Archivi categoria: IndyCar

CGR

IndyCar – Ericsson chiude al comando i test al Thermal Club. La Indy 500 abbandona i punti doppi

C’è Marcus Ercisson davanti a tutti al termine delle due giornate di test al Thermal Club. Nella struttura situata nei pressi di Palm Springs, tutti e 27 i piloti full-season si sono ritrovati per una sessione collettiva preliminare, come non accadeva dal 2020 al COTA.

02-03-BabyBorg-IC

Il vincitore dell’ultima Indy 500, cui è stato consegnato il cosiddetto “Baby Borg” ha fissato i cronometri nel terzo turno a disposizione sul 1.38.4223, precedendo una folta schiera di sophomores, composta da Christian Lundgaard del RLL, Kyle Kirkwood dell’Andretti Autosport e Callum Ilott del Juncos Hollinger, ed un rookie, Marcus Armstrong, pronto alla prima stagione col Team Ganassi. A seguire gli ultimi due campioni della serie, Will Power ed Alex Palou, a 4 decimi dal battistrada.

Nella prima giornata era stato invece Colton Herta a primeggiare davanti a Lundgaard, seguito a distanza minima da Palou e Romain Grosjean, a riprova del buon stato di forma del team, con Will Power a capo della pattuglia Chevrolet, apparentemente meno a proprio agio sul circuito californiano, subito dietro.

Tra i rookies, non male nemmeno Agustin Canapino del JHR, P21, mentre Sting Ray Robb e Benjamin Pedersen chiudono insieme alle due vetture dell’Ed Carpenter Racing (splendide comunque le livree presentate per le tre vetture, compresa quella del patron per Indy) e all’altra entry del Team Foyt di Santino Ferrucci, la lista combinata dei tempi.

02-01-ECR-Liveries

Non particolarmente in evidenza nemmeno le tre DW12-Chevy dell’Arrow McLaren, che occupano posizioni di centroclassifica, mentre stupisce, ma forse non più di tanto, la P22 di Graham Rahal, specie se confrontata alle prestazioni del giovane compagno di squadra.

Nessun incidente rilevante da segnalare, anche se sono stati diversi i fuoripista su questo tracciato molto lento e dall’asfalto giudicato “particolare” dai piloti.

La serie ha portato per la prima volta a Thermal Club una nuova unità medica di primo soccorso, realizzata con la collaborazione dell’università dell’Indiana, cosí come ha debuttato il nuovo carburante Shell 100% rinnovabile.

Fuel

Questo carburante consiste in una mistura di etanolo derivata principalmente dagli scarti della canna da zucchero, fornita da una succursale brasiliana della compagnia situata in Brasile, ed è stata testata al banco da Chevrolet ed Honda negli ultimi mesi prima di essere utilizzata in pista.

Ma la novità più eclatante riguarda l’abolizione del punteggio doppio alla Indy 500. La regola, inserita nel 2014, non ha mai influito sull’assegnazione del titolo, che peraltro negli ultimi 17 anni – ha fatto notare il presidente IndyCar Jay Frye – è sempre stato assegnato all’ultima gara, ma in qualche caso ha avuto effetto sul piazzamento finale di alcuni team full-season ed ora, con la gradita espansione della griglia di partenza, si è voluto ovviare a questo problema, pure senza diminuire l’importanza della gara più importante della serie.

Nessun cambiamento invece al punteggio assegnato alle qualifiche, che vedrà nuovamente in vigore una scala discendente da 12 punti ad uno per i primi dodici classificati.

L’appuntamento con l’IndyCar Series è per il tradizionale season opener, il Grand Prix of St. Petersburg, in programma il 5 marzo prossimo.

Piero Lonardo

Foto: Ganassi, IndyCar

I risultati dopo la prima giornata di test

I risultati dopo la seconda giornata di test

Foyt55

IndyCar – Pedersen cambia numero. La serie pronta per il debutto al Thermal Club

Il Team Foyt la scorsa settimana aveva presentato la livrea della macchina destinata a Benjamin Pedersen, che aveva scelto di correre col numero 88 e con gli storici colori Coyote Red. Di ieri sera la novità della nuova numerazione che verrà adottata dal pilota danese, il quale prenderà invece il numero 55.

