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Dixon

IndyCar – Dixon inizia bene a St.Pete

Dominio Honda nelle prime libere del Grand Prix of St.Petersburg. Scott Dixon guida una pattuglia di vetture spinte dal motore nipponico, che sembra avere qualcosina in più sulle strade della città della Florida.

Il neozelandese, che a dispetto dei suoi 6 titoli qui non ha mai vinto, ha fermato i cronometri sull’1.01.6145, precedendo di 33 millesimi chi invece qui ha già trionfato nel 2021, Colton Herta. A seguire, sempre dentro li centesimo di distacco, altre due vetture di Ganassi ed Andretti, condotte da Alex Palou e da Kyle Kirkwood, mentre chiude la top five Simon Pagenaud per il Meyer Shank Racing.

Bisogna scendere alla P6 per incontrare il primo motore Chevrolet di Rinus VeeKay del’Ed Carpenter Racing, distanziato da oltre 2 decimi dal leader, mentre l’armata Penske, vittoriosa qui sette volte negli ultimi undici anni, è capitanata dal campione in carica Will Power, solo ottavo dietro David Malukas per Dale Coyne. Migliore fra i rookie Marcus Armstrong, neoacquisto del Chip Ganassi Racing.

In diversi hanno incontrato problemi tra i muretti, fra cui il vincitore 2022 Scott McLaughlin, per due volte costretto ai box per riparazioni, ed il compagno di squadra due volte trionfatore Josef Newgarden, il quale ha chiuso anticipatamente la propria sessione.

Problemi in particolare in uscita da curva 3, che è stata ripavimentata, ed ha visto disavventure per diversi piloti. Il più vigoroso nelle lamentele sicuramente Graham Rahal, che ha descritto come “un incubo” quella sezione del circuito. Non una bella giornata per l’RLL, che ha visto anche il rookie of the year 2022, Christian Lundgaard, autore di appena 13 tornate, toccare il muro.

Tornando ai risultati della pista, non è una novità che sia Pato O’Ward a condurre il rinnovato trio dell’Arrow McLaren in P11, appena avanti Callum Ilott del Juncos Hollinger Racing che piazza anche il deb Agustin canapino in P19, mentre i restanti rookies, Sting Ray Robb e Benjamin Pedersen chiudono la classifica insieme alle monoposto di Bobby Rahal.

Secondo ed ultimo turno di libere oggi alle 10.00 AM locali, a precedere le qualifiche, previste a partire dalle 2.15 PM, vale a dire le 20.15 nostrane. Diretta in free streaming per entrambi su IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream mentre SkySport incredibilmente non trova modo di inserire l’evento tra le repliche della F1 ed altri sport…..

Piero Lonardo

Foto: Chip Ganassi Racing

I risultati delle Libere 1

Rasmussen_Stpete

Indy NXT – 19 contender per il sogno IndyCar

St.Petersburg sarà anche il teatro della prima stagionale della Road to Indy, la ladder di serie propedeutiche che portano all’IndyCar Series, e che si conclude con la Indy NXT by Firestone, l’ultimo gradino prima delle monoposto più veloci del pianeta.

Saranno ben 19 le vetture a disputarsi un montepremi potenziato rispetto alla scorsa edizione, cui si è aggiunto un ulteriore contributo da parte di Dallara, costruttore delle monoposto IL-15 costituito da 10.000 $ di componenti e servizi, più una giornata al simulatore per il miglior classificato, ed una mezza giornata per gli altri piloti che comporranno il podio finale.

Lo squadrone HMD Motorsports recita la parte del leone con la bellezza di nove monoposto (comprese quelle gestite in partnership con Dale Coyne Racing e Force Indy), tra cui spiccano i già conosciuti Christian Rasmussen (nella foto insieme al vincitore 2022, Matthew Brbahm) e Danial Frost, vincitori di tre gare nella scorsa stagione.

