Alex Palou è il vincitore del GMR Grand Prix di Indianapolis. Il catalano, sfruttando anche la strategia vincente predisposta dal Team Ganassi, ha condotto gran parte degli 85 giri, disponendo sin dalle prime curve del polesitter Christian Lundgaard, partito – al contrario di Palou – con le primary, e installandosi al comando dell’IndyCar Series 2023.
Il giovane danese del Rahal Letterman Lanigan si è ritrovato al comando dopo la prima sosta, ma le alternate nuove hanno potuto opporre poca resistenza alla distanza sulle gomme di Palou, che poco prima della seconda sosta ha avuto la meglio sostanzialmente per non voltarsi più indietro, nonostante un’ultima sosta da effettuare, favorito anche dall’assenza di interruzioni.
L’unica Full Course Yellow, a dispetto dei tanti contatti al via, di cui hanno fatto le spese Graham Rahal, Romain Grosjean e Scott McLaughlin, tutti costretti a una sosta extra per cambiare il muso, si è concretizzata per il contatto tra Sting Ray Robb e David Malukas, che ha tolto di mezzo entrambe le vetture di Dale Coyne.
Nessuna neutralizzazione invece per le macchine di Simon Pagenaud e Santino Ferrucci, ferme lungo la corsia box, entrambe con una ruota mal fissata, dopo la terza ed ultima sosta programmata, che avrebbe potuto cambiare l’economia dei consumi, sia di gomme che di carburante.
Grande prova di forza invece delle tre McLaren, con Pato O’Ward a terminare per la terza volta quest’anno alle spalle del vincitore, mantenendo cosí la seconda piazza in classifica davanti ad Alexander Rossi, mentre Felix Rosenqvist chiude la top five dietro Lundgaard, che dopo il secondo posto dello scorso luglio si conferma a proprio agio nell’infield dell’IMS. Bene anche Graham Rahal il quale, partito con morbide, dopo la disavventura iniziale (bisognerebbe capire perchè dopo tanti anni se c’è una melèe a centro gruppo vi si trova sempre coinvolto..) termina decimo.
Restando nell’ambito del Team RLL, al contrario Jack Harvey, partito dalla quarta piazzola con la medesima strategia di Lundgaard, chiude mestamente in P20.
Il team Ganassi piazza anche Scott Dixon ed il precedente leader, Marcus Ericsson, in top ten, mentre è il solo Colton Herta a difendere l’onore dell’Andretti Autosport. Il vincitore del 2022 (va ricordato, in ben altre condizioni meteo) cederà nel finale dopo aver “avvistato” la top five nonostante la 14ma piazzola di partenza. Destino simile anche al Team Penske, dove il solo Newgarden riesce a chiudere tra i primi dieci.
Ennesima nota di demerito per SkySport, che ancora una volta si è superata, trasmettendo l’audio originale con un fastidiosissimo ritorno per tutta la gara. Continuate pure cosí……
Ma è il mese di maggio, e già da martedí prossimo si comincerà a lavorare alla 107ma Indy 500, e le 34 vetture iscritte scenderanno in pista per le prime libere del Greatest Spectacle in Racing.
Piero Lonardo
Foto: IndyCar Series