La scelta, come comunicato dal team, è stata dettata dal fatto che il numero 88 viene associato a “certe ideologie e simbologie” che il team Foyt non riconosce. Inutile dire che questa scelta non potrà che suscitare ulteriori polemiche, dato che mai negli States era stata evidenziata questa associazione, abbastanza nota invece in Europa, anche se a memoria non ricordiamo situazioni simili legate al mondo del motorsport, un esempio qui sotto dell’attuale Rolex24 at Daytona.

_PL59514

Ad ogni modo, la serie si prepara al debutto al Thermal Club, dove giovedí 2 e venerdí 3 febbraio si svolgerà la prima sessione di test collettivi dell’anno, presenti tutti i piloti full-season. L’IndyCar, che ambisce a fare diventare il circuito della costa ovest, situato nei pressi della celebre Palm Springs, una nuova venue agonistica per gli anni a venire, darà copertura mediatica non solo delle press conference, ma anche dei risultati; questi ultimi saranno visibili all’indirizzo http://RaceControl.INDYCAR.com.

Ai test verranno sfoggiate le nuove livree di Arrow McLaren per Pato O’Ward, Felix Rosenqvist ed Alexander Rossi, cosí come i nuovi colori definiti per la vettura di Jack Harvey del Rahal Letterman Lanigan (di seguito qui sotto

01-26-OWard-Car

01-26-Rosenqvist-Car

01-26-Rossi-Car 01-26-Harvey-RLL-Car

 

Piero Lonardo

Foto: AJ Foyt Racing, Piero Lonardo, Arrow McLaren, RLL

Robb_Laguna

IndyCar – Sting Ray Robb firma per Dale Coyne. Niente da fare per Lundqvist

Con la firma odierna da parte di Sting Ray Robb per il Dale Coyne Racing si completa la griglia dell’IndyCar Series 2013. Il 21enne dell’Idaho guiderà per tutta la prossima stagione la DW12-Honda #51 gestita in partnership col Rick Ware Racing formando cosi una coppia giovanissima insieme a David Malukas.

Robb è una delle espressioni più concrete della Road to Indy ladder, avendo disputato ben quattro stagioni in Indy Pro fino a giungere al titolo vinto a mani basse nel 2020 per poi approdare alla Indy Lights, dove alla seconda stagione è riuscito a classificarsi secondo alle spalle di Linus Lundqvist con una vittoria e sette podi su quattordici gare.

Lo svedese invece è il grande sconfitto di questa off-season IndyCar, non essendo riuscito a conquistare un volante nella massima serie di monoposto USA nonostante la scolarship derivante dal successo in Indy Lights. Ciò non accadeva dal 2010 con Jean-Karl Vernay e prima ancora dal 1996 con David Empringham.

Va ricordato che il montepremi della serie cadetta sotto la nuova gestione Penske era stato ridotto sensibilmente rispetto agli anni passati, ed il patron della serie e dell’IMS è corso recentemente ai ripari, alzando nuovamente il tetto per la ora denominata IndyNXT, portando il premio in denaro per il vincitore da 500.000 $ a 850.000 $.

Questa cifra dovrebbe (ottimisticamente) garantire al campione 2023 di partecipare alla successiva Indy 500 ed ai test propedeutici su ovale al Texas Motor Speedway e ad Indianapolis, più una ulteriore gara a scelta propedeutici e ad un test sullo stradale dell’IMS.

Piero Lonardo

Foto: IndyNXT

Larson

IndyCar – Kyle Larson pronto per il “double” nel 2024 con Arrow McLaren

La seconda news importante nella giornata di giovedì riguarda l’impegno di Kyle Larson con Arrow McLaren per la Indy 500 del 2024.

Il 30enne californiano sarà ai nastri di partenza della 108ma edizione del “Greatest Spectacle in Racing” su una DW12-Chevy del team grazie al supporto del patron nella NASCAR, Rick Hendrick, sempre più impegnato su diversi fronti, tra cui la prossima 24 ore di Le Mans con la Chevrolet Camaro NextGen.

