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IndyCar – Ecco il calendario 2024: torna Milwaukee al posto del Texas e niente Argentina

Diffuso poco fa il calendario dell’IndyCar Series 2024. Poche le vere novità, tra cui svetta sicuramente il ritorno del Milwaukee Mile, assente dal 2015, addirittura con un doubleheader.

Alle due gare su ovale di un miglio di West Allis, che sarà di scena nel weekend del Labor Day, il 31 agosto ed il 1° settembre, farà posto il Texas Motor Speedway, l’unico altro grande ovale rimasto insieme ad Indianapolis, oltre alla seconda gara nell’infield dell’IMS.

Per la gara texana si parla dell’impossibilità di trovare una data consona (il sito del circuito proponeva già in vendita i biglietti per un fantomatico 2 aprile, martedì) nel periodo tra il season opener di St.Petersburg, li 10 marzo, e l’appuntamento di Long Beach del 21 aprile.

Nel mezzo, è stata posta la $1 Million Challenge al Thermal Club, gara fuori campionato annunciata nelle scorse settimane. Parziale delusione per l’assenza, almeno per ora, di gare fuori dal Nord-America, nonostante gli abboccamenti con il governo argentino per avere una corsa, anche fuori campionato, all’impianto di Termas de Rio Hondo.

Per il resto, a parte il già annunciato spostamento di Laguna Seca quale season finale a favore di Nashville, si prosegue ancora una volta all’insegna della continuità col resto dei 17 appuntamenti, con il fiore all’occhiello dalla 108ma edizione della Indy 500 il 26 maggio quale quinto appuntamento dopo Barber Park e l’Indy GP.

A seguire la schedule si concentrerà nel consueto tour de force estivo che tra giugno ed agosto prevede ben 11 appuntamenti in 9 weekend.

Ricordiamo infine che la prossima stagione vedrà il debutto delle nuove unità ibride, i cui test sono proseguiti con successo durante l’estate.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

2024 NTT INDYCAR SERIES SCHEDULE

Date Venue Television
Sunday, March 10 Streets of St. Petersburg NBC, Peacock
Sunday, March 24

The Thermal Club $1 Million Challenge*

NBC, Peacock
Sunday, April 21 Streets of Long Beach USA Network, Peacock
Sunday, April 28 Barber Motorsports Park NBC, Peacock
Saturday, May 11 Indianapolis Motor Speedway (road course) NBC, Peacock
Saturday, May 18 Indianapolis 500 Qualifying Day 1 NBC, Peacock
Sunday, May 19 Indianapolis 500 Qualifying Day 2 NBC, Peacock
Sunday, May 26 Indianapolis Motor Speedway (oval) NBC, Peacock
Sunday, June 2 Streets of Detroit USA Network, Peacock
Sunday, June 9 Road America NBC, Peacock
Sunday, June 23 WeatherTech Raceway Laguna Seca USA Network, Peacock
Sunday, July 7 Mid-Ohio Sports Car Course NBC, Peacock
Saturday, July 13 Iowa Speedway Race 1 NBC, Peacock
Sunday, July 14 Iowa Speedway Race 2 NBC, Peacock
Sunday, July 21 Streets of Toronto Peacock
Saturday, Aug. 17 World Wide Technology Raceway USA Network, Peacock
Sunday, Aug. 25 Portland International Raceway USA Network, Peacock
Saturday, Aug. 31 Milwaukee Mile Race 1 Peacock
Sunday, Sept. 1 Milwaukee Mile Race 2 USA Network, Peacock
Sunday, Sept. 15 Streets of Nashville NBC, Peacock

*Non-points event

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IndyCar – Kyffin Simpson sulla quinta vettura di Ganassi

Le sorprese del mercato piloti IndyCar non accennano a diminuire, con Kyffin Simpson per tutta la stagione con una quinta DW12-Honda del Team Ganassi.

Il giovanissimo nativo delle Cayman, annunciato come development driver del team ad inizio stagione, viene da due annate nella Indy NXT con TJ Speed ed HMD nelle quali ha ottenuto due podi, ma finora è con i prototipi LM P2 che ha raccolto maggiori soddisfazioni.

Simpson infatti è al secondo posto dell’European Le Mans Series con Algarve Pro Racing dopo lo splendido successo di Le Castellet, che si va ad aggiungere alle prestazioni top nell’ultima Asian Le Mans Series, conclusa al terzo posto finale con una vittoria in gara 1 a Dubai ed alla vittoria di categoria di Sebring col Tower Motorsport. A quanto sopra va aggiunta anche la vittoria alla Petit Le Mans 2022 tra le GTD con l’Acura NSX GT3 del Gradient Racing.

