Lo dicevamo all’inizio di questa stagione dell’IndyCar Series che questa sarebbe stata una stagione di rottura: veterani contro giovani leoni. E proprio due giovani leoni si sono presentati a Long Beach con concrete chances di successo finale, Alex Palou e Patricio O’Ward. Il terzo incomodo, il due volte campione Josef Newgarden, andava considerato solo a livello matematico.
Il messicano del team Arrow McLaren SP, distanziato però da un robusto distacco in classifica, è stato estromesso di fatto nel corso del secondo giro da un arrembante Ed Jones per fermarsi poco dopo lungo la pista. Allora per il catalano era importante arrivare al traguardo, e l’ha fatto con stile, arrivando quarto, giustificando cosí ancora, qualora ce ne fosse stato bisogno, il titolo 2021.
Newgarden ha fatto ciò che ha potuto, conducendo la prima parte di gara partendo dalla pole conquistata ieri, ma poi è emerso il vero padrone dei muretti californiani, Colton Herta. Le Full Course Yellow, cinque alla fine, non hanno penalizzato più di tanto la gara di Newgarden, che termina secondo a circa mezzo secondo dal vincitore dopo il tentativo di rimonta finale, e vale il secondo posto in classifica finale.
Herta, partito dalla 14ma piazzola dopo il clamoroso errore del box Andretti in qualifica, ha rischiato grosso nel corso del tumultuoso secondo giro, salendo sulla macchina di Ryan Hunter-Reay. Il floridiano aveva la peggio, costretto a riparare ai box nella sua ultima gara col team, mentre Herta si ritrovava in P8, proprio dietro Palou.
Davanti, parlando di veterani, era Helio Castroneves, a prendere la testa della gara ritardando la prima sosta. Dietro al vincitore dell’ultima Indy 500 Herta completava la propria rimonta sorpassando Newgarden, e alla sosta del brasiliano balzava in testa per rimanerci sino alla bandiera a scacchi, salvo una breve parentesi dovuta alle strategie sfalsate di Jack Harvey e del duo RLL composto da Oliver Askew e Graham Rahal.
Castroneves, che nel warm-up aveva rimarcato con veemenza un comportamento non propriamente corretto da parte di Alexander Rossi, terminato con un contatto, sparirà dalle posizioni che contano a causa di una scelta errata nel timing della seconda sosta da parte dell’MSR, e terminerà appena 20mo.
Nel finale, come accennato, il tentativo di rimonta di Newgarden su Herta portava solo ad un riavvicinamento dei due, mentre Palou, debitamente “scortato” da Scott Dixon, poteva godersi il meritato trionfo.
Oltre all’ottimo sesto posto di Harvey dietro un ritrovato Simon Pagenaud, che dovrebbe ereditare proprio la vettura del britannico nel 2022, da segnalare anche l’ottava posizione di Sebastien Bourdais, autore di una delle sue epiche cavalcate dalla 22ma piazzola, capace di rimontare anche un problema nelle fasi iniziali.
Peccato per il connazionale Romain Grosjean, fermato dalle conseguenze di una lisciata a muro mentre era stabilmente nella top ten. Il neoacquisto del Team Andretti deve lasciare il titolo di Rookie of the Year a Scott McLaughlin, che ricordiamo ha disputato tutte le gare su ovali a differenza di Grosjean. McLaughlin nel fine gara si è lasciato scappare che nel prossimo anno sarà impegnato anche in endurance, WEC ed IMSA, con Penske che sappiamo dal 2023 gestirà il programma LMDh Porsche.
Nel riportare infine la conferma di Rinus VeeKay da parte dell’Ed Carpenter Racing anche per il prossimo anno, possiamo dire che è tutto per l’IndyCar Series 2021. L’appuntamento in pista è col season opener di St.Petersburg il 27 febbraio 2022.
Piero Lonardo
Foto: IndyCar