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IndyCar – A Toronto con tanti dubbi e polemiche

Nel weekend torna ancora l’IndyCar Series sulle strade di Toronto per il dodicesimo appuntamento stagionale. Le due gare in Iowa, le prime con il sistema ibrido su ovale, hanno però lasciato molti dubbi.

Aldilà della pochezza dello spettacolo fornita in gran parte, ma non solo, dalla ripavimentazione di parte del circuito, l’ERS ha dimostrato una serie di carenze di cui hanno fatto le spese soprattutto Jack Harvey, costretto a tre tentativi di qualifica e Colton Herta, anche se da alcuni camera car anche altri piloti sembravano non avere accesso al nuovo sistema ibrido.

Considerato poi che Herta, senza l’aiuto del supercapacitor, si è qualificato in pole e quarto per le due gare, viene anche da pensare quanto realmente fosse influente il sistema sulle prestazioni delle monoposto sulla pista di Newton.

A peggiorare il problema, il fatto che gli errori di attivazione in qualifica sarebbero da attribuire alla direzione gara, incaricata appunto di attivare/disattivare il sistema. Direzione gara che peraltro si è rivelata inconsistente anche sul fronte delle penalizzazioni: se il drive-through comminato a Linus Lundqvist in gara 1, seppur dichiarato con svariate tornate di ritardo, poteva avere una sua consistenza, quello, passato inosservato, ai danni di Katharine Legge, grida vendetta, semplicemente perchè non era la DW12-Honda #51 la vettura imputata.

La gara delle retrovie viene spesso posta in secondo piano, a meno che non vi si trovi invischiato un presunto big, però – come peraltro commentato da un noto media USA – sbagliare macchina, peraltro sanzionandone una ben evidente nel suo colore rosa, è assurdo; ed è ancora più assurdo che, filmati e dati alla mano, la direzione gara non vi abbia posto rimedio a posteriori.

Il commento televisivo, questa volta carente quanto mai, della rete americana, ci ha fatto anche mancare dell’ultima potenziale violazione pending avanzata nel finale nei confronti di Marcus Armstrong, il quale avrebbe mantenuto la luce posteriore che viene attivata in caso di pioggia o caution. Fortunatamente l’ultima neutralizzazione ha reso inutile la sanzione, ed il giovane kiwi di Ganassi ha potuto portare a casa un meritato decimo posto.

Crash

In gara 2 invece, ovviamente sotto i riflettori l’incidente che ha visto protagonista nel finale Sting Ray Robb, decollato sulla vettura di un Alexander Rossi in piena decelerazione per problemi di carburante. Fortunatamente il pilota del Team Foyt ha riportato solo qualche escoriazione e sarà della partita a Toronto, però stentiamo a credere che la serie non si sia espressa sulle cause di questo incidente, che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, anche nel suo spin-off, con Ed Carpenter a schiantarsi su Rossi e su Kyle Kirkwood, a sua volta in testacoda. Kudos comunque come sempre a Dallara e alle sue indistruttibili monoposto, e anche al tanto vituperato aeroscreen.

Ed_Car

Alla guida della monoposto #20 a Toronto tornerà Christian Rasmussen, che disporrà di un telaio nuovo dopo le disavventure di patron Ed, che non le ha certo mandate a dire in una video intervista emersa in rete poco dopo le gare in Iowa. Oltre a sottolineare che le monoposto sugli ovali soffrono per l’ulteriore peso extra che influisce su aerodinamica e pneumatici, Carpenter ha affermato “capisco voler rendere la serie ibrida, ma ci costa un sacco di soldi solo per rendere il prodotto peggiore. Non ne vedo l’utilità. Sono le 100 libbre più costose che io abbia mai installato sulle mie macchine.”

McElrea

A Toronto, stanti le condizioni fisiche ancora imperfette di Jack Harvey, dopo la sostituzione in gara 2 da parte del “solito” Conor Daly, un nuovo rookie salirà sulla vettura #18: si tratta di Hunter McElrea, vicecampione Indy NXT lo scorso anno alle spalle di Rasmussen. Toby Sowery dal canto suo è stato confermato sull’altra monoposto del team, la #51, sia per Toronto che per Portland, grazie anche all’ottimo debutto di Mid-Ohio, dove ha terminato 13mo; per le restanti gare su ovale, è invece già previsto il ritorno di Katharine Legge.

Si profila inoltre una nuova alleanza per il Meyer Shank Racing, che dal prossimo anno dovrebbe condividere un accordo di cooperazione tecnica col Chip Ganassi Racing. Durata solo un anno quindi la partnership con Andretti Technologies, probabilmente anche in funzione del nuovo Charter Program IndyCar, che permetterebbe solo a tre vetture per squadra di ottenere i benefici per franchigia, e che quindi porterebbe Ganassi a “girare” al MSR uno o più piloti della sua scuderia.

Pourchaire_RA

Infine, ha fatto scalpore l’intervista rilasciata ad uno storico media francese da parte di Theo Pourchaire, appiedato recentemente da Arrow McLaren in favore di Nolan Siegel dopo aver sostituito David Malukas. Nell’intervista, in seguito eliminata dal sito, ma di cui si possono comunque trovare tracce in rete, il campione in carica della F2, riportava di essere stato scaricato dal team alla vigilia di Laguna Seca nonostante un contratto pluriennale col team. “Inizialmente, ero sorpreso, non capivo e pensavo fosse uno scherzo, avevamo firmato solo poche settimane prima. Ero disgustato.” riportava il settimanale transalpino “Il team alla fine mi ha chiamato per dirmi che ero stato escluso dal programma senza darmi ragioni specifiche”.

Puntualmente è arrivata la smentita da parte del reserve driver Sauber, che a mezzo social ha preso le distanze da questa intervista, definita “grossolanamente inaccurata” e che i rapporti con Arrow McLaren “nonostante sia stato sorpreso dalla decisione del team di appiedarmi prima di Laguna Seca, ci siamo lasciati in termini amichevoli”. Smentita anche la sottintesa instabilità economica da parte del team di Zak Brown – che peraltro dovrebbe vedere un graduale diminuzione dell’impegno da parte della società di Sam Schmidt, impegnata comunque fino al 2028 –  accusata di avere ingaggiato Siegel per motivi economici.

Da parte nostra ci permettiamo solo di dire che i vertici McLaren, anche dopo il caso Palou, forse non hanno ancora capito che l’IndyCar non è la F1…

Insomma, tantissima carne al fuoco per un weekend di gara che partirà nella serata italiana con una giornata dedicata alle prove libere, a partire dalle 3.00 PM ET locali. Il turno, dopo 45’ aperti a tutte le vetture, vedrà 10’ dedicati a metà schieramento alla volta per testare le gomme alternate. Qualifiche sabato 20 a partire dalle 2.45 PM ET, le 20.45 nostrane, e start della gara alle 1.30 PM ET, le 19.30 italiane, domenica 21 luglio. Quest’ultima sarà trasmessa, speriamo totalmente sullo stesso canale, su SkySport. Tutto il resto disponibile su IndyCar Live.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Dale Coyne Racing

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