Josef Newgarden sbanca St.Petersburg nel season opener IndyCar 2024. Il nativo del Tennessee ha guidato il gruppo dei 27 dal via alla bandiera a scacchi, concedendosi solamente una breve pausa in occasione della prima sosta collettiva in regime di Full Course Yellow.
La supremazia di Newgarden nel weekend tra i muretti della Florida, già emersa nelle qualifiche, ha espresso al meglio il potenziale del Team Penske, che piazza anche Scott McLaughlin e Will Power in top five. Ma andiamo per gradi.
Al via, Newgarden parte con le black ma non fatica a tenersi dietro Felix Rosenqvist e Pato O’Ward, entrambi sulle alternate, mentre poco dietro Mclaughlin, pur’egli sulle primary, inizia a sgomitare su Rinus VeeKay e a centro gruppo Scott Dixon deve andare largo per limitare i danni su Romain Grosjean, ma è Christian Lundgaard ad avere la peggio, costretto subito ai box per una foratura.
Dietro i due battistrada si fa largo Colton Herta, avvantaggiato ai pneumatici più soffici, ma non riesce ad andare oltre la terza piazza.
Il primo colpo di scena al lap 27, a causa del contatto di Marcus Armstrong nelle gomme a protezione di curva 10. Ne approfittano tutti per anticipare la prima sosta ed Herta esce davanti a Rosenqvist in turn 1, ma è costretto a cedere la posizione. Newgarden esce loro dietro, ma attende il restart e sulle coperture morbide si sbarazza presto di entrambi con O’Ward e McLaughlin a rimorchio.
La nuova neutralizzazione avviene dopo appena 4 tornate, questa volta causata dalla monoposto di Sting Ray Robb, fumante nella via di fuga di curva 1. Ne approfitta Lundgaard, il quale ha ritardato la sosta per non perdere il giro, cosí da rendere Newgarden effettivo primatista.
Nella fase centrale di gara il ritiro del vincitore 2023, Marcus Ericsson, per problemi di potenza, mentre Power avanza sino alla sesta piazza, sempre su gomme black, avendo riservato come McLaughlin le alternate per il terzo ed ultimo stint.
Herta prova a ritardare la sosta ma l’overcut non sortisce effetto, e dopo il secondo giro di pit, avvenuto in regime di corsa libera, si ritrova alle spalle di Newgarden e O’Ward ma davanti a McLaughlin.
Al lap 69 Grosjean manda Linus Lundqvist, al debutto per Ganassi, nelle solite gomme di curva 10. Inevitabile il drive-through per il francese che poco dopo sarà costretto all’abbandono per problemi al cambio.
Con ancora un quarto di gara da disputare McLaughlin rompe gli indugi su Herta che perde la posizione anche su Power. Peggio ancora per Rosenqvist, che scivola in P7, incapace di far rendere al meglio le black, cedendo anche ad Alex Palou. Il campione in carica, autore di una qualifica non ottimale, ha optato per una tattica attendista che alla fine lo premierà col sesto posto.
Davanti Newgarden può godersi il meritato trionfo davanti a O’Ward, secondo come lo scorso anno, McLaughlin e Power per il poker Chevy. A seguire, Herta, Palou, Rosenqvist, poi ancora Alexander Rossi, altro pilota che ha corso in difesa dopo essere partito dalla quindicesima piazzola, Dixon e Rinus VeeKay.
Buone prove per Santino Ferrucci, appena fuori dalla top ten, ma anche per il rientrante Pietro Fittipaldi (15mo, 11 posizioni guadagnate dal via) e per Kyffin Simpson che gli termina davanti dalla 23ma piazzola al debutto nella serie. Chiude la gara ad un solo giro dai primi anche il super-debuttante Colin Braun, la cui vettura ha dato spettacolo ai box per una perdita di etanolo.
Prossimo appuntamento con l’IndyCar Series, la One million Dollar race al Thermal Club, gara fuori campionato, fra due settimane.
Piero Lonardo
Foto: NTT IndyCar Series