Archivi categoria: IndyCar

Ericsson

IndyCar – Ericsson, pluriennale con Andretti. Foyt si allea con Penske

Un altro tassello del puzzle dell’IndyCar Series 2024 si va a collocare con l’annuncio del contratto pluriennale che legherà a partire dalla prossima stagione Marcus Ericsson all’Andretti Autosport.

L’ingaggio del vincitore della Indy 500 dello scorso anno era ormai nell’aria dopo che le trattative col team Ganassi erano giunte ad uno stallo, principalmente dal punto di vista economico.

Sapremo in un secondo momento chi sarà a cedere il posto al 32enne svedese, atteso che Colton Herta e Kyle Kirkwood hanno già un contratto per la prossima stagione, ma ci aspettiamo a breve che si posizionino nuove tessere del domino anche negli altri top team, escluso Penske che ha già i suoi tre piloti confermatissimi per la prossima stagione.

Frattanto proprio la squadra del Captain è protagonista dell’altra news che ha movimentato il paddock IndyCar: la formalizzazione dell’alleanza fra i team Foyt e Penske.

L’accordo prevede che la squadra gestita da Larry Foyt inizi da subito ad utilizzare gli ammortizzatori ed il supporto tecnico della squadra campione in carica, ma l’accordo va oltre la semplice fornitura di pezzi e l’assistenza negli assetti.

La relazione, non nuova nella serie (pensiamo alla partnership iniziale tra Andretti e MSR), secondo un noto media statunitense permetterà a Penske di inserire nei prossimi anni nel team Foyt una nuova generazione di tecnici e meccanici da formare, cosí come peraltro anche i piloti del programma Force Indy, che ora vede impegnato nell’Indy NXT Ernie Francis Jr.

08-21-Canapino-Argentina

Lo scorso fine settimana è stata invece festa grande all’Autodromo Oscar y Juan Galvez di Buenos Aires per il ritorno in gara nel Turismo Carretera di Agustin Canapino. Il risultato della gara non è stato del tutto lusinghiero per il Titàn de Recife, che ha chiuso solamente 12mo, accolto però da un bagno di folla di stampo calcistico.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

_4CJ7031

IndyCar – Lundqvist, debutto su ovale a Gateway

Dopo la fenomenale cavalcata di Scott Dixon al Gallagher GP di Indianapolis, l’IndyCar Series si ritrova nel fine settimana alle porte di St.Louis, al World Wide Technology Raceway.

Oltre alle consuete entry full-season, sarà l’occasione per vedere in azione per l’ultima volta quest’anno anche Ed Carpenter e Takuma Sato.

A questi come noto si aggiungerà Conor Daly, il quale chiuderà la stagione nelle fila del Rahal Letterman Lanigan al posto di Jack Harvey, e ancora una volta Linus Lundqvist, ancora una volta chiamato all’opera dal Meyer Shank Racing al posto dell’infortunato Simon Pagenaud.

Il campione in carica Indy Lights, dopo le belle prove di Nashville ed Indianapolis, è divenuto l’oggetto del desiderio del mercato piloti 2024 e, dopo gli abboccamenti iniziali con l’RLL, potrebbe approdare addirittura presso il Chip Ganassi Racing al posto del connazionale Marcus Ericsson, le cui trattative per il rinnovo paiono non proseguire secondo le attese, e che, come già accennato su queste pagine, potrebbe alla fine accasarsi all’Andretti Autosport.

Peraltro la querelle tra Alex Palou, Team Ganassi e McLaren ha assunto nuovamente un piano legale con la causa intentata da quest’ultima nei confronti del pilota, il quale ha anche scaricato il proprio management, la MIM, in favore di Roger Yasukawa, che già aiutó Palou ad inserirsi nella serie.

Nel frattempo comunque ci sarebbe anche un campionato da vincere, ed il catalano potrebbe chiudere già con due gare di anticipo proprio sull’ovale corto di Gateway, stante il distacco attuale sulla concorrenza, capitanata da Scott Dixon.

