Josef Newgarden si aggiudica il GP of St.Petersburg, atto finale di questa tormentata stagione 2020 dell’IndyCar Series, ma non basta a togliere la leadership del campionato dalle mani di Scott Dixon, che col terzo posto si aggiudica il sesto titolo della sua mirabolante carriera.
Va detto che i 100 giri odierni sono stati tra i più pazzi di quelli visti sulle strade della Florida, già spesso foriere di emozioni oltremisura, che ha visto quattro leader alternarsi al comando, al netto delle strategie.
Si è cominciato con Will Power, partito dalla pole position conquistata ieri, che dopo 7 giri ha dovuto cedere il comando ad Alexander Rossi per un problema al selettore delle marce. La gara del campione 2014, come spesso avvenuto a St.Pete, si è conclusa anzitempo, contro i muretti tra le curve 3 e 4.
Quel tratto di pista ed suoi marbles sono stati la variabile impazzita che ha aggiunto ancora più pepe alla competizione. Ne sanno qualcosa proprio Rossi, che vi ha concluso la gara al lap 70, quand’era al comando, e Colton Herta, che lo ha sostituito in testa al gruppo. Il giovane rampollo del team Andretti vi ha esagerato per ben due volte, non ritirandosi ma ritrovandosi alla fine solamente undicesimo.
Newgarden, partito dall’ottava piazzola, ha fatto quel che potuto e anche di più, sfruttando al meglio insieme al suo team ognuna delle ben sei Full Course Yellow senza farsi trovare mai scoperto, e all’ultimo restart, a 20 giri dalla fine, ha infilato Herta e Pato O’Ward per installarsi al comando, senza poi cedere al ritorno del messicano, cui Dixon aveva nel frattempo ceduto la piazza d’onore.
“Siamo semplicemente arrivati corti” ha commentato il nativo del Tennessee, che ottiene il back to back del successo 2019, terminando in classifica generale a 13 punti dal neozelandese, che ora è secondo nella classifica all-time dei titoli riconosciuti dalla serie solo ad AJ Foyt che ne vanta sette; obiettivo non impossibile nemmeno a 40 anni.
Foyt può consolarsi con lo splendido quarto posto del residente più famoso di St.Petersburg, Sebastien Bourdais, degno erede del #14, che nonostante una strategia estrema sulle tre soste è riuscito a piazzarsi quarto e ad aggiudicarsi così l’ultimo posto utile tra gli eletti del cosiddetto “Leaders Circle”, gara nella gara che vedeva impegnati, oltre al francese, Conor Daly e Marco Andretti.
Quest’ultimo, nonostante l’ennesima pessima qualifica che valeva la 23ma piazzola in griglia, stava dimostrando di meritare il milione di dollari extra garantito dalla serie alle prime 22 vetture ,arrivando sino alla settima posizione a suon di sorpassi, anche decisi. Purtroppo per lui, non aveva calcolato la variabile impazzita Takuma Sato, fresco di rinnovo all’RLL (e vorremmo vedere, dato i due ritratti sul Borg-Warner Trophy), ritornato per l’occasione alla versione killer degli esordi nella serie, che lo buttava fuori definitivamente in curva 2 a tre quarti di gara.
Peccato anche per Rinus VeeKay, protagonista involontario del contatto fra il deb Scott McLaughin e lo stesso Andretti, dopo un inizio al fulmicotone. Sia per l’olandese, Rookie of the Year, che per il kiwi di casa Penske, il sedile 2021 è comunque già cosa assicurata e avranno modo di rifarsi.
Finita invece male la carriera in McLaren per Oliver Askew, solo 16mo al traguardo dopo essere stato buttato fuori anche lui da Sato. Farà spazio a Felix Rosenqvist, che avrà il non facile compito di affiancare O’Ward, che con la piazza d’onore odierna manca di un soffio il terzo posto nella graduatoria finale che rimane invece ad Herta.
La top five odierna si completa con Ryan Hunter-Reay, ancora una volta il migliore al traguardo dello squadrone Andretti Autosport, che dopo Rossi, Andretti e, relativamente alle prime posizioni, Herta, ha perso dalla top five nelle fasi finali anche le altre due vetture di James Hinchcliffe e Jack Harvey, col canadese autore di un assurdo harakiri sulla vettura gestita insieme al Meyer Shank, a seguito di un altrettanto inaspettato testacoda dietro safety car.
Peraltro la safety car è rimasta anche senza benzina, e c’è stato anche un breve acquazzone: cosa volere di più da una gara IndyCar ? Le emozioni ed i muretti di St.Petersburg ritorneranno il 7 marzo 2021, COVID permettendo, quale season opener della nuova stagione dell’IndyCar Series.
Piero Lonardo
Foto: IndyCar