Larson tenterà quindi il Famoso “double”, cioé di gareggiare nella stessa giornata del Memorial Day a Indianapolis e in seguito alla Coca Cola 600 al Charlotte Motor Speedway, gara che ha vinto nella trionfale annata che ha portato al campione NASCAR Cup Series 2021.

Larson é il sesto pilota a tentare l’accoppiata, l’ultimo fu Kurt Busch nel 2014, e fin qui nessuno non solo è riuscito ad aggiudicarsi entrambe le gare, ma nemmeno una delle stesse. Proprio come Busch, avrà oltre un anno per prepararsi alle vetture IndyCar, con test specifici ed infine il consueto Rookie Orientation Program prima del famigerato “Month of May”.

Piero Lonardo

Foto: Hendrick Motorsports

01-12-Canapino

IndyCar – Juncos annuncia Canapino

Ricardo Juncos ha annunciato che la seconda vettura dello Juncos Hollinger Racing verrà affidata ad Agustin Canapino.

Il 32enne argentino, connazionale del patron, aveva già avuto l’occasione di effettuare giri dimostrativi della sua DW12-Chevy sui circuiti di Buenos Aires e di Termas de Rio Hondo lo scorso novembre, ed affiancherà, grazie al supporto del governo del suo paese, Callum Ilott con la vettura #78. La livrea delle vetture del JHR verrà invece presentata più avanti, il 27 gennaio.

Canapino, protagonista assoluto dei campionati turismo locali, ha già avuto la possibilità di saggiare il motorsport USA, sempre con le ruote coperte, con la Cadillac DPi del team, partecipando alle edizioni 2019 della Rolex 24 at Daytona e della 12 Ore di Sebring, prima del test IndyCar a Sebring dello scorso ottobre. Si tratta del primo pilota argentino a salire su una vettura della massima categoria americana dopo Juan Manuel Fangio II, 25 anni or sono.

A questo punto, a meno di due mesi dal season opener di St.Petersburg, rimane libero un solo sedile della griglia IndyCar, quello della seconda entry del Dale Coyne Racing, a cui va aggiunto quello della #11 del Team Ganassi per le sole gare su ovale.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

Andretti_Cadillac

IndyCar – Andretti entra in F1 con GM e Cadillac: che ripercussioni sulla serie?

Di poco fa la notizia che Andretti Global ha svelato le proprie carte per entrare in F1, dichiarando la partnership con General Motors.

Andretti Autosport ovviamente supporterà questa iniziativa, destinata a portare finalmente non solo un undicesimo team nella massima serie di monoposto, ma anche un costruttore americano, Cadillac, sotto la denominazione Andretti Cadillac Team.

Il team Andretti, come ripreso anche nel comunicato, ha già collaborato con GM nei primi due anni del ritorno delle motorizzazioni Chevrolet nell’Indycar Series nel biennio 2012-2013, nel quale ha ottenuto nove vittorie coi motori del farfallino ed il titolo con Ryan Hunter-Reay nel 2012, prima di passare ad Honda.

Tutta da verificare quindi in prospettiva la rete di alleanze della squadra di Michael Andretti, che ricordiamo ha iniziato la costruzione della nuova sede proprio allo scopo di gestire questo ulteriore impegno, che prevedrà comunque anche un’antenna tecnologica nel Regno unito.

Al momento infatti il team collabora in prima persona con Honda in IndyCar e col marchio Acura insieme al WTR nel WeatherTech SportsCar Championship, oltre all’impegno in Formula E con Porsche. Non crediamo comunque che un eventuale cambio di motorizzazione in IndyCar nella serie possa avvenire in tempi brevi, stante l’attuale equilibrio nella fornitura delle due motorizzazioni ai team.