E proprio il sei volte campione, insieme a Will Power, è stato incaricato di proseguire i test con le nuove unità motrici dotate di sistema ibrido per la prossima stagione. Il 16-17 agosto sulla versione corta del circuito di Sebring sono stati percorsi complessivamente oltre 800 giri per circa 1.400 miglia con soddisfazione di piloti e motoristi.

Il weekend di Gateway sarà compresso nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 agosto. Si comincia con le libere alle 11.00 AM ET della giornata di sabato, seguite dalle qualifiche alle 2.00 PM ET, mentre la Bommarito Automotive Group 500 prenderà il via alle 3.30 PM ET di domenica, pari alle 21.30 nostrane. Libere e qualifiche saranno fruibili gratuitamente sulla piattaforma IndyCar Live mentre la gara sarà trasmessa dai canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

Bryan_Colton

IndyCar – Colton Herta con i colori del padre a Laguna Seca

Lo scorso maggio Colton Herta aveva fatto un regalo di compleanno speciale a papà Bryan, la Reynard-Ford con la quale aveva conquistato la sua prima vittoria a Laguna Seca, nel 1998.

Ieri la rivelazione che Colton vestirà i medesimi colori (sponsor a parte, ovviamente), 25 anni dopo, nel season finale 2023. L’unveiling è avvenuto presso la factory Andretti.

Inter nos, si tratta degli stessi colori resi celebri nel famoso “The Pass” al Corkscrew ad opera del nostro Alex Zanardi due anni prima, e Herta si ripetè l’anno successivo sullo stesso tracciato per la sua seconda ed ultima vittoria nell’allora serie CART.

L’IndyCar non è nuova alle livree throwback, anche se, a differenza dell’attuale F1, si tratta di un fenomeno abbastanza recente e, permetteteci, meglio gestito (a livello mediatico intendo) e circostanziato.

Senza contare i colori neroeoro Lotus della DW12 del Dragon Team 2012 equipaggiata ahimè con lo scarso propulsore sviluppato da John Judd, il primo serio tentativo risale a due anni dopo, con la DW12-Chevy di Helio Castroneves a rivestire per la 98ma Indy 500 il giallo Pennzoil delle monoposto vincitrici con Johnny Rutherford nel 1980 e con Rick Mears nel 1984 e nel 1988.

05-08-Pennzoil-Helio-Yellow-Submarine-Std

Castroneves, che all’epoca contava tre dei quattro successi complessivi nel Greatest Spectacle in Racing, quell’anno arrivò secondo alle spalle di Ryan-Hunter-Reay. Livrea e sponsor riapparvero nel 2016 per il 50mo anniversario del Team Penske, ma lo “Yelio Submarine” arrivò solamente undicesimo.

I medesimi colori sono poi stati portati in pista nelle edizioni 2021, 2022 e 2023 da parte di Scott McLaughlin, che nel suo primo outing ottenne il titolo di Rookie of The Year.

2016_I500_DixonCarUnveil_1600x800

Sempre nel 2016 la Dallara-Honda di Scott Dixon venne vestita nuovamente del celebre “Lightning Bolt”, il fulmine giallo dello sponsor Target reso famoso dai successi di Zanardi e Jimmy Vasser a fine anni ‘90. Poca fortuna peró per The Iceman in questo caso perchè alla fine giunse solamente sesto in campionato, con nonostante due vittorie ed altrettanti podi in 16 gare.

04-14-McLarenLivery-IC

Infine il più recente tentativo in occasione dell’ultima Indy 500, ad opera dell’Arrow McLaren, che propose le sue monoposto con livree ispirate ai grandi successi del marchio, in occasione dei propri 50 anni, tra cui la papaya livery portata al successo da Johnny Rutherford nel 1974.

A dire il vero anche Fernando Alonso, nel suo primo tentativo di accaparrarsi la Triple Crown nel 2017 sfoggiò colori simili nell’effort condiviso tra McLaren ed Andretti Autosport, colori infine ripetuti anche nell’infruttuoso tentativo del 2019.