Da segnalare però anche i poliedrici Josh Pierson e Rasmus Lindh, già visti nelle gare di durata di WEC ed IMSA insieme anche a Kyffin Simpson (già nel mirino del Team Ganassi), Nolan Siegel e Christian Bogle, tutti protagonisti di alto livello nella recente Asian Le Mans Series.

Allo squadrone di Henry Malukas, trionfatore nel 2022 con Linus Lundqvist, si contrappone l’Andretti Autosport, che a sua volta schiererà quattro entry capitanate da Hunter McElrea, due vittorie all’attivo, e dal campione Indy Pro 2000 (ora USF Pro 2000) in carica, Louis Foster.

Chadwick_sebring

Grande attesa anche per la tricampionessa della Formula W, Jamie Chadwick, che torna a competere contro l’altro sesso, forte dell’affiliazione con lo sponsor DHL e del ruolo di development driver Williams F1.

Gradito ritorno anche per il Juncos Hollinger, che ricordiamo schiererà il nostro Matteo Nannini insieme al vicecampione Indy Pro, Reece Gold.

Il compagno di squadra del floridiano, terzo classificato della categoria, l’anglo-pakistano Enaam Ahmed, è invece una delle ultime novità dello schieramento, essendosi accasato con il Cape Motorsports, che proporrà anche il figlio e nipote d’arte Jagger Jones.

Infine l’Abel Motorsports, che ha chiuso la propria line-up con Colin Kaminsky, già protagonista nelle ultime stagioni con Pabst Racing in USF 2000 ed Indy Pro, insieme a Jacob Abel.

L’appuntamento con l’Indy NXT è per le prime libere, oggi alle 1.55 PM locali. Qualifiche sabato 4 alle 1.35 PM e gara domenica 5 marzo alle 9.50 AM, pari alle 15.50 italiane, tutte godibili in free streaming sulla piattaforma IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT, Jamie Chadwick Racing

L’entry list di St.Petersburg

StPete2022_start

IndyCar – In 27 a St.Pete alla caccia di Will Power

Dopo l’estesa pausa invernale nel weekend finalmente ritorna l’Indycar Series con il tradizionale season opener di St.Petersburg. La gara della Florida, giunta alla sua 20ma edizione, presenta la bellezza di 27 vetture, lo schieramento più ampio di full-season entries dalla sua introduzione nel 2003 nell’allora CART.

La squadra da battere sullo splendido cittadino che si snoda intorno alla baia di Tampa è sicuramente il Team Penske, vincitrice ben 11 volte, tra cui 7 delle ultime 11, l’ultima proprio lo scorso anno con Scott McLaughlin, imprendibile dalla pole, e che si presenta col titolo di campione conquistato da Will Power.

Il recordman all-time di pole position trionfò qui nel 2010 e nel 2014, l’anno del suo primo titolo, mentre Josef Newgarden, il terzo asso della squadra del Captain, puó vantare anch’egli due successi nel 2019, anno del suo secondo titolo, e nel 2020.

A contendere il successo sicuramente gli equipaggi motorizzati Honda di Ganassi ed Andretti. I primi con la novità part-time Marcus Armstrong che si affianca al connazionale Scott Dixon, al vincitore dell’ultima Indy 500 Marcus Ericsson, ed al campione 2021 Alex Palou, mentre Kyle Kirkwood al suo secondo anno va a prendere il posto di Alexander Rossi transfuga Arrow McLaren.

Rossi

L’Andretti Autosport dal canto suo dovrà essere capace di non cedere alle distrazioni della futuribile F1 (e di tutte le altre serie nelle quali è coinvolto) per dare finalmente a Colton Herta e Romain Grosjean i mezzi per competere con continuità ad alto livello.

Il team di Zak Brown è quello che può fare il salto definitivo con la sua nuova formazione a tre punte che comprende anche l’ormai consacrato Pato O’Ward ed il rinato Felix Rosenqvist; sullo stesso pieno metteremmo anche il Meyer Shank Racing del quattro volte vincitore della Indy 500, Helio Castroneves, che a St.Pete è recordman di vittorie avendo trionfato per ben tre volte (2006, 2007, 2012) e del campione 2016 Simon Pagenaud.

