Pato O’Ward al termine della gara di Gateway, conclusa al secondo posto “sapevo che davanti a me c’erano alcune macchine che avrebbero tentato di allungare lo stint. Appena mi hanno detto che il primo era Scott Dixon sapevo come sarebbe finita.”
In queste parole c’è il riassunto breve della Bommarito 500, con Dixon ed il box Ganassi, Mike Hull in testa, capaci per la seconda volta di fila di ribaltare la situazione mediante la strategia.
Il sei volte campione partiva dalla 16ma piazzola, complice la penalità per il cambio del motore Honda. Davanti Josef Newgarden e Colton Herta mantengono il comando al via mentre David Malukas scatta bene dalla terza fila ed uccella le due McLaren di Pato O’Ward e Felix Rosenqvist prima della breve Full Course Yellow per il crash di Benjamin Pedersen mandato a muro da un ormai irriconoscibile Ed Carpenter.
Dixon è già tredicesimo e, mentre il gruppo di testa effettua la prima sosta, attende qualche giro extra ed al lap 65 entra insieme a Will Power e monta le alternate, qui in azione per la prima volta, e le fa durare 65 giri, mentre il resto della concorrenza se ne sbarazza assai prima. Ecco la grandezza del pilota della Dallara #9, che lascia scannarsi gli altri in attesa di una Full Course Yellow per rifornire in tranquillità.
La neutralizzazione avviene come da copione al momento giusto, protagonista il compagno di squadra Takuma Sato, in difficoltà con la sua monoposto sin dalle libere, e lascia Dixon solo al comando su Newgarden ed O’Ward che continuano a darsele di santa ragione.
Una piccola disavventura per Marcus Ericsson la cui ruota posteriore destra si stacca e sconfina nel box di Power fortunatamente senza conseguenze. Un altro duello avvincente vede protagonisti David Malukas e Scott McLaughlin, già ai ferri corti lo scorso anno sulla medesima pista, oltre che sui social nel corso della settimana.
Siamo a metà gara ma ormai le carte sono già scoperte, con Power ed il box Penske ad imitare la strategia dell’eterno rivale, che al pit della monoposto #12 si ritrova con 24” di vantaggio, praticamente un giro, su Romain Grosjean, l’ultimo rimasto nel giro del battistrada, ma che all’ultima sosta sconta il pit extra.
Newgarden frattanto si fa anche passare da O’Ward al lap 212 chiude la propria gara – e le speranze di titolo – lisciando curva 2. L’ultimo indispensabile splash di Power, tornato ad essere l’ombra del battistrada, lascia Dixon con oltre 22” su O’Ward e Malukas, che nel frattempo si è definitivamente sbarazzato con le cattive di McLaughlin e si è pure sdoppiato.
Poco dietro Alexander Rossi conduce il gruppo dei doppiati, che si trascina sino alla bandiera a scacchi, composto da McLaughlin, Herta, Palou, Rosenqvist e Power, che nelle tornate finali regala le ultime emozioni sorpassando Ericsson, ultimo della top ten.
Degne di menzione le gare di Conor Daly, il migliore al debutto nel team RLL, 16mo, ed ancora una volta di Linus Lundqvist, 18mo al traguardo ben davanti al caposquadra Catsroneves e migliore fra i rookies.
In classifica ora è lotta intestina fra Palou e Dixon, separati da 74 lunghezze con due gare ancora da disputare e 106 punti in palio in due weekend back-to-back nella west coast, Portland e Laguna Sca.
Piero Lonardo
Foto: IndyCar Series
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