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IndyCar – A Newgarden non basta vincere a St.Pete, Dixon 6 volte campione

Josef Newgarden si aggiudica il GP of St.Petersburg, atto finale di questa tormentata stagione 2020 dell’IndyCar Series, ma non basta a togliere la leadership del campionato dalle mani di Scott Dixon, che col terzo posto si aggiudica il sesto titolo della sua mirabolante carriera.

Va detto che i 100 giri odierni sono stati tra i più pazzi di quelli visti sulle strade della Florida, già spesso foriere di emozioni oltremisura, che ha visto quattro leader alternarsi al comando, al netto delle strategie.

Si è cominciato con Will Power, partito dalla pole position conquistata ieri, che dopo 7 giri ha dovuto cedere il comando ad Alexander Rossi per un problema al selettore delle marce. La gara del campione 2014, come spesso avvenuto a St.Pete, si è conclusa anzitempo, contro i muretti tra le curve 3 e 4.

Quel tratto di pista ed suoi marbles sono stati la variabile impazzita che ha aggiunto ancora più pepe alla competizione. Ne sanno qualcosa proprio Rossi, che vi ha concluso la gara al lap 70, quand’era al comando, e Colton Herta, che lo ha sostituito in testa al gruppo. Il giovane rampollo del team Andretti vi ha esagerato per ben due volte, non ritirandosi ma ritrovandosi alla fine solamente undicesimo.

Newgarden, partito dall’ottava piazzola, ha fatto quel che potuto e anche di più, sfruttando al meglio insieme al suo team ognuna delle ben sei Full Course Yellow senza farsi trovare mai scoperto, e all’ultimo restart, a 20 giri dalla fine, ha infilato Herta e Pato O’Ward per installarsi al comando, senza poi cedere al ritorno del messicano, cui Dixon aveva nel frattempo ceduto la piazza d’onore.

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“Siamo semplicemente arrivati corti” ha commentato il nativo del Tennessee, che ottiene il back to back del successo 2019, terminando in classifica generale a 13 punti dal neozelandese,  che ora è secondo nella classifica all-time dei titoli riconosciuti dalla serie solo ad AJ Foyt che ne vanta sette; obiettivo non impossibile nemmeno a 40 anni.

Foyt può consolarsi con lo splendido quarto posto del residente più famoso di St.Petersburg, Sebastien Bourdais, degno erede del #14, che nonostante una strategia estrema sulle tre soste è riuscito  a piazzarsi quarto e ad aggiudicarsi così l’ultimo posto utile tra gli eletti del cosiddetto “Leaders Circle”, gara nella gara che vedeva impegnati, oltre al francese, Conor Daly e Marco Andretti.

Quest’ultimo, nonostante l’ennesima pessima qualifica che valeva la 23ma piazzola in griglia, stava dimostrando di meritare il milione di dollari extra garantito dalla serie alle prime 22 vetture ,arrivando sino alla settima posizione a suon di sorpassi, anche decisi. Purtroppo per lui, non aveva calcolato la variabile impazzita Takuma Sato, fresco di rinnovo all’RLL (e vorremmo vedere, dato i due ritratti sul Borg-Warner Trophy), ritornato per l’occasione alla versione killer degli esordi nella serie, che lo buttava fuori definitivamente in curva 2 a tre quarti di gara.

Peccato anche per Rinus VeeKay, protagonista involontario del contatto fra il deb Scott McLaughin e lo stesso Andretti, dopo un inizio al fulmicotone. Sia per l’olandese, Rookie of the Year, che per il kiwi di casa Penske, il sedile 2021 è comunque già cosa assicurata e avranno modo di rifarsi.

Finita invece male la carriera in McLaren per Oliver Askew, solo 16mo al traguardo dopo essere stato buttato fuori anche lui da Sato. Farà spazio a Felix Rosenqvist, che avrà il non facile compito di affiancare O’Ward, che con la piazza d’onore odierna manca di un soffio il terzo posto nella graduatoria finale che rimane invece ad Herta.