Tutti da vedere invece i progressi nel Rahal Letterman Lanigan, che vedono ormai nel giovane svedese Christian Lundgaard, Rookie of The Year 2022, la punta di diamante del tridente formato anche da Graham Rahal e Jack Harvey.

Ferrucci_thermal

Gradito ritorno a tempo pieno nella serie invece per Santino Ferrucci col rinnovatissimo Team Foyt, rinforzatosi soprattutto nel reparto tecnico con l’ingresso dell’ex-ingegnere di pista di Scott Dixon, Michael Cannon, nella speranza di elevarsi dai team di secondo piano, tra i quali sembra essere scivolato l’Ed Carpenter Racing dopo gli exploit di due stagioni or sono nonostante gli sforzi di Rinus VeeKay e Conor Daly. I piani del Dale Coyne Racing sono invece principalmente legati alle prestazioni (e ai fondi) di David Malukas, mentre al Juncos Hollinger Racing Callum Ilott dovrà solo mostrarsi meno irruento e più concreto, perchè la velocità c’è già tutta.

Quattro i rookies, ripartiti in altrettante squadre. Se Sting Ray Robb (Dale Coyne) e Benjamin Pedersen (Foyt) hanno fatto già vedere cosa sanno fare nella Indy Lights (ora IndyNXT), Marcus Armstrong ed Agustin Canapino dovranno dimostrare di essere tagliati per le monoposto più veloci del pianeta. Il kiwi del Team Ganassi potrà contare, oltre che sull’esperienza sulle monoposto FIA, su un anno di apprendistato limitato agli stradali e cittadini prima eventualmente di passare full-time col ritiro di Takuma Sato, mentre l’argentino, che comunque ha già dimostrato il proprio valore nelle ruote coperte, disporrà dell’appoggio di un’intera nazione, a partire dal suo team principal, Ricardo Juncos.

Chi incredibilmente mancherà è il campione Indy Lights in carica, Linus Lundqvist, il primo dopo anni a non trovare un volante (anche agli scarsi fondi messi a disposizione lo scorso anno per il vincitore della serie) nemmeno parziale nella serie maggiore.

Qualche novità tecnica anche sulle monoposto ricordiamo made in Dallara, che nonostante datino come primo progetto il 2012 sono state continuamente oggetto di miglioramento, soprattutto in ottica sicurezza.

02-24-AeroUpdates

Al riguardo, sono stati introdotti due profili anteriori obbligatori per deviare l’acqua dall’aeroscreen in condizioni di bagnato, oltre a luci LED più visibili sotto il profilo alare posteriore, esteso in lunghezza, oltre a cavi di fissaggio (tethers) più resistenti sempre al posteriore, ad un nuovo poggiatesta ed ad un nuovo e un più resistente piantone dello sterzo.

Dal punto di vista strettamente aerodinamico invece, sono stati previsti nuovi profili inferiori (barge-boards) opzionali per i cittadini e gli ovali corti, mentre per il Texas sono stati resi opzionali i profili verticali dell’ala posteriore. Le ultime novità riguardano infine la sola Indy 500 e comprendono un nuovo pilone dall’ala posteriore, un nuovo flap opzionale, e una serie di nuovi profili definiti “di stabilità”, oltre al barge-board già citato sopra.

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Novità anche nel regolamento sportivo, che per le gare di St.Petersburg, Long Beach e di Gateway prevedrà la possibilità di utilizzare un secondo set di gomme alternate indifferentemente nei due turni di libere, con l’obbligo però di dover ritornare però un set di alternate e uno di primary prima delle qualifiche. Questa formula, che evidenziamo prevede anche per la prima volta l’utilizzo delle “red” anche su un ovale, se fornirà risultati positivi verrà poi prevedibilmente estesa al resto del calendario. Ricordiamo anche che a St.Pete torneranno le gomme “green” derivate dal guayule che hanno debuttato positivamente a Nashville lo scorso anno, e che verranno adottate nei restanti circuiti cittadini.