Piero Lonardo

Foto: Andretti Autosport, IndyCar Series, Arrow McLaren

08-15-Daly-RLL

IndyCar – RLL scarica Harvey: per Gateway arriva Daly

Ormai era questione di tempo prima che il Rahal Letterman Lanigan scaricasse Jack Harvey, evento che è avvenuto poco fa. La notizia mediante un comunicato stampa del team, con Bobby Rahal a porgere i ringraziamenti di rito al pilota per gli sforzi compiuti.

Al suo posto il prossimo fine settimana a Gateway Conor Daly, ancora una volta a fungere da immediata riserva per un pilota indisponibile.

Daly, che vanta 107 presenze nell’IndyCar Series, ha fin qui corso, a partire dal 2013, per ben otto squadre ma mai con l’RLL, e con la sua esperienza, soprattutto sugli ovali, cercherà di aiutare l’entry #30 a far parte delle 22 ammesse al cosiddetto Leader’s Circle, che garantisce un’entrata monetaria garantita dalla serie di circa 910.000 Dollari tra le iscrizioni full season.

Al momento la terza entry del team RLL si classifica quale 24ma su 27 entry, appena dietro, ironia della sorte, alla #60 del MSR che Daly ha condotto a Mid-Ohio e nel doubleheader dell’Iowa e alla #78 del Juncos Hollinger di Agustin Canapino, e davanti alla #29 dell’Andretti Autosport di Devlin de Francesco. Poco più avanti in classifica, al 21mo posto, la #20 dell’Ed Carpenter Racing che Daly ha portato all’ottavo posto assoluto alla Indy 500.

Harvey dal canto suo nell’anno e mezzo trascorso al Rahal Letterman Lanigan ha conquistato la top ten una sola volta a Nashville lo scorso anno, e lo scorso sabato al Gallagher GP ha segnato una delle sue migliori prestazioni dell’anno col 14mo posto finale.

Rahal ha inoltre affermato che “useranno le tre gare finali della stagione per valutare altri talenti.” Attendiamo quindi di conoscere se Daly continuerà a pilotare la DW12-Honda #30 anche nelle due restanti gare di Portland e Laguna Seca, atteso che Linus Lundqvist, il quale aveva già in piedi un mezzo accordo con il team RLL, e che sabato è terminato appena al di fuori della top ten alla sua seconda gara per il MSR, potrebbe facilmente essere riconfermato in seno a quest’ultima squadra al posto dell’infortunato Simon Pagenaud, anche in chiave futura.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

Larson2

IndyCar – Ecco la McLaren per il Double 2024 di Kyle Larson

Svelate domenica nella cornice del weekend congiunto IndyCar/NASCAR di Indianapolis le due vetture con le quali Kyle Larson correrà il cosiddetto Double il 26 maggio 2024 per McLaren ed Hendrick Motorsports.

Larson, il cui effort è stato annunciato lo scorso gennaio, non potrà correre col numero 5 abitualmente utilizzato sulla Chevrolet NASCAR, bensí col 17.

Il Double consiste nel disputare nella stessa giornata la Indy 500 e la Coca Cola 600 a Charlotte, e Larson sarà il quinto pilota a cercare la gloria in questa speciale cavalcata di 1.100 miglia totali, dopo John Andretti (1994), Tony Stewart (1999 e 2001), Robby Gordon (1999, 2000, 2002, 2003, 2004), e Kurt Busch (2014).

Il migliore Stewart, l’unico che fin qui è riuscito a terminare entrambe le gare, piazzandosi sesto alla Indy 500 e terzo a Charlotte nel 2001.