Piero Lonardo

Foto: Andretti Autosport

Laguna_Start

IndyCar – Alla fine, niente motori 2,4 litri

L’IndyCar Series fa marcia indietro sui nuovi motori 2,4 litri prevista per il 2024. Con un comunicato diffuso poco fa, la serie fra le altre cose ha confermato l’adozione del sistema ibrido della Mahle fra due stagioni, che verrà associato alle presenti unità 2,2 litri di Chevrolet e Honda, dichiarando in modo implicito l’abbandono, almeno per ora, dei nuovi più potenti propulsori.

L’investimento legato ai nuovi motori, che avrebbero dovuto aggiungere 150-200 HP all’attuale package, alla fine è stato forse giudicato troppo oneroso dai due costruttori, da qui la decisione, ovviamente supportata dalla Serie, che fin qui ha fallito le trattative per portare un terzo motorista, di accantonare il progetto, anche se i test, condotti a fine ottobre dalla sola Honda, erano stati più che soddisfacenti.

Serie che ha comunque dato grande risalto, come di moda oggidí, alla sostenibilità, evidenziata soprattutto dall’introduzione dei nuovi pneumatici Green Firestone in guayule, avvenuta a Nashville lo scorso agosto, e che verranno utilizzati in maniera estensiva dal 2023.

Ricordiamo che gli attuali propulsori 2,2 litri V6 turbo sono stati introdotti nel 2012, insieme agli attuali chassis Dallara quindi. Questi ultimi però hanno subito nel corso degli anni una serie tale di modifiche, senza contare i poi giubilati aerokit, culminate con l’attuale veste aerodinamica del 2018, successivamente integrata con l’aeroscreen due anni dopo, da poter essere considerate vetture sostanzialmente diverse dalla DW12 originaria.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

Armstrong

IndyCar – Armstrong firma per Ganassi

Come anticipato su queste pagine, poco fa è arrivata la conferma che Marcus Armstrong sarà il quarto pilota del Team Ganassi nella prossima IndyCar Series. Il 22enne neozelandese, protagonista delle ultime tre stagioni della F2 (quattro gare vinte ed altrettanti podi), sarà al volante della DW12-Honda #11 in tutti gli appuntamenti stradali e cittadini del 2023.

Ancora da definire il pilota che lo affiancherà per le gare su ovale, compresa la Indy 500, che verrà comunque reso noto entro dicembre. Il nome più gettonato rimane quello di Ryan Hunter-Reay, ma non sono da escludere eventuali sorprese.

A questo punto gli unici sedili ancora da assegnare rimangono quelli in casa Dale Coyne Racing e Juncos Hollinger, per una stagione che si annuncia con la bellezza di 27 entry full-time.

Da segnalare inoltre nei giorni scorsi un cambiamento al Rahal Letterman Lanigan, dove due dei tre piloti titolari hanno scambiato le proprie entry ed i relativi numeri di gara e backing.

Christian Lundgaard e Jack Harvey correranno il prossimo anno con il 45 ed il 30 rispettivamente; il danese godrà della sponsorizzazione della Hy-Vee, che patrocinerà anche quest’anno la gara in Iowa, per tutta la stagione, mentre gli altri partner della vettura di Harvey (Hy-Vee rimarrà come associate sponsor) verranno definiti in seguito.

Piero Lonardo

Foto: Team Ganassi

Wilson

IndyCar – Stefan Wilson, quinta Indy con DRR e Cusick. Ritornano Pietro Fittipaldi e Ryan Hunter-Reay?

Stefan Wilson sarà ancora della partita alla prossima Indy 500. Il 33enne pilota britannico, ancora una volta grazie alla partnership con Cusick Motorsports, sarà al via per la quinta volta nel Greatest Spectacle in Racing su una DW12-Chevrolet gestita in pista dal Dreyer & Reinbold.

Nelle due precedenti edizioni Wilson aveva potuto godere delle crew di Andretti Autosport e DragonSpeed, dopo i primi due outing del 2016 e del 2018 col KVSH e Andretti. Ricordiamo che nel 2017 Wilson venne sacrificato per dare spazio a Fernando Alonso nel primo dei suoi tre tentativi di conquistare la Triple Crown.

L’annuncio di Wilson mette metaforicamente nei guai Sage Karam, che col DRR ha disputato ben otto delle sue nove partecipazioni.