L’inizio delle attività in pista per l’IndyCar Series è previsto per venerdì 3 marzo alle 3.00 PM locali con le prime libere. Qualifiche sabato 4 alle 2.15 PM e gara domenica 5 marzo alle 12.20 PM, vale a dire le 18.20 italiane, visibile a pagamento su SkySport Arena. Al momento, nonostante i proclami dello scorso anno, libere e qualifiche non risultano nella guida tv dell’emittente a pagamento, ma si potranno comunque godere in free streaming sulla piattaforma IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’entry List di St.Petersburg

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IndyCar – Conor Daly parteciperà alla Daytona 500

Conor Daly ce l’ha fatta e sarà il 62mo pilota nella storia ad aver disputato sia la Indy 500 che la Daytona 500, le gare più seguite del panorama motoristico USA.

L’avventura del pilota dell’Ed Carpenter Racing alla 65ma edizione della storica gara NASCAR non era cominciata nel migliore dei modi, per colpa di una perdita d’olio che ha impedito alla Chevy Bitnile #50 di qualificarsi mercoledí.

Anche l’inizio del cosiddetto Duel 2, una delle qualifying race corsa stanotte non sembrava dei migliori, ma un incidente nella fasi iniziali della gara ha permesso al The Money Team, la squadra dell’ex-pugile Floyd Mayweather Jr., di effettuare cambiamenti significativi alla vettura che hanno dato buon esito.

Poi, un paio di disavventure ad altrettanti competitor, Chandler Smith ed Austin Hill, ha permesso a Daly di classificarsi 17mo ed occupare l’ultimo posto dei 40 a disposizione (gli altri tre sono stati occupati da Zane Smith, Jimmie Johnson e Travis Pastrana) per la gara di domenica, che prenderà il via alle 2.30 PM locali, le 20.30 italiane.

Piero Lonardo

Foto: NASCAR

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IndyCar – O’Ward il più veloce nei test di Sebring. Kanaan lascia dopo Indianapolis

Pato O’Ward è risultato il più veloce nella due giorni di test IndyCar svoltasi sul circuito corto di Sebring. L’alfiere dell’Arrow McLaren nella seconda giornata ha condotto l’uno-due-tre del team gestito da Sam Schmidt con un tempo non ufficiale di 51.882 davanti ai compagni di squadra Alexander Rossi e Felix Rosenqvist.

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Lunedí invece è stata la volta di Romain Grosjean capeggiare la pattuglia dell’Andretti Autosport davanti a Kyle Kirkwood, presenti anche il Juncos Hollinger, l’Ed Carpenter Racing e Marcus Armstrong per il Team Ganassi.

Il neoacquisto del team ha poi ceduto la vettura al deb Nick Cassidy, che nella lista dei tempi è terminato sesto preso a sandwich tra le due vetture del Team Foyt ma dietro anche a Felipe Nasr (nella foto, con Rick Mears), a cui il Team Penske ha concesso un nuovo outing sulle monoposto della massima serie USA, dopo le prime prese di contatto nel 2019 a Mid-Ohio con l’allora Arrow Schmidt Peterson e poi sempre a Sebring nel 2020 per Carlin.

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La squadra ufficiale Porsche nel WEC e nel WeatherTech SportsCar Championship ha infine svolto come da copione i primi collaudi del nuovo sistema ibrido ideato da Mahle con i motori Chevrolet 2,2 litri. Incaricato del test per la futura unità propulsiva, che entrerà in vigore dalla prossima stagione, Will Power, il quale ha incontrato diversi problemi di natura elettronica, chiaramente imputabili alla “gioventù” del sistema.

Infine, la 107ma edizione della Indy 500 sarà anche l’ultima gara della serie per Tony Kanaan, che dopo il TK Farewell Tour annunciato nel 2020, ha poi proseguito anche con la Indy 500 dello scorso anno per il Team Ganassi, classificandosi terzo dietro il teammate Marcus Ericsson e Pato O’Ward.