Larson3

Il programma prevede che Larson raggiunga il “Roval” dopo la conclusione della 108ma edizione della 500 Miglia in tempo per lo start della gara valida per la NASCAR Cup, ma prima il campione 2021 dovrà sottostare al Rookie Orientation Program obbligatorio, per il quale ha da tempo iniziato a prepararsi al simulatore presso la sede di Arrow McLaren, con l’aiuto dei titolari Felix Rosenqvist ed Alexander Rossi.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Arrow McLaren

Dix_good

IndyCar – Dixon monumentale ad Indianapolis. Niente da fare per Rahal

Scott Dixon trionfa al Gallagher GP di Indianapolis al termine di una lunga rimonta dal fondo dopo un testacoda al primo giro ed il sei volte campione diventa il major contender del compagno Alex Palou nella lotta per il titolo 2023.

Ma andiamo per gradi. Alla partenza Devlin DeFrancesco brucia Graham Rahal in pole risalendo dalla terza fila, approfittando della larghezza del rettilineo principale dell’IMS (ricordiamoci percorso in senso contrario rispetto alla 500 miglia).

Poche curve dopo Alex Palou tocca da dietro Marcus Armstrong che si gira. Coinvolti anche Romain Grosjean, che si gira come Scott Dixon, mentre Josef Newgarden, relegato in penultima fila dalla penalità per il cambio del motore, ritenuto colpevole della qualifica povera di ieri, giunta in mattinata, non riesce a frenare e si inerpica sulla monoposto #11, ritenuta colpevole della melèe dalla direzione gara. Il due volte campione perde un giro e sostanzialmente non si riavrà più da questa situazione.

Della Full Couse Yellow, che rimarrà l’unica della gara, ne approfittano in pochi, tra cui Dixon e Colton Herta, quest’ultimo gravato da una foratura, ma il neozelandese è l’unico a cambiare le black con cui era partito, con un set di alternate immacolate.

Al restart, DeFrancesco, partito con le primary, cede di schianto e lascia strada non solo a Rahal, ma anche alle McLaren di Pato O’Ward, il migliore sulle black, ed Alexander Rossi, che ha già superato Christian Lundgaard, e che poco dopo dispone anche del compagno di squadra piazzandosi alle spalle di Rahal.

Frattanto Alex Palou, anch’egli partito con le red, cerca di migliorarsi dall’ottava posizione di partenza, ma dopo un errore nel sorpasso a DeFrancesco, opta per una tattica attendista.

I due battistrada si fermano tra il 22mo ed il 24mo giro; entrambi montano le black e Rahal esce davanti a Rossi, mentre Lundgaard inizia la strategia di sacrificio nei confronti del caposquadra fermandosi tre tornate più tardi ma, al contrario di Rahal, monta un altro set di red ed esce davanti ad O’Ward.

Davanti a tutti c’è Dixon con la sua strategia apparentemente sconclusionata davanti a Grosjean, che pure si è fermato in regime di neutralizzazione, seppur confermando le primary, ma la gara del franco-svizzero subisce una battuta d’arresto al pit successivo, per un problema alla posteriore sinistra.

Dopo che Dixon si è fermato una seconda volta (ancora red), Lundgaard, passato Rossi, inizia la rimonta verso Rahal, che peró non si concretizza in un tentativo di sorpasso, nonostante l’evidente differenza di prestazioni, con la vettura #15 che alla sosta successiva rimonta un set di black.

Lundgaard, che in quel momento vanta oltre 27” su Dixon, è invece costretto alle primary, che lascerà per appena 10 giri; la strategia del box RLL, che peraltro permette ad O’Ward di uscire davanti al danese, verrà contestata dal pilota a fine gara.

Al lap 59 inizia il gran finale di Dixon, che monta un set di alternate nuove di zecca, contrapposte alle gomme usate dei tre inseguitori. Dopo il pit di Rahal, quattro tornate dopo, Dixon si ritrova con 7” di vantaggio che deve mantenere per 22 giri, tenendo conto anche dei consumi di questo super-stint, sempre sperando che non arrivi una Full Course Yellow a movimentare ulteriormente le acque.

