale 2020 di ottobre, saranno messi in opera specifici protocolli per garantire la sicurezza e la salute sul tema COVID-19, che consisteranno in controlli sanitari e misurazione della temperatura per tutti gli spettatori, i quali dovranno indossare obbligatoriamente le mascherine e mantenersi distanziarsi di almeno sei piedi (circa 150 cm) all’interno del circuito.

Ancora una volta gli organizzatori statunitensi garantiscono non solo il regolare svolgimento delle competizioni motoristiche, ma anche un graduale ritorno alla normalità dopo le tante rinunce causateci dalla pandemia.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, GPSP

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IndyCar – Pato O’Ward svetta nei test di Laguna Seca

L’IndyCar Series, dopo Sebring e Barber Park ha fatto scalo martedì per una ulteriore sessione di test prestagione a Laguna Seca.

Presenti quattro squadre ed otto vetture per Arrow McLaren SP, Dale Coyne Rcing, Reyer Shank Racing e Ed Carpenter Racing. Questi ultimi si sono presentati col solo Rinus VeeKay, mentre per il team di Zak Brown e Sam Schmidt è stata l’occasione di presentare in pista sia il terzo pilota Juan Pablo Montoya, che le nuove livree, ben distinguibili tra loro, per Felix Rosenqvist e Pato O’Ward.

E proprio il messicanino è stato l’autore del miglior tempo, seppur non ufficiale, della giornata. A seguire le due DW12-Honda di Dale Coyne, con Ed Jones a precedere il deb di lusso Romain Grosjean, il quale dimostra quindi di proseguire con profitto nell’acclimatamento alla serie americana.

Fanalini di coda i due “vecchietti”, Montoya ed Helio Castroneves, col brasiliano alla prima presa di contatto con la seconda vettura del Meyer Shank Racing.

La giornata si è svolta senza incidenti o uscite di strada sull’iconico tracciato californiano. Nota di colore, il ritardo della fornitura del carburante che ha fatto tremare i polsi alle squadre fino al primo pomeriggio, allorquando si è finalmente mostrato il camion dedicato al trasporto dell’E85.

In attesa del season opener di Barber Park del 18 aprile, diverse squadre tra cui Chip Ganassi Racing, Arrow McLaren SP e Dale Coyne racing, hanno in programma sessioni private di test su circuiti stradali, mentre il primo test su ovale, presenti ben sei team e quindici piloti, è previsto il 31 marzo al Texas Motor Speedway, che ricordiamo ospiterà il doublehader dell’1-2 maggio.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Grosjean, primo outing a Barber, ma il più veloce è VeeKay

Martedì è stato il giorno del debutto ufficiale nell’IndyCar Series per Romain Grosjean. Il 34enne transalpino si è infatti accomodato sulla DW12-Honda #51 del Dale Coyne Racing with Rick Ware per saggiare i propri limiti sulla pista di Barber Park.

L’occasione è stata data da un nuovo test collettivo dopo le prime uscite di Sebring, che ha visto partecipare, oltre alla squadra di Plainfield, anche il Team Penske, l’Ed Carpenter Racing, il Rahal Letterman Lanigan ed il Team Foyt, tutti al completo, per un totale di ben dodici vetture.

Anche se gli occhi erano tutti chiaramente puntati su Grosjean, il miglior tempo non ufficiale di 1.06.518 è stato appannaggio di Rinus VeeKay, a riprova del talento indiscusso del Rookie of the Year uscente. A seguire Sebastien Bourdais, ormai avvezzo alle continue rinascite, che però a differenza dell’olandese, ha reso noto di non aver utilizzato push-to-pass in occasione della sua migliore prestazione.

Alla fine della giornata Grosjean sarà ultimo in questa lista dei tempi, a poco meno di 1” dai primi, ma trattandosi del debutto assoluto in pista non si può che essere soddisfatti della prestazione dell’ex F1, portatosi peraltro a meno di un decimo dal suo nuovo compagno di squadra, Ed Jones, nonostante un testacoda in curva 1 dell’insidioso tracciato dell’Alabama.

Da un noto media statunitense è peraltro emersa la notizia che Gene Haas era pronto a sponsorizzare l’avventura del suo ex-pilota in IndyCar, ma che dopo il crash quasi fatale in Bahrain non se l’è più sentita. “Ha una moglie e tre figli, gli ho solo detto che non me la sentivo di dargli del denaro per uccidersi. Sentivo che aveva bisogno di rimanere a casa ad occuparsi della sua famiglia” avrebbe affermato Haas, nel ricordare la dinamica del drammatico incidente di Sakhir.

Ad ogni modo Grosjean ha trovato il sostegno di due suoi connazionali quali Bourdais ed Olivier Boisson, il suo ingegnere di macchina, coprotagonista dei successi col nativo di Le Mans nell’era ChampCar e oltre.

Ricordiamo che Barber Park sarà teatro del season opener 2021 della serie, il 18 aprile prossimo.

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Nel frattempo, sono state diffuse le immagini di ulteriori nuove livree, tra cui spicca sicuramente quella della DW12-Honda #48 di Jimmie Johnson.

Piccolo cambiamento infine nella schedule parziale di Helio Castroneves al Meyer Shank Racing. Il popolare “Spider-man” sarà in azione a Nascville  l’8 agosto invece di debuttare coi nuovi colori a Barber Park. Il programma di sei corse totali si completerà con il GP di Indianapolis e la 105ma Indy 500, per chiudersi nel trittico del finale di stagione comprendente Portland, Laguna Seca e Long Beach.

Va detto infine che l’atteso annuncio della partnership tra Michael Andretti e Michel Jourdain Jr. annunciato nei giorni scorsi si è concretizzato solamente in una entry condivisa nella Super Copa, il campionato turismo messicano. Piccola delusione quindi per chi pensava di vedere riuniti i due ex-contender dei tempi della CART.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Ganassi