Per il 48enne di Bahia si tratterà della 22ma partecipazione al Greatest Spectacle in Racing, che ha vinto nel 2013, che si aggiunge nel conteggio dei successi al titolo IRL 2004 e alle 17 vittorie ottenute tra ChampCar ed IndyCar, cui si aggiungono 14 pole position, compresa quella di Indianapolis nel 2005.

“Capitulo Final” è il nome che è stato dato all’effort che porterà il popolare TK verso l’ultima partenza, che sarà garantita dalla quarta entry dell’Arrow McLaren.

Tutto è ormai pronto per il season opener di St.Petersburg in programma fra poco più di 2 settimane, il 5 marzo prossimo.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

Cassidy

IndyCar – Due debutti ai test di Sebring: Cassidy con Ganassi e l’ibrido Chevy con Penske

Lunedì è iniziata l’ultima sessione di test collettivi prima del season opener di St.Petersburg sul circuito corto di Sebring, con due importanti novità. La prima riguarda Nick Cassidy, in prova direttamente da Hyderabad, dove ha corso con la Formula E del Team Envision, per il team Ganassi.

Il 28enne di Auckland, già in orbita FDA (lo scorso anno ha corso nel WEC, compresa la 24 Ore di Le Mans, con una Ferrari gestita da AF Corse), vanta un palmarès di tutto rispetto, avendo riportato vittorie praticamente in tutte le serie in cui ha corso, tra cui spiccano i successi in Giappone nella F3, nella SuperGT e nella Super Formula.

La squadra prosegue quindi col kiwi l’opera di verifica dei nuovi talenti in ottica 2024 iniziata con l’assunzione di Marcus Armstrong, da cui erediterà la vettura nella seconda giornata.

A Sebring debutterà anche la nuova unità ibrida sui motori Chevrolet 2,2 litri. I test verranno condotti dal Team Penske, che avrà la possibilità di verificare le potenzialità della nuova configurazione, che in precedenza era stata testata sui nuovi propulsori 2,4 litri. Le problematiche legate alla fornitura delle unità ibride da parte della Mahle hanno poi fatto convergere gli sforzi della casa del farfallino e della Honda sulle unità preesistenti, che monteranno l’ERS in gara a partire dal 2024.

Piero Lonardo

Foto: Nick Cassidy FB page

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IndyCar – La Legge torna a Indy. Daly, obiettivo Daytona 500

Katharine Legge è pronta alla sua terza Indy 500, e lo farà passando dalla porta principale, con la quarta entry del Rahal Letterman Lanigan.

L’accordo è stato possibile grazie alla Hendrickson, che sponsorizzerà la DW12-Honda della pilotessa inglese, la quale aveva già avuto contatti col team tramite il Jaguar I-PACE eTROPHY di contorno alla stagione 2018/2019 della Formula E, nella quale ha segnato una pole ed una vittoria, terminando a podio 3 volte in 10 gare.

La Legge, che nelle due precedenti apparizioni nel Greatest Spectacle in Racing, datate 2012 e 2013, ha ottenuto quale miglior risultato un 22mo posto finale al debutto, in seguito si è dedicata principalmente alle gare di durata, particolarmente nella serie IMSA, dove ha ottenuto li secondo posto tra le GTD nel 2018 con la Acura dell’MSR.

Miglior risultato nelle ruote scoperte americane, dove tra ChampCar ed Indycar Series ha totalizzato 39 partenze, un paio di sesti posti nel 2006-2007 prima della fusione che ha portato all’attuale organizzazione.

Tra le varie esperienze della Legge, che spaziano dal DTM (3 stagioni complete) alla Formula E, anche quattro apparizioni nella NASCAR Xfinity Series nel 2018.