Inizia quindi l’inseguimento a colpi di push-to-pass da parte di Rahal, che a meno di 8 giri si porta a meno di 2” dal battistrada, che a -2 giri diventano appena 2 decimi, però senza mai impensierire realmente il sei volte campione, che anche quest’anno porta a casa una vittoria (per il 19mo anno di fila), portandosi a quota 54 vittorie nella serie, nel giorno della sua 319ma partenza consecutiva, che infrange il record detenuto da Tony Kanaan, in quella che è stata subito battezzata dai media “Spin and Win2″ in onore della nota vittoria da parte di Danny Sullivan nella Indy 500 del 1985.

In classifica generale, stante il 25mo posto di Josef Newgarden e la P7 di Alex Palou, Dixon diventa il major contender del catalano, a 101 lunghezze contro le 105 dell’alfiere Penske.

Un’ultima appendice non di poco conto su Palou riguarda l’ennesima puntata della querelle sul futuro del pilota e che trae vita da una dichiarazione nel pre-gara da parte di Zak Brown, nella quale il patron McLaren ha affermato: “Sono estremamente contrariato del fatto che Alex Palou non intenda onorare il proprio contratto per correre con noi in IndyCar nel 2024 ed oltre. E’ tutto ciò che ho da dire sul tema per ora”.

A queste affermazioni ha risposto mediante un comunicato diffuso a mezzo social, a meno di un’ora dalla partenza della gara, nientemeno che Chip Ganassi in persona: “Tutti coloro che mi conoscono sanno che non ho l’abitudine di commentare situazioni contrattuali. Di conseguenza, sono stato zitto sin dall’inizio di questa storia ma ora sento di dover rispondere. Sono cresciuto rispettando il Team McLaren ed il suo successo. Per il nuovo management non ho lo stesso rispetto. Alex Palou è stato parte del nostro team e sotto contratto sin dalla stagione 2021. E’ l’interferenza in questo contratto da parte di McLaren che ha iniziato questo processo e ironicamente, ora giocano a fare le vittime. Semplicemente, la posizione di McLaren IndyCar nei confronti del nostro pilota è inaccurata e sbagliata; egli rimane sotto contratto col CGR.”

Dietrofront definitivo quindi da parte di Palou (e del suo management) nei confronti di McLaren, colpevole forse di avergli fatto balenare la possibilità di correre in F1 quando in realtà si stava già ben coprendo assumendo Oscar Piastri ? Pare di sí.

L’IndyCar Series tornerà il 27 agosto con l’ultima prova su ovale al World Wide Technology Raceway, conosciuto anche come Gateway Motorsports Park, di Madison, Illinois.

Piero Lonardo

Foto: Chip Ganassi Racing

L’ordine di arrivo

08-11-Rahal-P1

IndyCar – RLL dominante ad Indianapolis con Rahal e Lundgaard. MSR con Blomqvist nel 2024

La resurrezione del Rahal Letterman Lanigan pare essersi completata poco fa all’Indianapolis Motor Speedway, dove Graham Rahal e Christian Lundgaard hanno conquistato la prima fila nella Firestone Fast Six del Gallagher GP.

Per Rahal, che aveva ottenuto la migliore prestazione anche nelle libere del mattino. si tratta della prima pole position da ben sei anni, da Detroit 2017 per la precisione, dove il figlio d’arte finí per dominare entrambe le gare del doubleheader. Lundgaard dal canto suo conquistò qui la sua prima partenza al palo qualche settimana prima del disastro (per il team) della 500 Miglia.

Il buon momento del team è confermato anche da Jack Harvey, il quale ha sfiorato il terzo turno e partirà in P14 a seguito della penalità di sei posizioni in griglia inflitta alla DW12-Honda #30 per il cambio del quinto motore dopo Nashville, penalità che colpirà anche Sting Ray Robb.

La seconda fila sarà occupata da Alexander Rossi e Pato O’Ward, mentre la terza anche in questo caso da due teammates, Devlin DeFrancesco, alla sua prima fast six, e Romain Grosjean.