Simpson va ad aggiungersi al neocampione Alex Palou, al runner-up Scott Dixon, all’altro neoacquisto Linus Lundqvist e al Rookie of the year in carica, Marcus Armstrong. Quest’ultimo ha completato in settimana il suo primo test su ovale in Texas, in vista della sessione in programma ad Indianapolis l’11 ottobre prossimo insieme agli altri rookies: Tom Blomqvist, Kyle Larson e lo stesso Lundqvist.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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Indy NXT – Rasmussen, vittoria e titolo a Laguna Seca

Christian Rasmussen è il nuovo campione della Indy NXT by Firestone. Il pilota danese dell’HMD w/DCR ha chiuso in stile il weekend di Laguna Seca con una vittoria dominante in gara 2.

Hunter McElrea ce l’ha messa tutta, vincendo la prima gara del doubleheader finale, partendo dalla pole position e conducendo fino alla bandiera a scacchi nonostante le quattro neutralizzazioni, ma a Rasmussen, che già vantava un cospicuo vantaggio in classifica, un secondo posto bastava ed avanzava per poter chiudere la partita il giorno dopo con la sola presenza in griglia.

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Nonostante ciò, Rasmussen ha condotto la gara sin dalla green flag per la quinta vittoria stagionale. Il podio veniva completato da McElrea e Louis Foster. Quest’ultimo, reduce dal successo di Portland, non è riuscito a portare a casa la terza posizione in campionato, che rimane a Nolan Siegel, Rookie of the year, buttato fuori da Jacob Abel in gara 1 dopo 18 tornate ma settimo in gara 2.

Corse entrambe sfortunate per il nostro Francesco Pizzi, ritornato in azione dopo i primi due outing di Nashville ed Indianapolis: una foratura lo ha rallentato in gara 1 ed ha chiuso in P12, ma il romano ha infiammato in gara 2 con un tentativo di “The Pass” alla Zanardi ai danni di James Roe che però ha comportato un danno terminale all’ala anteriore.

E’ tutto per l’Indy NXT 2023 che, in attesa della schedule definitiva, sappiamo già tornerà in azione a marzo a St.Petersburg.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT

L’ordine di arrivo di Gara 1

L’ordine di arrivo di Gara 2

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IndyCar – Dixon trionfa nel caos a Laguna Seca

Difficile commentare la gara di Laguna Seca in modo puntuale, tanti sono stati i colpi di scena che hanno movimentato la corsa. Protagonista sicuramente in primis il nuovo asfalto, che ha reso complicata la gestione delle gomme da parte dei piloti: ben otto infatti le Full Course Yellow, tali da rendere necessario il rifornimento della vettura di servizio.

Ad emergere da questo caos il solito Scott Dixon, che acciuffa la sua terza vittoria stagionale, legittimando se ce ne fosse stato bisogno il secondo posto in campionato, davanti a Scott McLaughlin ed al Alex Palou.

Gara iniziata in salita per il sei volte campione, costretto a ricorrere all’ultimo momento ad un nuovo motore Honda, e quindi costretto a partire dall’undicesima piazzola invece che dalla quinta. Allo start Dixon non rimane coinvolto nella melèe di centro gruppo all’Andretti hairpin, ma viene giudicato ugualmente colpevole e deve scontare un drive-through insieme a Christian Lundgaard.

Si riparte quindi dal fondo, e allora tanto vale cambiare presto le primary, anche se le alternate non garantiscono la medesima affidabilità, ne sapranno qualcosa in diversi durante i 95 giri di gara. Davanti il polesitter Felix Rosenqvist, all’ultima esperienza con l’Arrow McLaren, ha già ceduto il passo ad Alex Palou, che si terrà stretto la leadership fino alla seconda sosta, al lap 59.

La testa della gara passa quindi a Pato O’Ward, desideroso di togliersi quello 0 nella casella delle vittorie del 2023, ma l’ultimo pit suo e di Romain Grosjean, altro desideroso di rivincita dopo una stagione non all’altezza delle aspettative, a 20 tornate dal termine, lascia miracolosamente Dixon, risalito alle spalle del duo di testa, solo al comando e con un set di prime che in totale percorreranno 30 giri fino alla bandiera a scacchi, sventolata per la 56ma volta, con 7” di vantaggio su McLaughlin.

