Patricio O’Ward arriva finalmente alla prima meritatissima vittoria nell’IndyCar Series in Gara 2 al Texas Motor Speedway. L’alfiere dell’Arrow McLaren SP, partito dalla quarta piazzola, dopo la bellezza di cinque podi riesce a mettere la prima W sul tabellone per se stesso e per la scuderia a ben 42 anni di distanza dall’ultimo successo tra le monoposto USA, a firma Johnny Rutherford.
La corsa, che come la prima leg del doubleheader, partiva con la griglia designata dalle posizioni in campionato, con Scott Dixon davanti ad Alex Palou, Will Power e O‘Ward, ma nemmeno il tempo di transitare sotto la green flag che un crash multiplo nelle retrovie metteva fuori causa la bellezza di sei vetture, delle otto totali coinvolte.
Era Pietro Fittipaldi, alla sua seconda partenza dell’anno nella serie per Dale Coyne al posto di Romain Grosjean, ad innescare la carambola toccando Sebastien Bourdais (due su due in un weekend da dimenticare), che a sua volta tamponava Alexander Rossi. Entrambi si giravano e finivano per colpire Ed Jones, Dalton Kellett e soprattutto Conor Daly, che nel volo atterrava upside down, ramazzando con l’aeroscreen un bel po’ dell’erba a lato del banking.
Fortunatamente per il pilota di Noblesville, qui sub al Carlin per Max Chilton, nessuna conseguenza fisica, come peraltro per gli altri driver coinvolti. Dalla melée usciva miracolosamente indenne Colton Herta, mentre Tony Kanaan e James Hinchcliffe necessitavano di riparazioni ai box che li toglievano comunque dalla contention.
La gara sembrava ancora una volta destinata a terminare nelle mani di Scott Dixon – anche quest’anno una gran partenza di campionato per il sei volte campione – protetto alle spalle da Alex Palou e da un Jack Harvey sempre più positivo. Il pilota britannico dovrà però abbandonare anzitempo per un problema meccanico.
Erano però il box Penske e Josef Newgarden ad trarre il meglio della prima sosta delle quattro originariamente previste, per portarsi alle spalle del duo Ganassi. La seconda neutralizzazione della gara per detriti, intorno alla metà della percorrenza – più estesa rispetto alla corsa di sabato notte – permetteva al gruppone di rifornire in sicurezza.
Il momento decisivo della gara intorno all’incidente occorso all’altra McLaren di Felix Rosenqvist, che perdeva la posteriore destra in curva 3, chiamando nuovamente in causa la direzione gara al giro 190. Qui ancora una volta la crew diretta da Tim Cindric faceva la differenza permettendo a Newgarden di salire in testa dietro Takuma Sato.
Una volta sbarazzatosi del due volte vincitore della Indy 500, Newgarden non poteva resistere alla carica di O’Ward, che lo passava al lap 225, involandosi fino alla bandiera a scacchi.
Dietro ai due completano la top five un positivo Graham Rahal, l’inesorabile Scott Dixon e Colton Herta, risalito dalla decima piazzola.
In classifica generale, Dixon mantiene il comando su O’Ward (-22) e Palou, settimo al traguardo (-26). E’ iniziato il mese di maggio, dedicato ad Indianapolis ed il 16 si comincia col Grand Prix.
Piero Lonardo
Foto:IndyCar