Nessuno dei major contender è avanzato fra i primi sei, con il leader Alex Palou che ha ottenuto la nona prestazione e Scott McLaughlin l’undicesima. Il kiwi è stato peraltro l’unico del Team Penske ad approdare al secondo turno. Josef Newgarden partirà addirittura dalla decima fila, mentre Scott Dixon e Marcus Ericsson rispettivamente dalla ottava e dalla nona.

Ancora un’ottima prestazione infine da parte di Linus Lundqvist, richiamato come noto a sostituire Simon Pagenaud per la seconda gara consecutiva. Lo svedesino del Meyer Shank Racing ha sfiorato infatti il secondo turno e partirà dodicesimo, appena dietro al compagno di squadra Helio Castroneves, che oggi si è appreso che il prossimo anno si limiterà solamente alla Indy 500.

Castroneves diventerà inoltre socio minoritario della squadra dell’Ohio, che ha approfittato dell’appuntamento di Indianapolis per annunciare Tom Blomqvist al posto del brasiliano per tutta la stagione. Il 29enne driver britannico, campione in carica del WeatherTech SportsCar Championship, ha già assaggiato la monoposto a Toronto, terminando purtroppo immediatamente la gara nella melèe del primo giro causata da Jack Harvey.

A seguire in tarda serata italiana il warm-up (practice final) alle 4.00 PM ET, sempre che i nuvoloni incombenti sulla zona risparmino l’IMS, mentre lo start della gara avverrà alle 12 PM ET di domani, sabato 12 agosto, pari alle ore 20 italiane. Diretta sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere

I risultati delle Qualifiche

Palwin_IMS

IndyCar – Lundqvist confermato ad Indianapolis per il Gallagher GP

L’Indianapolis Motor Speedway è pronto a ricevere nel weekend il suo terzo ed ultimo appuntamento dell’IndyCar per il 2023, il Gallagher GP.

La serie, a quattro sole gare dalla fine, è sempre più nelle mani di Alex Palou, che peraltro nell’infield dell’IMS si è sempre trovato bene, agguantando il primo dei suoi – fin qui – quattro successi stagionali lo scorso maggio.

Josef Newgarden è vero può contare su oltre 200 punti in palio per rimontare gli 84 che lo separano dal leader, ma verosimilmente solo un miracolo potrebbe strappare il titolo dalle mani del catalano; Scott Dixon, separato di ben 126 lunghezze, non sembra ai livelli di forma del teammate, così come Marcus Ericsson, il cui rendimento in qualifica, così come quello di Newgarden, peserà assai sul risultato finale. Il due volte campione comunque può consolarsi con la vittoria alla Indy 500.

L’inseguitore più in palla al momento sembra essere Scott McLaughlin, autore di due prove superbe recentemente in Iowa-1 e a Nashville, ma l’erroraccio di St.Petersburg e il suo orribile mese di maggio lo lasciano comunque a -142, una distanza pressochè incolmabile con così pochi eventi ancora da disputare.

E allora, con la lotta per il titolo così circoscritta, è il mercato piloti a tenere banco. Se Penske ha già cristallizzato la propria line-up 2024, oltre al solito tormentone Palou, che presumibilmente ruberà il posto a Felix Rosenqvist in McLaren in attesa che Lando Norris approdi altrove in un altro team di F1, sono Ericsson e Romain Grosjean a tenere banco.

Qualora lo svedese non trovasse l’accordo con i ragionieri del Team Ganassi probabilmente sarebbe l’Andretti Autosport la sua prossima destinazione, e proprio alle spese del franco-svizzero, l’eterno secondo di questo primo triennio speso nella serie, avendo raggiunto il gradino intermedio del podio in ben cinque occasioni. L’alternativa è ancora svedese, in quanto potrebbe essere proprio Rosenqvist, protagonista di un’annata luci ed ombre, ad occupare il sedile della DW12-Honda #28. In Ganassi potrebbe invece approdare quel David Malukas che spinge per avere una monoposto competitiva in ogni gara.

Parlando di svedesi, è d’obbligo citare Linus Lundqvist il quale, reduce da una prestazione maiuscola al debutto a Nashville, fino al contatto a muro, è stato confermato alla guida della vettura di Simon Pagenaud anche per questo weekend.

Nelle parole raccolte da un noto media USA, per il patron Michael Shank il posto del campione 2016, che comunque al termine della stagione sarà free agent, non è assolutamente in discussione, sempre – aggiungiamo noi – che sia finalmente dichiarato abile alla guida dopo il violento crash di Mid-Ohio, procurato, va evidenziato, da una defaillance tecnica del sistema frenante. Al contrario però sembrano traballare quelli di Helio Castroneves, che potrebbe definitivamente lasciare la serie, e di Jack Harvey in seno al Rahal Letterman Lanigan, dove anche il figlio del boss, Graham, pare però averne le scatole piene.

In ogni caso, sarebbe un peccato lasciarsi scappare uno dei migliori talenti espressi dalla serie cadetta negli ultimi anni.

Il programma del Gallagher GP, che ricordiamo funge da contorno alla Brickyard 400 NASCAR dove sarà della partita anche il due volte campione WEC Kamui Kobayashi, sarà compresso nelle sole giornate di venerdì 11 agosto, con due sessioni di libere e le qualifiche, queste ultime alle 12.30 PM ET, le 18.30 nostrane, e la gara sabato 12 alle 2.00 PM ET, le 20 italiane.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

kirk

IndyCar – Kirkwood regala la seconda vittoria ad Andretti sulle strade di Nashville

Kyle Kirkwood si aggiudica la seconda gara della sua ancor breve carriera IndyCar sulle strade di Nashville, precedendo Scott McLaughlin ed Alex Palou.

Niente pioggia oggi sui cieli del Tennessee ma un caldo torrido che impone ai team di disporre della presa d’aria aggiuntiva sopra l’aeroscreen per convogliare più aria verso i piloti. Subito un piccolo dramma nello schieramento, con la vettura di Will Power che non ne vuole sapere di accendersi ed il campione in carica costretto ad affrettarsi nell’abitacolo cosí da evitare di schierarsi in fondo allo schieramento.

Pronti via ed abbiamo scherzato perchè la direzione gara non ritiene di aver visto un allineamento corretto dei 27 partecipanti. Questa, insieme all’insolito collasso dell’ala posteriore di David Malukas, fino a quel momento stabilmente nella top five al lap 13, rimarrà fino a 10 tornate dalla fine, rimarranno le uniche neutralizzazioni di una gara che nelle due edizioni precedenti ha generato più Full Course Yellow e Red Flags che corsa libera.

McLaughlin, partito come la maggior parte dei driver con le alternate, controlla bene Pato O’Ward e Colton Herta, ma è Marcus Ericsson l’autore della partenza migliore, conquistando quattro posti dalla 20ma piazzola. E proprio lo svedese di Ganassi tra i primi a disfarsi delle “green”.

Al primo restart la prima delle tante disavventure di Herta, che si lascia passare da Romain Grosjean, Kyle Kirkwood e Will Power ed è subito costretto al pit dopo un contatto con Scott Dixon. Anche O’Ward cede presto, chiedendo troppo alle sue gomme e cede la seconda piazza all’accoppiata Andretti. Nel frattempo il box di Palou ha tentato la carta dell’undercut in regime di green flag.

Ci si avvicina cosí alla metà gara con diverse strategie in corso. L’eroe di questa parte di gara è Linus Lundqvist, deb al Meyer Shank Racing, che transita terzo dietro Palou e Kirkwood senza più l’airscope, staccatosi (da notare, l’unico di tutte e 27 le vetture in gara) dalla sua Dallara rosanera.

Ma è al secondo pit del catalano, al lap 45 che si concretizza la strategia del team Andretti, con il giovane floridiano davanti all’ex-F1, il quale si fa uccellare da “ScottieMac”.