Quest’ultimo è stato pure protagonista di una enorme rimonta dopo una penalità per avoidable contact nei confronti della rediviva DW12-Honda #14 di Santino Ferrucci, che lo ha lasciato in fondo allo schieramento, ed un successivo drive-through per avere effettuato il pit prima del riposizionamento di cui sopra.

Analoga situazione vissuta anche da Will Power, il quale al lap 36 metteva ko l’altra vettura del Team Foyt, per terminare quarto al traguardo dietro Palou. Crisi nera invece per Josef Newgarden con la terza Penske, coinvolto nel caos iniziale e poco dopo in testacoda in curva 4.

Giornata speciale invece per il Juncos Hollinger, che perde il podio nelle ultime battute con Callum Ilott in modalità fuel saving ma termina comunque al quinto posto, bissando il miglior risultato di sempre del team ottenuto a St.Petersburg. Agustin Canapino, a lungo alle immediate spalle dei battistrada, chiuderà in P14 dopo una gara tutta d’attacco.

Occasione sprecata invece per Marcus Armstrong, rookie of the year, che spreca la strategia mutuata dal caposquadra andando in testacoda in curva 11 e provocando l’ennesima FCY grazie al contatto con l’ormai ex-teammate Marcus Ericsson. In precedenza erano stati lo stesso Ericsson e Rosenqvist ad agganciarsi.

Termina cosí l’IndyCar Series 2023. La serie, in attesa del calendario completo 2024, ci dà appuntamento al 10 marzo prossimo col consueto season opener di St.Petersburg. Conosciamo però già una prima novità: una gara fuori campionato il 24 marzo al Thermal Club.

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La corsa, che offrirà un montepremi di tutto rispetto, si articolerà partendo da un sorteggio che abbinerà i membri del Thermal Club a team e piloti; seguiranno una qualifica e due batterie, i cui sei migliori di ognuna si contenderanno il bottino finale, bottino che verrà suddiviso tra i primi cinque classificati – incluso un milione di $ per il vincitore – con i membri del Club. Nei prossimi mesi si dovrebbe sapere qualcosa di più riguardo a potenziali azioni di beneficenza legate a questo evento.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Rosenqvist regala un’ultima pole all’Arrow McLaren a Laguna Seca

Felix Rosenqvist svetta nell’ultima Firestone Fast Six del 2023 a Laguna Seca. Il neoacquisto del MSR regala la seconda pole stagionale dopo il Texas Motor Speedway, accomiatandosi dall’Arrow McLaren dopo tre stagioni in cui è stato più volte messo sotto la lente di ingrandimento per i suoi risultati altalenanti.

A far compagnia in prima fila allo svedese, Scott McLaughlin, lontano appena 10 millesimi dal polesitter, mentre la seconda fila è composta da Christian Lundgaard, il migliore nelle seconde libere nonchè autore della migliore prestazione assoluta nel Q2, e Josef Newgarden.

I due primi violini del campionato, Scott Dixon ed Alex Palou partiranno invece dalla terza fila, col sei volte campione unico a prodursi sulle prime sul nuovo abrasivo asfalto del circuito californiano.

Delusione per Colton Herta, due volte qui in pole ed in pista coi colori del padre Bryan, che non passa la prima tagliola, impresa complicata dalla late red flag chiamata in causa da Ryan Hunter-Reay, che lascia fuori tra gli altri anche Marcus Ericsson ed Alexander Rossi.

Al contrario, si riaffaccia nuovamente fra i primi dodici Santino Ferrucci, 11mo, anche se dovrà scontare sei posizioni al via come Agustin Canapino, 13mo, e Juri Vips, il quale ha sfiorato un clamoroso ingresso fra i primi 6. Chiude mestamente la graduatoria Helio Castroneves, subito out nella sua ultima gara da regular del MSR.

Lo start della gara domenica alle 2.30 PM ET, pari alle 20.30 nostrane. Diretta televisiva sui canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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IndyCar – Malukas firma per Arrow McLaren mentre Armstrong prosegue con Ganassi. Herta comanda nelle prime libere di Laguna Seca

Fine settimana convulso quello dell’IndyCar a Laguna Seca. In coincidenza dell’ultimo appuntamento stagionale, a titolo già assegnato, l’attenzione è perlopiù incentrata sul mercato piloti.

