Scott McLaughlin non ci sta ad essere considerato la terza forza del Team Penske, e si impone al Portland International Raceway nel penultimo atto dell’IndyCar Series 2022.
Coadiuvato da una strategia perfetta, McLaughlin ha dominato dall’inizio alla fine, sin dalla fatidica prima curva, in cui le 25 DW-12 in gara sono transitate incredibilmente illese.
La scelta delle gomme iniziali è stata importante ma non decisiva, come dimostrerà la classifica finale, ma ha sicuramente influenzato le prime fasi di gara, con le primary mai effettivamente in condizioni di agire al meglio, al contrario delle alternate.
Cosí dietro al polesitter si accodava Christian Lundgaard, subito davanti a Will Power, poi Pato O’Ward, Alex Palou e David Malukas. Tra i sette contender, Josef Newgarden, subito dietro due posizioni, ha scelto le black, cosí come O’Ward che invece ne guadagnava una.
Anche Scott Dixon e Marcus Ericsson, protagonisti di una qualifica non ottimale, hanno optato per le primary ma con esiti alterni, visto che il sei volte campione schizzava avanti tre posizioni ed era uno dei primi a montare le rosse, e proprio grazie alle disgraziate qualifiche poteva contare su un treno nuovo in più, mentre il vincitore dell’ultima Indy 500 arrancava nelle retrovie ed optava invece per chiudere il turno dei pit in attesa di una neutralizzazione che peró non arrivava.
Dopo la prima sosta Power si riportava in seconda posizione su Lundgaard, mentre Newgarden poteva finalmente iniziare la sua risalita e si portava in P5 alle spalle di O’Ward, e alla metà gara chiudeva anche sullo svedese dell’RLL. Un altro dei contender, Alex Palou, vincitore qui lo scorso anno, scivolava frattanto fuori della top ten, costretto a disputare la seconda metà di gara sulle black in funzione di una qualifica migliore.
Lundgaard perderà ulteriore terreno alla terza sosta, stallando la sua DW12-Honda, mentre Conor Daly chiuderà anzitempo la sua gara con la frizione ko dopo che gli ultimi due pit sono terminati con un principio di incendio e l’azionamento automatico dell’estintore.
Al lap 83 di 110 il momento decisivo, allorquando Rinus VeeKay sbatteva a muro all’esterno di curva 1 l’incolpevole Jimmie Johnson, doppiato. La prima ed unica Full Course Yellow della gara riavvicinava i contender, ed al restart O’Ward tentava il tutto per tutto su Power per la P2, senza riuscirci ed anzi rimediando danni alla fiancata posteriore sinistra. Era invece Scott Dixon a trarre ancora una volta il meglio, catapultandosi in quarta posizione e poi costringendo il messicano a cedere il gradino basso del podio dopo un’azione di blocking.
Alla bandiera a scacchi McLaughlin chiudeva con poco più di 1” di vantaggio sui due contender. O’Ward riuscirà a mantenere la quarta piazza su un redivivo Graham Rahal, mentre Newgarden cederà sulle black altre due posizioni a Colton Herta ed Alexander Rossi, chiudendo ottavo. Lundgaard dal canto suo nel duello con Rossi terminerà su uno dei cartelloni posti in curva 1, rovinando una gara da top five.
Ad una settimana dal season finale di Laguna Seca che il prossimo weekend deciderà il campione IndyCar, Alex Palou e Pato O’Ward sono ora out of contention, mentre Power conduce in classifica con 20 punti di vantaggio su Newgarden e Dixon, 39 su Ericsson, oggi P11, e 41 sul vincitore odierno, tutti matematicamente ancora in grado di conquistare la corona 2022.
Piero Lonardo
Foto: IndyCar