La top five odierna si completa con Ryan Hunter-Reay, ancora una volta il migliore al traguardo dello squadrone Andretti Autosport, che dopo Rossi, Andretti e, relativamente alle prime posizioni, Herta, ha perso dalla top five nelle fasi finali anche le altre due vetture di James Hinchcliffe e Jack Harvey, col canadese autore di un assurdo harakiri sulla vettura gestita insieme al Meyer Shank, a seguito di un altrettanto inaspettato testacoda dietro safety car.

Peraltro la safety car è rimasta anche senza benzina, e c’è stato anche un breve acquazzone: cosa volere di più da una gara IndyCar ? Le emozioni ed i muretti di St.Petersburg ritorneranno il 7 marzo 2021, COVID permettendo, quale season opener della nuova stagione dell’IndyCar Series.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Power ancora una volta master delle qualifiche a St.Pete

Will Power ancora una volta dominatore delle qualifiche a St.Petersburg, nell’atto finale dell’IndyCar Series 2020.

Il campione 2014 ha fissato i cronometri sull’1.01.0369 nella Firestone Fast Six per quella che è la sua nona pole sul cittadino della Florida nelle sue 12 partecipazioni, portandosi a cinque lunghezze dal recordman all-time delle pole position, Mario Andretti, che fra tre settimane fungerà da Grand Marshal in quel di Sebring per il season finale IMSA.

Grande sconfitto proprio il team che porta il nome di Big Mario, l’Andretti Autosport, che aveva piazzato ben quattro macchine nell’ultimo turno. Al fianco di Power Alexander Rossi, ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale, mentre la seconda fila sarà appannaggio di Colton Herta, il migliore nell’unico turno di libere del mattino, e James Hinchcliffe sulla vettura ex-Veach. A seguire in terza fila Jack Harvey e Pato O’Ward.

Niente da fare per i due contender del titolo 2020, che aspiravano anche al singolo punto della pole per consolidare le proprie posizioni, rimasti intruppati nel traffico, con Josef Newgarden ottavo ed il capolista Scott Dixon appena undicesimo.

P7 invece, ad un passo dal turno finale, per il più famoso residente della località, Sebastien Bourdais, mentre il neo-Rookie of The Year, Rinus VeeKay, ha dimostrato ancora una volta il proprio valore sulla pista che lo ha visto trionfare in gara 2 lo scorso anno in Indy Lights.

Ottima decima piazzola per Oliver Askew, all’ultima gara con la McLaren Arrow SP, mentre il deb di lusso del Team Penske, Scott McLaughlin, tre volte campione V8 Supercars, non è andato oltre il 21mo tempo, precedendo a sua volta Felix Rosenqvist, all’ultima gara co, team Ganassi, considerato reo di aver ostacolato Alex Palou nel Q1.

Sempre in tema di mercato 2021,  il vincitore dell’ultima Indy 500, Takuma Sato, ritornerà per il quarto anno consecutivo presso il RLL, mentre il neo-acquisto Ganassi, Jimmie Johnson, ha ottenuto una robusta sponsorizzazione da Carvana, nuovo importante player nel mercato delle vendite delle auto di serie per la monoposto che nel 2021 porterà il classico numero 48.

Tutto è pronto per i 100 giri del season finale IndyCar, a partire dalle 2.20 PM di domenica.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere

I risultati delle Qualifiche

Foto: IndyCar

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Indy Lights – Pronto il ritorno nel 2021 con ben 20 gare

Annunciato in giornata il calendario dell’Indy Lights Series 2021. La serie cadetta delle monoposto statunitensi ha come noto dovuto subire lo stop completo nella stagione 2020, formalmente causa COVID. Era però già nota in partenza la crisi di full season entry che lo scorso anno ha portato a griglie quasi sempre sotto le 10 unità nonostante la spettacolarità delle gare ed il valore dei partecipanti più accreditati.

Nel 2021 si ripartirà innanzi tutto con quel montepremi innalzato a quasi 1,3 milioni di $ per il vincitore, quale primo atto per incentivare la serie da parte del presidente entrante dell’IndyCar Series e dell’IMS, Roger Penske, il quale nei giorni scorsi ha caldeggiato senza mezzi termini la proposta che l’Indy Lights venga popolata da tutti team della serie maggiore, particolarmente dalle tre squadre principali, Andretti (l’unica già presente), Ganassi, e appunto Penske, similmente a quanto accade ora nella FIA F2.

La prova generale di questo nuovo assetto potrebbe avvenire già prima della pausa invernale, nell’ambito di un evento, ancora da confermare, da tenersi presso l’infield di Indianapolis, dove dovrebbero essere testati anche i nuovi Halo che equipaggeranno le Dallara IL-15.

La schedule 2021 dell’Indy Lights Series consta di ben 20 appuntamenti, tutti doubleheader, partendo da St.Petersburg per poi proseguire sul circuito stradale di Indianapolis, lungo il cammino della serie maggiore, poi Detroit, di ritorno dal 2012, Road America, Mid-Ohio, Toronto, Gateway, Portland, Laguna Seca ed un’ultima venue ancora da scoprire (TBA).

In evidenza, negativamente, l’assenza della Freedom 100, tradizionale appuntamento presso l’IMS, che lascia Gateway quale unico ovale, almeno per ora, in calendario.

Rilasciati anche i calendari delle altre serie della Road to Indy, la Indy Pro 2000 e la USF 2000, entrambi di 18 gare ciascuno. Le monoposto Tatuus PM-18 ed USF-17, che quest’anno non hanno subito lo stop delle “cugine”, resteranno eleggibili fino alla fine del 2026, anche se l’adozione dell’Halo in questo caso slitterà al 2022.

Niente Detroit per i due primi scalini della filiera, né Portland, ma Barber Park, più il ritorno del Lucas Oil Raceway e del New Jersey Motorsports Park, già presenti nel calendario 2020, che ha visto il successo di Sting Ray Robb e di Christian Rasmussen rispettivamente. L’ultimo weekend, quello entrante di St.Petersburg, sarà infatti ininfluente per la vittoria finale.

Nel season finale della Florida il campione Indy Lights uscente, Oliver Askew, è stato confermato per l’ultima gara dell’IndyCar Series 2020 al volante della Arrow McLaren SP dopo i problemi fisici che lo hanno tenuto lontano all’Harvest GP.

Ricordiamo che tra i 24 piloti iscritti figura anche quello Scott McLaughlin candidato ad un sedile fisso il prossimo anno nel team del Captain, a dar man forte a Josef Newgarden nei confronti del capoclassifica Scott Dixon.

Appuntamento in pista sulle strade della Florida a partire da sabato 24 ottobre alle 10.55 AM con le prove libere. Qualifiche dalle 3.05 PM sempre di sabato e gara domenica 25 dalle 2.20 PM.

Piero Lonardo

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IndyCar – Da Costa, dalla Formula E al test con RLL

Dopo i recentissimi avvicendamenti in casa McLaren, anche il Rahal Letterman Lanigan prepara il proprio futuro, che potrebbe coinvolgere Antonio Felix da Costa.

Il neo campione della Formula E è infatti passato nella factory del team vincitore dell’ultima Indy 500 a preparare il sedile per la giornata di test collettivi a Barber Park, il 2 novembre prossimo.

La partecipazione del 29enne pilota portoghese è stata propiziata dalla prossima paternità di Graham Rahal, e consentirà di verificarne il potenziale insieme a gran parte del parco piloti, attesi in buon numero sul tracciato del sud.

Per Da Costa si tratta del ritorno su di una monoposto spinta da un motore tradizionale dal 2016, quando trionfò per la seconda volta in carriera nel prestigioso Gran Premio di Macau di F3. L’ultimo risultato di rilievo dell’eclettico driver, che nel corso della propria carriera ha spaziato praticamente in tutte le categorie del motorsport, il recente secondo posto tra le LM P2, sesto assoluto, all’ultima 24 Ore di Le Mans.

Piero Lonardo

Foto: RLL

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IndyCar – Askew chiude con McLaren a St.Pete. Dal 2021 arriva Rosenqvist

Il mercato piloti IndyCar inizia a scaldarsi quando ancora non si è ancora chiusa la travagliata stagione 2020.

Oliver Askew, “panchinato” all’Harvest GP per problemi fisici, chiuderà la sua avventura con l’Arrow McLaren SP con il season finale di St.Petersburg, sempre se dichiarato abile dai medici della serie.

Il campione Indy Lights in carica di natura, sostituito da Helio Castroneves nel recente doubleheader di Indianapolis, non rientrerebbe più nei piani futuri del team, e le due parti hanno deciso di ufficializzare già ora la separazione.

Aldilà delle prestazioni del promettente rookie, caratterizzate da un buon avvio di stagione, poi andato in calando dalla Indy 500 in poi, un noto media statunitense ha citato anche il management del 23enne floridiano, che avrebbe messo in discussione la posizione del team nei confronti della salute del pilota.

Confermato invece per la prossima stagione Pato O’Ward, autore di una stagione scintillante cui è mancato solamente l’acuto di una vittoria, più volte sfiorata, il sostituto di Askew è stato identificato in Felix Rosenqvist, che a sorpresa esce dall’orbita Ganassi dopo due solide stagioni coronate dal titolo di Rookie of the Year del 2019 e dalla vittoria in gara 2 a Road America lo scorso luglio.

Probabile destinatario della DW12 #10, part-time per i circuiti stradali e cittadini, quel Jimmie Johnson sette volte campione NASCAR che ha già incantato durante i primi test con la monoposto made in Dallara. Chissà che per i tre appuntamenti su ovali rimasti nella serie non si possa assistere ad un clamoroso cambio di casacca da parte dell’alfiere Penske per eccellenza, Helio Castroneves, “liberato” dal Captain dagli impegni nella serie IMSA a fine stagione.

Frattanto la serie, dopo l’annuncio della prosecuzione del rapporto con Honda e Chevrolet, sta proseguendo il percorso per aggiungere il fatidico terzo motorista. L’inserimento di un terzo costruttore, nelle parole dei vertici della serie, catturate da diversi media locali, sarebbe il necessario viatico per allargare la griglia di partenza, e l’estensione dei contratti preesistenti, insieme alla dilazione nell’introduzione delle nuove motorizzazioni ibride al 2023, fungerebbe da garanzia nei confronti di un nuovo potenziale partner.

Ricordiamo che l’obiettivo primario, dichiarato da Roger Penske in persona, rimane la Ferrari, che sarà obbligata dai nuovi regolamenti della F1 a rinunciare ad una considerevole porzione del proprio budget.

L’appuntamento in pista per il gran finale di St.Petersburg, che vedrà il leader Scott Dixon cercare di mantenere il cospicuo vantaggio di 32 punti nei confronti di Josef Newgarden, a partire da sabato 24 ottobre alle 10.55 AM locali con le prime libere. La gara, che non attribuirà punteggio doppio, contrariamente a quanto avvenuto nelle ultime stagioni, partirà alle 2.20 PM di domenica 25.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Power si conferma re di Indianapolis all’Harvest GP bis

E’ stata un’annata strana per Will Power quella del 2020. Tre pole position fino ad oggi, buone per continuare la marcia di avvicinamento a big Mario Andretti, leader all-time con 67, ma contatti, errori, defaillance tecniche, e solo una vittoria a Mid-Ohio.

Una delle pole position di quest’anno è stata ottenuta al GP di Indianapolis, pista dove il campione 2014 ha vinto ben tre volte da quando è stata introdotta nel campionato 2014, e stamane, nelle qualifiche di gara 2 dell’Harvest GP se ne è aggiunta una quarta, cui è seguita una vittoria dominante, come da copione peraltro per il team Penske su questa pista, che solo Scott Dixon nella gara dell’Independence Day è riuscito a domare.

L’unico pericolo per Power è arrivato nel finale, con un Colton Herta desideroso di rivincita dopo l’esito di gara 1, ma il giovane figlio d’arte, dopo aver restituito la cortesia di venerdì ad Alexander Rossi, non è riuscito ad agguantare la DW12-Chevy #12, da cui sconterà appena 9 decimi sotto la bandiera a scacchi.

Herta ha svolto il ruolo di seconda forza per quasi tutta la corsa, della durata di 75 giri, 10 in meno di gara 1, che ha indotto quasi tutti i team ad optare per una strategia sulle 2 sole soste, inalterata dall’assenza, esattamente come ieri, dall’assenza di neutralizzazioni, che ha azzerato così le speranze di chi ha azzardato la strategia alternativa sulle tre soste come Ryan Hunter-Reay, Helio Castroneves e Charlie Kimball.

Alle immediate spalle del podio Josef Newgarden, che col piazzamento odierno riduce ancora il gap nei confronti del leader in classifica Scott Dixon, ora ridotto a 32 lunghezze dopo l’ottavo posto del kiwi, che andrà quindi regolato nel season finale di St.Petersburg. Dixon, partito ancora una volta indietro, 15mo, ha sofferto praticamente per tutta la gara una macchina menomata nella velocità di punta a causa di un paio di duri contatti con Hunter-Reay e Kimball, che hanno lasciato il segno sulla fiancata sinistra della Dallara #9.

Completano la top ten un sempre consistente Pato O’Ward, quinto, che dal weekend esce quinto anche in classifica generale, scavalcato anche da Power, Jack Harvey, Graham Rahal, ancora una volta penalizzato da una curiosa strategia del team di famiglia (unico insieme ad Hunter-Reay tra le prime posizioni in griglia a partire con le black), Dixon appunto, Alex Palou e Simon Pagenaud, 9 posizioni guadagnate per quest’ultimo.

In giornata confermato inoltre il commitment dei due attuali motoristi nella serie, Chevrolet e Honda, con un contratto pluriennale. L’annuncio va a stoppare sul nascere i rumors apparsi da ieri dopo l’annuncio della decisione di abbandonare la F1 da parte del costruttore nipponico. Confermata anche l’introduzione dei nuovi motori biturbo di 2,4 litri con tecnologia ibrida,  intoduzione che però verrà ritardata al 2023.

Appuntamento per il verdetto finale dell’IndyCar Series quindi sulle strade di St.Petersburg il 25 ottobre prossimo.

Piero Lonardo

I risultati delle Qualifiche 2

L’ordine di arrivo di gara 2

Foto: Team Penske

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IndyCar – Newgarden vince e si rilancia all’Harvest GP

Josef Newgarden torna a sperare nel successo finale nell’IndyCar Series 2020 grazie alla vittoria ottenuta nella prima gara del doubleheader dell’Harvest GP ad Indianapolis.

Il campione in carica ha dato spettacolo insieme al giovane polesitter, Rinus Veekay, e a Colton Herta, quest’ultimo alla ricerca della seconda affermazione dell’anno dopo il successo in gara 2 a Mid-Ohio, in una gara caratterizzata dall’assenza di neutralizzazioni.

Allo start sono stati i due giovani leoni a battersi per la leadership, con VeeKay alla fine vincitore del duello dopo sorpassi e controsorpassi, ma Herta si rifaceva dopo la prima sosta, che ritardava, uscendo con le black davanti al più giovane vincitore della serie.

Anche Newgarden, partito dalla seconda piazzola, ritardava ulteriormente la sosta, mettendo a dura prova le sue alternate, e riusciva ad uscire davanti ad Herta, ma il figlio d’arte si riprendeva la leadership al lap 24.

Lo status quo del trio di testa perdurava sino alla seconda sosta, allorquando Newgarden, ancora una volta sull’overcut, approfittava del “tappo” procurato da Santino Ferrucci ad Herta che ne annullava pressochè del tutto il vantaggio.

Newgarden infatti, ora su red nuove di zecca, ci metteva un amen per portarsi alle spalle di Herta e a passarlo al lap 60, complice anche un bloccaggio dell’alfiere del team Andretti, per la leadership della gara, che non cederà sino alla bandiera a scacchi.

Nel finale di gara emergeva Alexander Rossi, che grazie ad un set di gomme nuove,si sbarazzava facilmente della concorrenza sino ad installarsi, seppur distanziato, alle spalle di Newgarden. VeeKay dal canto suo riusciva ad avere di nuovo la meglio su Herta conquistando il suo primo podio nella serie.

Alle spalle di Herta, completano la top ten Felix Rosenqvist, Will Power, autore di un miracolo nelle fasi finali di gara all’uscita dell’ultima curva, un positivo Graham Rahal, Jack Harvey, Scott Dixon e Marcus Ericsson.

Il capoclassifica è stato autore di una gara costellata da luci ed ombre, e alla fine riesce comunque a contenere la perdita di punti nei confronti di Newgarden, che ora insegue Dixon a -40 a due gare dalla fine. Herta emerge come terza forza, seppur staccatissimo (–118 punti) nei confronti di Pato O’Ward, solamente 22mo al traguardo dopo una penalizzazione mediante drive-through per uscita impropria dai box. Menzione d’onore per Charlie Kimball, 13mo dopo aver rimontato ben 10 posizioni rispetto allo start.

Unico ritirato della gara Marco Andretti, che a 6 giri dalla fine è tornato ai box con la parte posteriore destra della sua DW12-Honda in fiamme per una perdita d’olio.

Domani si ritorna in pista per gara 2 dell’Harvest GP alle 2.30 PM locali, preceduta dalle relative qualifiche, alle 10.20 AM.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo di gara 1

Foto: IndyCar

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IndyCar – VeeKay, prima pole per gara 1 dell’Harvest GP

Rinus VeeKay riporta l’Ed Carpenter Racing in pole position nelle qualifiche 1 dell’Harvest GP. Sul tracciato ricavato dall’infield dell’Indianapolis Motor Speedway, teatro nel weekend di un doubleheader valido quale terz’ultimo e penultimo appuntamento della serie per il 2020, Il rookie olandese, alla prima pole in carriera, si è affermato nel secondo gruppo di qualifica col tempo di 1.09.6903.

Va detto che il primo gruppo, carico di protagonisti tra cui la top three della serie, è stato rallentato da un fuoripista causato negli ultimi 5 minuti della sessione dal due volte vincitore della Indy 500, Takuma Sato che ha generato l’esposizione della bandiera rossa, non permettendo l’utilizzo delle alternate.

Così Josef Newgarden, che affiancherà il rookie olandese in prima fila può vantare un tempo più lento di ben sette decimi dal polesitter.

Seconda fila per Colton Herta, tra i migliori nell’unico turno di libere che han visto leader Alex Palou, ed appena 14 millesimi dietro VeeKay, e Will Power, terza per l’ondivago Marco Andretti, sempre più autore di ottime prestazioni in prova, fin qui non suffragate da altrettanti risultati in gara, e Jack Harvey.

Solo dodicesima piazzola per Scott Dixon, due dietro Pato O’Ward che ricordiamo è la terza forza in classifica. Il suo nuovo compagno di squadra all’Arrow McLaren SPM, Helio Castroneves, partirà 19mo dietro l’altra new entry di peso, James Hinchcliffe, che come noto ha rilevato Zach Veach sulla quarta vettura del Team Andretti.

Per chiudere il discorso ritorni, P16 per Sebastien Bourdais sulla DW12-Chevy #14 che gestirà anche per tutta la stagione entrante, ventunesimo Sage Karam con la vettura del Dreyer & Reinbold.

Tutto pronto quindi per lo start di gara 1 stasera alle 3.30 PM locali. Qualifiche e gara 2 ricordiamo invece sabato 3 ottobre, rispettivamente alle 10.20 AM e alle 2.30 PM.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere

I risultati delle Qualifiche 1

Foto: IndyCar

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IndyCar – Ecco la schedule 2021

Diffuso poco fa il calendario dell’IndyCar Series 2021. La news era stata anticipata ieri dall’annuncio del primo weekend condiviso tra le monoposto più veloci del pianeta e la NASCAR per la Brickyard 400. Il doppio appuntamento si dipanerà tra il 14 ed il 15 agosto prossimi, e per entrambe le serie il teatro di gara sarà l’infield dell’Indianapolis Motor Speedway.