David Malukas ha coronato le proprie intenzioni di trovarsi un team all’altezza, trovando casa all’Arrow McLaren, dove prenderà Il posto di Felix Rosenqvist sulla DW12-Chevy #6. Sul fronte Honda invece, Marcus Armstrong prolunga con Ganassi; il 23enne kiwi nel 2024, che dovrebbe aggiudicarsi il titolo di Rookie of The Year, affronterà la sua prima stagione completa, inclusi gli ovali.

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Ma al WeatherTech Raceway c’è stata anche azione in pista, e dopo la test session a ranghi quasi completi di giovedí, ieri si sono svolte le prime libere. Davanti a tutti Colton Herta con i colori mutuati dal padre, ed il tempo di 1.07.5382. L’ambizione dell’alfiere dell’Andretti Global è di ripetere le prestazioni ottenute in prova nel 2019 e nel 2021, allorquando conquistó la pole.

A seguire le due McLaren di Pato O’Ward ed Alexander Rossi, col messicanino ad appena 52 millesimi dal battistrada. La vera rivelazione peró è stato Juri Vips, che ha chiuso in P6 al suo secondo weekend IndyCar, dietro a Marcus Ericsson e Kyle Kirkwood ma davanti al caposquadra Graham Rahal.

Diverse le interruzioni sul tracciato recentemente ripavimentato, con protagonisti di rilievo quali Romain Grosjean, Scott McLaughlin, Scott Dixon e Will Power. Fuoripista anche per Agustin Canapino, che sconterà una penalizzazione di 6 posizioni in griglia per cambio del motore.

Il programma del season finale 2023 prosegue nella giornata di sabato con le libere 2 e le qualifiche, rispettivamente alle 1.00 PM ET ed alle 5.00 PM ET, entrambe fruibili gratuitamente sulla piattaforma IndyCar Live.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere 1

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IndyCar – Rosenqvist si accasa al MSR. Andretti diventa Global

Il buon finale di stagione è valso a Felix Rosenqvist un contratto pluriennale col Meyer Shank Racing. Il 31enne svedese lascia quindi l’Arrow McLaren dopo tre anni in cui ha raggiunto tre podi ed altrettante pole position, ma mai la vittoria, pervenuta nel 2020 a Road America col Team Ganassi, insieme al quale ha disputato le due prime stagioni nella serie.

Rosenqvist, che andrà a fare squadra con un altro pilota di origine svedese, ancorchè di passaporto britannico, Tom Blomqvist, andrà a sostituire Simon Pagenaud, il cui futuro agonistico è legato alle capacità di recupero dopo il terribile incidente di Mid-Ohio. Il campione 2016 ha comunque ringraziato a mezzo social la proprietà del team.

Si apre quindi la caccia al terzo sedile McLaren. Dopo la rinuncia del neocampione Alex Palou, i candidati potenziali non mancano: in pole position c’è Callum Ilott, in attesa di fare il salto di qualità dopo due stagioni ed un pezzettino col Juncos Hollinger, ma ricordiamo che a spasso c’è anche Romain Grosjean, appena scaricato dal team Andretti.

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Andretti che da oggi non si chiamerà più Autosport ma Global, un rebranding volto ad unire – cita il comunicato – tutti gli aspetti dell’organizzazione sotto un’unica identità, allineata ancora più fermamente al retaggio già ben consolidato del team. Andretti Global al momento opera su otto diverse piattaforme sportive in sei continenti, con il desiderio di espandere la propria impronta di stampo mondiale all’interno di altre importanti serie del motorsport.

Il riferimento è ovviamente nei confronti della F1, oggetto del desiderio della famiglia Andretti, che potrebbe cosí chiudere il fatidico cerchio con l’eredita di Big Mario.

Nel weekend frattanto, a titolo già assegnato, si chiude la serie 2023 con l’iconica venue di Laguna Seca. Appuntamento in pista venerdí 8 settembre alle 5.30 PM ET con le prime libere. Qualifiche sabato 9 a partire dalle 5.00 PM ET e start della gara alle 2.30 PM ET, le 20.30 italiane, di domenica 10 settembre. Libere e qualifiche come sempre godibili gratuitamente via IndyCar Live, mentre la gara verrà trasmessa dai canali Sky.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series, Andretti Global

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IndyCar – Alex Palou, vittoria a Portland e titolo

Alex Palou è il nuovo campione IndyCar. Il catalano, come sempre coadiuvato al massimo dal box Ganassi, nonostante l’importante assenza di Barry Wanser, riporta la quinta vittoria stagionale a Portland per aggiudicarsi il suo secondo titolo con una gara di anticipo.