Daly_NASCAR

Ma nella NASCAR andrà a cimentarsi a breve anche un attuale pilota IndyCar, Conor Daly, il quale tenterà nientemeno che di qualificarsi per la Daytona 500. A disposizione una Chevrolet del Money Team di Floyd Mayweather Jr., con la quale tenterà la qualifica singolarmente mercoledì 15 febbraio oppure nella gara del giorno successivo, il Bluegreen Vacations Duel.

Il pilota dell’Ed Carpenter Racing aveva già corso una gara della NASCAR Cup Series lo scorso anno presso il “Roval” di Charlotte, terminando 34mo sempre con la squadra detenuta dalla leggenda della boxe.

Piero Lonardo

Foto: RLL, Conor Daly social

CGR

IndyCar – Ericsson chiude al comando i test al Thermal Club. La Indy 500 abbandona i punti doppi

C’è Marcus Ercisson davanti a tutti al termine delle due giornate di test al Thermal Club. Nella struttura situata nei pressi di Palm Springs, tutti e 27 i piloti full-season si sono ritrovati per una sessione collettiva preliminare, come non accadeva dal 2020 al COTA.

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Il vincitore dell’ultima Indy 500, cui è stato consegnato il cosiddetto “Baby Borg” ha fissato i cronometri nel terzo turno a disposizione sul 1.38.4223, precedendo una folta schiera di sophomores, composta da Christian Lundgaard del RLL, Kyle Kirkwood dell’Andretti Autosport e Callum Ilott del Juncos Hollinger, ed un rookie, Marcus Armstrong, pronto alla prima stagione col Team Ganassi. A seguire gli ultimi due campioni della serie, Will Power ed Alex Palou, a 4 decimi dal battistrada.

Nella prima giornata era stato invece Colton Herta a primeggiare davanti a Lundgaard, seguito a distanza minima da Palou e Romain Grosjean, a riprova del buon stato di forma del team, con Will Power a capo della pattuglia Chevrolet, apparentemente meno a proprio agio sul circuito californiano, subito dietro.

Tra i rookies, non male nemmeno Agustin Canapino del JHR, P21, mentre Sting Ray Robb e Benjamin Pedersen chiudono insieme alle due vetture dell’Ed Carpenter Racing (splendide comunque le livree presentate per le tre vetture, compresa quella del patron per Indy) e all’altra entry del Team Foyt di Santino Ferrucci, la lista combinata dei tempi.

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Non particolarmente in evidenza nemmeno le tre DW12-Chevy dell’Arrow McLaren, che occupano posizioni di centroclassifica, mentre stupisce, ma forse non più di tanto, la P22 di Graham Rahal, specie se confrontata alle prestazioni del giovane compagno di squadra.

Nessun incidente rilevante da segnalare, anche se sono stati diversi i fuoripista su questo tracciato molto lento e dall’asfalto giudicato “particolare” dai piloti.

La serie ha portato per la prima volta a Thermal Club una nuova unità medica di primo soccorso, realizzata con la collaborazione dell’università dell’Indiana, cosí come ha debuttato il nuovo carburante Shell 100% rinnovabile.

Fuel

Questo carburante consiste in una mistura di etanolo derivata principalmente dagli scarti della canna da zucchero, fornita da una succursale brasiliana della compagnia situata in Brasile, ed è stata testata al banco da Chevrolet ed Honda negli ultimi mesi prima di essere utilizzata in pista.

Ma la novità più eclatante riguarda l’abolizione del punteggio doppio alla Indy 500. La regola, inserita nel 2014, non ha mai influito sull’assegnazione del titolo, che peraltro negli ultimi 17 anni – ha fatto notare il presidente IndyCar Jay Frye – è sempre stato assegnato all’ultima gara, ma in qualche caso ha avuto effetto sul piazzamento finale di alcuni team full-season ed ora, con la gradita espansione della griglia di partenza, si è voluto ovviare a questo problema, pure senza diminuire l’importanza della gara più importante della serie.

Nessun cambiamento invece al punteggio assegnato alle qualifiche, che vedrà nuovamente in vigore una scala discendente da 12 punti ad uno per i primi dodici classificati.