Passa ancora qualche tornata e Kirkwood può finalmente liberarsi delle gomme più morbide, mentre gli strateghi increduli per l’assenza di neutralizzazioni iniziano a pensare ad eventuali strategie di emergenza, in primis in casa Ganassi, dove Palou deve guardarsi dalla rimonta di Josef Newgarden, che lo tampina da presso.

Lundq2

A dare respiro al paddock ci pensa ahimè Lundqvist, che chiude la sua splendida gara coronata dal giro più veloce, a 10 giri dal termine dopo un contatto in curva 11. Sappiamo che yellow chiama yellow, ed il successivo restart a 6 tornate dalla bandiera a scacchi genera un contatto multiplo nelle retrovie, propiziato da Ryan Hunter-Reay, che annulla le speranze di bandiera a scacchi di Felix Rosenqvist, Agustin Canapino e Benjamin Pedersen.

E’ rossa, e come lo scorso anno, ci sarà uno shooutout finale. Le 3 tornate restanti vedono Kirkwood riprendere margine su McLaughlin, che si avvicinerà al leader fino a 7 decimi, quanto basta per transitare secondo come nel 2022 dietro il floridiano, che regala la seconda vittoria al patron Michael Andretti. Palou riuscirà a mantenere la posizione su Newgarden e Dixon, mentre Ericsson sarà costretto a ridare la sesta piazza a Grosjean, reo di blocking. A seguire O’Ward, Lundgaard e Power, che nega la top ten ad un Helio Castroneves forse spronato dalla situazione contingente.

In classifica generale, Palou puó allungare a quota 513, 84 punti in più di Newgarden e 126 più di Dixon, a quattro gare dal termine.

L’IndyCar Series non riposa nel mese di agosto e sabato prossimo sarà nuovamente di scena con il Gallagher Grand Prix sullo stradale di Indianapolis.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo

MacL

IndyCar – McLaughlin torna in pole a Nashville

Scott McLaughlin regala la prima pole fuori dagli ovali del 2023 al Team Penske sulle strade di Nashville. Le qualifiche, posposte di ben 4 ore causa pioggia, si sono svolte su pista asciutta e le 27 Dallara hanno potuto esprimere tutto il loro potenziale.

La DW12-Chevy #3 ha dominato come lo scorso anno nella Firestone Fast Six segnando il tempo di 1.14.6099, lasciando Pato O’Ward a 3 decimi e Colton Herta a 6. A seguire il leader in classifica, Alex Palou, unico a risparmiare un treno di “green” per la gara, in grado comunque di precedere un positivo David Malukas e Romain Grosjean.

Fuori per un pelo dal terzo turno il re delle pole Will Power. Il campione in carica non si è risparmiato, producendosi in un paio di “lunghi” non sanzionati dalla direzione gara, e toccando anche il muro a protezione della curva 7 nel primo turno, ma non è bastato, cosí come al teammate Josef Newgarden.

Il major contender di Palou per il titolo 2023 non è riuscito, come il resto del lotto peraltro, a trarre vantaggio dallo shootout generato dal contatto a muro di Scott Dixon, avvenuto a 18” dal termine della Top Twelve, che comprendeva anche uno spettacolare Linus Lundqvist.

Il debuttante svedese del Meyer Shank Racing ha acciuffato all’ultimo il biglietto per il Q2 buttando fuori Christian Lundgaard, chiudendo con l’undicesimo tempo, mentre Newgarden lo precederà in griglia di due piazzole. Subito fuori invece Marcus Ericsson, vincitore qui nel 2021, che partirà addirittura dalla 10ma fila.

L’altra red flag della sessione è stata scatenata all’inizio del primo turno da Benjamin Pedersen, lungo in curva 1 col motore in stallo, mentre Agustin Canapino è stato penalizzato per un’insolita (in qualifica) speeding in pitlane e partirà solamente 23mo.

Appuntamento a domani per il Music City Grand Prix domani alle 12.00 PM ET locali, pari alle 18 italiane. Non è esclusa la minaccia di pioggia nonostante le temperature agostane. Diretta a pagamento sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: Team Penske

I risultati delle Qualifiche