Abbiamo già elogiato su queste pagine la determinazione di Palou in questa stagione, nonostante il pasticcio con la tanto agognata McLaren, poi ripudiata, ed il suo nome va ad associarsi, come rendimento “in his prime” nientemeno che ai due mostri sacri per eccellenza: AJ Foyt e Mario Andretti.

Nella fattispecie Palou e tutta la top five hanno beneficiato di una gara con due sole interruzioni, la prima poco dopo lo start – in cui la Dallara #10 si è fatta subito largo piazzandosi in P3 dietro Graham Rahal e Scott McLaughlin – innescata da Will Power largo in curva 4 e poi in stallo. La seconda, a due terzi abbondanti di gara, per una situazione analoga causata da Agustin Canapino.

Dopo la prima sosta, i due battistrada, partiti con le alternate, si sono ritrovati a metà gruppo, mentre Palou e Dixon, con strategie simili, si liberavano delle poco resistenti red. Altri invece come David Malukas e Kyle Kirkwood, hanno provato ad approfittare della prima Full Course Yellow per la prima sosta.

Fatto sta che nessuno dei piloti partito con le gomme più performanti è riuscito a creare quel gap necessario, ed anzi Rahal e McLaughlin hanno sostanzialmente battagliato fra loro a centro gruppo per tutta la gara, consumando preziosi secondi di Push-to-pass.

I più consistenti nell’inseguimento alle due vetture di Ganassi sono stati gli alfieri di Arrow McLaren, con Felix Rosenqvist desideroso di fare vedere ai suoi boss di meritare la riconferma per il 2024, a fare vedere i sorci verdi a Pato O’Ward. Lo svedese, nonostante la direzione gara non gli abbia permesso un ultimo pit in regime di neutralizzazione che lo avrebbe lanciato al comando, terminerà alle spalle del neocampione, mentre il messicano chiuderà in una onorevole P4 davanti a Josef Newgarden.

Il due volte campione ha fatto il possibile dopo essere una qualifica non esaltante ed uno start che lo ha visto perdere diverse posizioni a causa del taglio della prima curva per evitare Kirkwood, entrambi forse un po’ troppo lunghi al via. La strategia “ombra” nei confronti del vincitore ha pagato col ritorno in top five dopo i due disastri del Gallagher GP e di Gateway davanti all’ottimo Rinus VeeKay, alla migliore prestazione di un 2023 altrimenti avaro di soddisfazioni. Menzione d’onore per David Malukas, alla sesta top ten stagionale per il Dale Coyne Racing dietro un alquanto falloso Marcus Ericsson, reo dell’uscita anzitempo di Alexander Rossi, che forse sta già rimpiangendo il suo passaggio all’Andretti Autosport.

Ancora una volta infatti è buio pesto al team Andretti, con Romain Grosjean subito fuori – poi rientrato 10 tornate dopo per onor di firma – e Colton Herta a rovinare un buon piazzamento dopo la rimonta per un drive-through, con un testacoda a 4 giri dal termine. Alla fine è il solito Kirkwood a portare a casa il miglior risultato, un decimo posto che sta un po’ stretto date le potenzialità dimostrate dalla DW12-Honda #27, graziata in più occasioni dalla direzione gara.

Non male infine la prima partenza per Juri Vips, 18mo al traguardo e migliore tra i rookies davanti a Marcus Armstrong, penalizzato da un insolito errore all’ultimo pit del suo box, mentre non ha impressionato Tom Blomqvist, mai realmente in contention per nulla, 24mo.

Il gran finale dell’IndyCar Series 2023 il prossimo weekend a Laguna Seca.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

L’ordine di arrivo

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Indy NXT – Foster fa il bis a Portland. Rasmussen recupera e chiude in P5

Louis Foster esce indenne dalla prima curva di Portland e porta a casa una vittoria, la seconda nella sua stagione da rookie, che permette di mantenere virtualmente ancora viva la corsa al titolo Indy NXT by Firestone 2023.

Foster mantiene la prima posizione ereditata dalla pole ma dietro di lui il caos più totale, con Victor Franzoni che tampona Reece Gold, il quale fa girare Christian Rasmussen, il quale aveva preso un buon abbrivio su Hunter McElrea che lo precedeva in griglia.