L’appuntamento con l’IndyCar Series è per il tradizionale season opener, il Grand Prix of St. Petersburg, in programma il 5 marzo prossimo.

Piero Lonardo

Foto: Ganassi, IndyCar

I risultati dopo la prima giornata di test

I risultati dopo la seconda giornata di test

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IndyCar – Pedersen cambia numero. La serie pronta per il debutto al Thermal Club

Il Team Foyt la scorsa settimana aveva presentato la livrea della macchina destinata a Benjamin Pedersen, che aveva scelto di correre col numero 88 e con gli storici colori Coyote Red. Di ieri sera la novità della nuova numerazione che verrà adottata dal pilota danese, il quale prenderà invece il numero 55.

La scelta, come comunicato dal team, è stata dettata dal fatto che il numero 88 viene associato a “certe ideologie e simbologie” che il team Foyt non riconosce. Inutile dire che questa scelta non potrà che suscitare ulteriori polemiche, dato che mai negli States era stata evidenziata questa associazione, abbastanza nota invece in Europa, anche se a memoria non ricordiamo situazioni simili legate al mondo del motorsport, un esempio qui sotto dell’attuale Rolex24 at Daytona.

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Ad ogni modo, la serie si prepara al debutto al Thermal Club, dove giovedí 2 e venerdí 3 febbraio si svolgerà la prima sessione di test collettivi dell’anno, presenti tutti i piloti full-season. L’IndyCar, che ambisce a fare diventare il circuito della costa ovest, situato nei pressi della celebre Palm Springs, una nuova venue agonistica per gli anni a venire, darà copertura mediatica non solo delle press conference, ma anche dei risultati; questi ultimi saranno visibili all’indirizzo http://RaceControl.INDYCAR.com.

Ai test verranno sfoggiate le nuove livree di Arrow McLaren per Pato O’Ward, Felix Rosenqvist ed Alexander Rossi, cosí come i nuovi colori definiti per la vettura di Jack Harvey del Rahal Letterman Lanigan (di seguito qui sotto

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Piero Lonardo

Foto: AJ Foyt Racing, Piero Lonardo, Arrow McLaren, RLL

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IndyCar – Sting Ray Robb firma per Dale Coyne. Niente da fare per Lundqvist

Con la firma odierna da parte di Sting Ray Robb per il Dale Coyne Racing si completa la griglia dell’IndyCar Series 2013. Il 21enne dell’Idaho guiderà per tutta la prossima stagione la DW12-Honda #51 gestita in partnership col Rick Ware Racing formando cosi una coppia giovanissima insieme a David Malukas.

Robb è una delle espressioni più concrete della Road to Indy ladder, avendo disputato ben quattro stagioni in Indy Pro fino a giungere al titolo vinto a mani basse nel 2020 per poi approdare alla Indy Lights, dove alla seconda stagione è riuscito a classificarsi secondo alle spalle di Linus Lundqvist con una vittoria e sette podi su quattordici gare.

Lo svedese invece è il grande sconfitto di questa off-season IndyCar, non essendo riuscito a conquistare un volante nella massima serie di monoposto USA nonostante la scolarship derivante dal successo in Indy Lights. Ciò non accadeva dal 2010 con Jean-Karl Vernay e prima ancora dal 1996 con David Empringham.

Va ricordato che il montepremi della serie cadetta sotto la nuova gestione Penske era stato ridotto sensibilmente rispetto agli anni passati, ed il patron della serie e dell’IMS è corso recentemente ai ripari, alzando nuovamente il tetto per la ora denominata IndyNXT, portando il premio in denaro per il vincitore da 500.000 $ a 850.000 $.

Questa cifra dovrebbe (ottimisticamente) garantire al campione 2023 di partecipare alla successiva Indy 500 ed ai test propedeutici su ovale al Texas Motor Speedway e ad Indianapolis, più una ulteriore gara a scelta propedeutici e ad un test sullo stradale dell’IMS.

Piero Lonardo

Foto: IndyNXT