Il mercato IndyCar intanto langue momentaneamente in attesa di collocare anche le ultime pedine al proprio posto. Tra i proclami di ex-F1 quali Nicholas Latifi e di probabili prospect quali Marcus Armstrong, spunta anche il nome di Pietro Fittipaldi.

Secondo una testata brasiliana, il nipote d’arte potrebbe tornare a tempo pieno nella serie, e avrebbe ricevuto due offerte da squadre molto forti, tutte però vincolate al reperimento di una sponsorizzazione Ricordiamo che Pietro Fittpaldi ha disputato due stagioni parziali col Dale Coyne Racing nel 2018 e nel 2021.

E uno dei due approdi possibili (questo vale anche per Latifi) oltre al già citato DCR, che deve sciogliere ancora il nodo Takuma Sato, potrebbe essere il Team Ganassi, che potrebbe tornare a schierare, dopo l’abbandono di Jimmie Johnson, ancora una quarta vettura, la #11, oltre a quelle previste per Marcus Ericsson, Scott Diyon ed Alex Palou.

Ed il programma – indiscrezione dell’ultimo minuto – potrebbe vedere il clamoroso ritorno nella serie di Ryan Hunter-Reay, probabilmente limitatamente agli ovali. Il campione 2012 è reduce da un anno di stop dopo dieci anni con l’Andretti Autosport.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

JP-Header copia

IndyCar – Pierson primo development driver per Carpenter. Bagno di folla in patria per Juncos e Canapino

Josh Pierson è destinato a bruciare le tappe nella sua carriera, e lo si era già intuito lo scorso inverno, quando per fargli prendere esperienza sulle vetture da corsa United Autosports ha sacrificato le chances di vittoria nell’Asian Le Mans Series “aspettandolo” per il secondo round di Abu Dhabi, in quanto non ancora in possesso dei requisiti per la patente di guida.

A soli 16 anni il nativo di Portland ha poi stabilito il record di pilota più giovane alla 24 Ore di Le Mans, vincendo nel frattempo anche al debutto nel WEC, a Sebring, tra le LM P2, alternando poi l’impegno nella serie mondiale con quello nel WeatherTech SportsCar Championship.

Ma forse non tutti sanno che Pierson ha iniziato tra le monoposto, giungendo quarto nella USF 2000 l’anno precedente, e a queste monoposto, insieme al programma WEC con United Autosports, ritornerà per i prossimi due anni, quale primo development driver dell’Ed Carpenter Racing.

In programma la partecipazione all’IndyCar Series nel 2025 nelle fila del team, che nel frattempo provvederà a gestirlo nella Indy NXT con un programma parziale, stanti le concomitanze con i round WEC di Spa e del Fuji, nella prossima stagione nelle fila dell’HMD Motorsports, per poi addivenire ad una stagione completa nel 2024. Nel frattempo, a Pierson verrà concesso di provare anche le monoposto della serie maggiore.

JHR_GD

Frattanto in Argentina la monoposto dello Juncos Hollinger Racing ha attirato la bellezza di 15.000 persone per l’esibizione di sulla pista di Termas de Rio Hondo. Un bagno di folla totalmente inaspettato che ha accolto la DW12-Chevy #77 alla guida di Agustin Canapino, che in precedenza era stato alla guida della monoposto anche sul vecchio circuito di Buenos Aires. La capitale nel lontano 1971 aveva visto disputarsi la Indy 300 vinta dal leggendario Al Unser sull’ovale denominato Autodromo Rafaela.

E proprio il ritorno a gareggiare in Argentina, in questo caso nel più moderno impianto di Termas de Rio Hondo, è l’obiettivo finale di Ricardo Juncos, che con questa dimostrazione ha dato prova dell’estremo amore per le monoposto più veloci del pianeta. Sappiamo che sono stati già avviati i primi contatti tra il management IndyCar e le autorità locali, anche se al momento la serie non ha intenzioni a breve di spostarsi al di fuori del continente nordamericano.

Piero Lonardo

Foto: ECR, Juncos Hollinger Racing