Il capoclassifica si gira, inchioda ma riesce a ripartire e si accoda al gruppo degli “indenni”. McElrea e Jacob Abel invece rimangono a lungo fermi insieme a Gold e Kyffin Simpson e a Josh Pierson, vittima di un altro contatto con James Roe. Inevitabile la Full Course Yellow, con Foster a precedere Danial Frost, Nolan Siegel, Jagger Jones, Christian Bogle e Jamie Chadwick.

Dopo le opportune sistemazioni ai box, che coinvolgono anche il rientrante Yuven Sundaramoorthy sulla seconda vettura dell’Abel Motorsports, Simpson e Gold, ritenuto inizialmente reo della melèe, scontano 2 tornate, McElrea, il major contender per il titolo, addirittura 3.

Al restart Rasmussen approfitta di David Brabham, ingaggiato dal Juncos Hollinger per completare il finale di stagione, e di Ernie Francis Jr, e si installa in sesta posizione, mentre Franzoni va a scontare la doverosa penalità.

La gara prosegue sostanzialmente senza scossoni fino alle fasi finali. A 5 tornate dal termine Bogle pressa Jones per la quarta posizione; quest’ultimo vola sui cordoli e, oltre a perdere la posizione ed ai danni ricevuti nella manovra, viene sanzionato con un drive-through.

Ma non è finita, perchè Siegel all’ultimo giro riesce finalmente ad avere la meglio su Frost e conquista la seconda piazza dietro l’imprendibile Foster. Rasmussen, nonostante il fondo e le gomme rovinate, porta a casa una quinta posizione dietro Bogle, al miglior risultato di sempre nella serie, che lascia il danese dell’HMD w/DCR nelle condizioni di dover solamente arrivare al traguardo nel doubleheader di Laguna Seca del prossimo weekend per aggiudicarsi il titolo.

In classifica, Rasmussen precede di 65 lunghezze lo sfortunato McElrea, di 70 Siegel e di 82 il vincitore odierno.

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Titoli aggiudicati in leggero anticipo invece nelle altre categorie propedeutiche: Miles Rowe diventa il primo driver di colore ad aggiudicarsi un titolo nazionale nella USF Pro 2000, mentre Simon Sikes si laurea campione USF 2000.

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT

I risultati delle Qualifiche

L’ordine di arrivo

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IndyCar – Rahal vola in pole a Portland. Grosjean non rinnova con Andretti

Tra i tanti litiganti, nelle qualifiche del Portland GP, ha goduto Graham Rahal, che riporta la seconda pola position dell’anno dopo quella ottenuta al Gallagher GP. Peraltro una pole incredibilmente conquistata sulle primary, lasciando Scott McLaughlin, il migliore nelle seconde libere nonchè autore della migliore prestazione nella Top Twelve, a 33 millesimi.

Tra i dodici del Q2 si presentavano tutte e tre le Penske, le tre Arrow McLaren e tre delle quattro vetture del Team Ganassi. Uniche eccezioni, Colton Herta, Callum Ilott e appunto Rahal, il quale arpionava l’ultimo posto disponibile per la Firestone Fast Six, conquistata incredibilmente sulle primary, lasciandosi dietro Scott McLaughlin, il migliore nelle seconde libere nonchè autore della migliore prestazione nella Top Twelve, a 33 millesimi.

Seconda fila per Colton Herta e Scott Dixon, terza per il leader Alex Palou e Pato O’Ward. Unica interruzione causata da Josef Newgarden, nelle gomme dell’impegnativa turn 12, e che partirà 12mo.Problemi anche per Felix Rosenqvist, il quale ha raggiunto anzitempo i box per un problema tecnico.

Tra le delusioni della sessione, sicuramente Romain Grosjean, appena ottavo nel primo gruppo del Q1. Il franco svizzero ha annunciato che non ritornerà all’Andretti Autosport, che potrebbe ridurre il proprio effort a tre sole vetture.

Delusione anche per Christian Lundgaard, il migliore di ieri e nella top ten anche nelle libere-2, che partirà alle spalle di Grosjean in nona fila.

Infine, se il deb Juri Vips si è ben comportato con l’ottava prestazione nel suo gruppo buona per affiancare il compagno di squadra al team RLL, Tom Blomqvist, alle sue prime vere qualifiche, non è riuscito a sfuggire dall’ultimo posto, dietro anche al sempre meno convincente Benjamin Pedersen.

La partenza del Grand Prix of Portland domani, domenica alle 3.00 PM ET, pari alle 21 italiane. Diretta come sempre sui canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche