Il Music City Grand Prix si è fatto desiderare, ma dopo un lungo ritardo – 2 ore – per fulmini e pioggia, ci ha ripagato con tanto spettacolo e una vittoria, ancora una volta dalle retrovie, di una vettura del Team Ganassi.
Dopo l’incredibile successo nell’atto inaugurale del 2021, questa volta è toccato a Scott Dixon. Partito 14mo, il sei volte campione IndyCar è rimasto coinvolto, come tanti, in un contatto multiplo al lap 26 innescato da Callum Ilott, subendo danni al posteriore della sua DW12-Honda da parte di Dalton Kellett.
Ciononostante, dopo una serie interminabile di soste per sistemare la sua vettura (alla fine si conteranno ben 7 pitstop, compreso un emergency pit che gli costerà una penalità), si è avvantaggiato al momento giusto con l’ultimo pit per accomodarsi dietro l’enfant du pays Josef Newgarden, il quale però doveva fermarsi ancora una volta, ed in seguito mantenere il comando fino alla bandiera a scacchi.
Le fasi finali non sono state però una passeggiata per il runner-up all-time in vittorie – da oggi in solitario con la 53ma su Mario Andretti e a -14 da A,J. Foyt – il quale nelle fasi finali ha dovuto mantenere la posizione prima sul rookie d’assalto Christian Lundgaard e poi sul dominatore delle qualifiche, il connazionale Scott McLaughlin, risalito dopo vari alti e bassi dalla sesta piazza con due furiosi restart susseguenti ad altrettante neutralizzazioni.
L’ultimo restart, il classico shooutout di un giro e mezzo dopo una red flag per non fare terminare la gara under caution, non è bastato all’”altro Scott” per avere la meglio, e Dixon può involarsi alla caccia del suo settimo titolo, a sole 6 lunghezze dal leader, Will Power
A podio per la gioia (forse) del Team Ganassi anche Alex Palou, pur’egli ancora a portata di titolo, a -33 lunghezze. Completano la top five altri due piloti risaliti “alla Ericsson” da altrettanti incidenti nelle fasi iniziali, Alexander Rossi e Colton Herta, a precedere a loro volta Newgarden, il quale limita i danni chiudendo nel finale su Lundgaard, crollato in carenza di push-to-pass anche su Felix Rosenqvist.
Solo P11 per il capoclassifica Will Power, pure crollato nel finale forse per le varie botte prese dalla sua vettura, cosí come Marcus Ericsson, terminato in P14 praticamente senza cambio; quest’ultimo, pur rimanendo assolutamente in lizza (si mantiene terzo a -12) ad ogni gara vede il titolo allontanarsi.
Gara totalmente da dimenticare invece per Pato O’Ward, protagonista dell’incidente che ha penalizzato anche Graham Rahal nelle fasi iniziali, e per un Romain Grosjean tornato in grande spolvero, “fatto” fuori” da Newgarden a 4 tornate dalla fine. Peccato infine per gli altri due rookie, David Malukas e Kyle Kirkwood, eliminatisi a causa di una manovra azzardata di quest’ultimo dopo oltre tre quarti di gara dopo essere stati stabilmente protagonisti della top ten.
Da segnalare anche l’aggiunta di una quarta gara, Laguna Seca, alla schedule del Paretta Autosport e di Simona de Silvestro, sparita oggi dai radar nella melèe del giro 26.
Nel frattempo il prossimo appuntamento con l’IndyCar Series sarà sabato 20 agosto sull’ultimo ovale stagionale, il World Wide Technology Raceway di Madison, Illinois.
Piero Lonardo
Foto: Chip Ganassi Racing
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