Quant’è bella questa IndyCar Series, che nel giro di due settimane sovverte tutti i valori in campo: a Road America c’è stata una tripletta Penske, invece a Laguna Seca ha dominato Alex Palou mentre per le macchine del Captain è stato un mezzo disastro, col solo Will Power a salvare la faccia col settimo posto.
E dire che la giornata non era iniziata nel migliore dei modi per il polesitter, superato allo start da Kyle Kirkwood. Tutti con le black salvo Josef Newgarden e Scott McLaughlin, nel tentativo di recuperare, e con Power subito largo per evitare guai maggiori dalla battaglia tra Santino Ferrucci e Marcus Armstrong, e precipitare in P25. Alexander Rossi frattanto aveva la meglio su Colton Herta per la quarta piazza e Scott Dixon transitava addirittura settimo.
La prima sosta premiava l’undercut della McLaren #7, con Palou, nuovamente sulle primary, a cedere su Kirkwood ed Herta. Newgarden frattanto iniziava il proprio calvario subendo un drive through per uscita impropria dalla pitlane.
Al lap 36 la prima caution per l’uscita di strada di Luca Ghiotto in curva 4, e questo forniva a metà schieramento l’occasione di effettuare la seconda sosta, ancorchè anticipata, in regime di bandiere gialle. Non ne approfittavano fra gli altri soprattutto Palou, Romain Grosjean e Pato O’Ward, i quali si separavano a livello di strategia dai battistrada.
Yellow chiama yellow, e infatti poco dopo un testacoda di Nolan Siegel, al debutto con la McLaren, propiziava una seconda breve neutralizzazione, al cui restart Grosjean tentava di passare al comando, senza riuscirvi.
La seconda sosta per Palou avveniva al lap 56, ed il catalano, finalmente sulle red, rientrava in terza posizione dietro Herta e Rossi, di cui disponeva in poche tornate; frattanto Power si era nuovamente fatto largo sino alla quinta piazza davanti McLaughlin, complice anche la disavventura di Dixon al pit.
Ma era Newgarden ad impressionare, solo al comando dopo uno stint lunghissimo che come per magia si conclude con una terza sosta in regime di bandiere gialle, grazie al contatto fra Lundgaard e Armstrong.
Il vincitore della Indy 500 esce dietro Palou, entrambi su gomme prime, ma la catastrofe Penske si inizia a materializzare con un tentativo di sorpasso da parte di McLaughlin a Power che termina con perdita di posizioni per entrambi, e poco dopo Newgarden, con tanto etanolo ma troppa foga, andava largo in curva 6 perdendo 4 posizioni.
Nelle fasi finali due neutralizzazioni avrebbero potuto mettere a rischio la leadership di Palou, che però in entrambe le occasioni non aveva problemi a lasciarsi alle spalle Herta, mentre Rossi resisteva agli attacchi di Grosjean fino alla bandiera a scacchi. Il francese, col quarto posto davanti a Kirkwood, conquista il miglior risultato di sempre per il Juncos Hollinger. Power chiuderà settimo dietro Dixon mentre Newgarden dopo una nuova escursione fuori pista chiuderà appena in P19. Menzione per Santino Ferrucci, per la quinta volta quest’anno in top ten, e per Siegel, P12.
In classifica generale, Palou con la seconda vittoria stagionale torna al comando su Power di 23 lunghezze; a seguire Dixon a -32 e Herta a -68. Prossimo appuntamento con l’IndyCar Series, fra due settimane a Mid-Ohio, col debutto delle unità ibride.
Piero Lonardo
Foto: NTT IndyCar Series