La schedule del prossimo anno è sicuramente volta all’insegna della continuità. Dopo i problemi derivanti dal COVID19, la serie vuole saggiamente rimanere il più possibile ancorata ai suoi punti di forza, e a tale scopo nelle 17 gare hanno trovato posto, a parte la new entry Nashville, solo le venue consolidate.

Si partirà il 7 marzo per il Grand Prix di St.Petersburg, a meno di 6 mesi dal season finale di quest’anno, che, notizia pure delle ultime ore, potrà ospitare fino a 10.000 fans. Un’ottima notizia ed ancora una volta una vittoria anche della ultradecennale società organizzatrice, la Green Savoree, patrocinatrice anche degli eventi di Mid-Ohio e Toronto.

Si proseguirà poi con il ritorno dei classici appuntamenti di Barber Park e Long Beach in aprile, per poi andare in Texas per un doubleheader prima di trasferirsi ad Indianapolis per li Grand Prix e la 105ma Indy 500. Lo spostamento della venue di Forth Worth deriva dalla necessità di avere almeno una prova su ovale prima della 500. Allo scopo peraltro il 29 ottobre verranno provate all’IMS nuove soluzioni aerodinamiche per favorire i sorpassi, mitigando gli effetti dell’aeroscreen.

A giugno tornerà Detroit-Belle Isle, sempre con un doubleheader ma non più in concomitanza con l’IMSA, che invece svolgerà il proprio weekend di gara la settimana precedente. A seguire Road America, Mid-Ohio, Toronto, quindi l’8 agosto sarà la volta di Nashville e dell’appuntamento condiviso con la NASCAR di cui sopra ad Indianapolis, che quindi ospiterà tre gare in totale.

La stagione si chiuderà poi ad ovest, nei due weekend consecutivi di Portland e Laguna Seca del 12 e 19 settembre, passando prima per Gateway, che ospiterà la quarta ed ultima prova su ovale del calendario. Esclusi quindi i due ovali corti di Richmond ed Iowa: il Richmond International Raceway avrebbe dovuto ospitare il ritorno della serie il 27 giugno scorso dopo 11 anni di assenza – nonostante un accordo pluriennale sottoscritto con l’IndyCar lo scorso anno – mentre a Newton la serie è stata protagonista consecutivamente dal 2007. In entrambi i casi la decisione sarebbe stata caldeggiata dalla NASCAR.

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Da stasera intanto si tornerà a correre all’IMS per il doubleheader dell’Harvest GP. In programma a partire dalla serata italiana ibere e qualifiche di gara 1, che partirà venerdì 2 ottobre alle 3.30 PM locali. Qualifiche e gara 2 sabato 3 ottobre, rispettivamente alle 10.20 AM e alle 2.30 PM.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – The Mayor is back! Hinchcliffe torna con Andretti

Come ampiamente previsto ed ipotizzato su queste pagine nei giorni scorsi, sarà James Hinchcliffe a disputare le ultime tre gare dell’IndyCar Series 2020 sulla monoposto #26 del team Andretti.

Il popolare Sindaco, che quest’anno ha svolto anche il mestiere di commentatore per la tv americana dopo l’appiedamento dall’SPM, subentra sulla vettura guidata da Zach Veach, scaricato dal team ad inizio settimana.

Hinchcliffe è una vecchia conoscenza del team, avendovi disputato tre stagioni complete, dal 2012 al 2014, conquistando tre delle sue sei vittorie complessive nella serie; inoltre quest’anno ha corso con la quinta vettura grazie al supporto della Genesys, in Texas e nei due appuntamenti di Indianapolis.

Sempre riguardo Indianapolis, concesso l’accesso al circuito per il prossimo Harvest GP dell’1-4 ottobre a 10.000 fans, i quali dovranno sottostare agli oramai comuni protocolli di sicurezza (mascherine, controllo della temperatura, distanziamento) anti-COVID.

Si tratta della prima occasione del 2020 in cui gli spettatori potranno accedere al tracciato dell’IMS, che come noto ha dovuto gestire i due appuntamenti precedenti, il Grand Prix e l’Indy 500 a porte chiuse,

Piero Lonardo

Foto: IndyCar