Colton Herta chiude un weekend pressochè perfetto aggiudicandosi il Grand Prix of St.Petersburg, seconda prova dell’IndyCar Series 2021.
Il giovane figlio d’arte, partito dalla pole position conquistata ieri, ha condotto per tutta la gara, escluso il fisiologico primo giro di pitstop, senza manifestare alcuna debolezza, ricostruendo di volta in volta il proprio vantaggio in tutte e tre le situazioni di neutralizzazione.
Niente da fare per Josef Newgarden, alla ricerca del threepeat sulle strade della Florida dopo le vittorie nelle ultime due edizioni, che termina secondo – un risultato comunque positivo dopo il disastroso debutto di Barber Park – a poco meno di 3”.
Completa il podio Simon Pagenaud, capace di resistere alle zampate iniziali di Sebastien Bourdais, protagonista di uno start rimediato all’ultimo momento e subito a contatto proprio con i due alfieri del Team Penske. A seguire il sempre più positivo Jack Harvey, che ha avuto l’unico demerito di non riuscire a resistere a gomme alternate degradate, e l’inesorabile Scott Dixon, il migliore della pattuglia Ganassi che ha avuto in Jimmie Johnson il protagonista negativo della gara.
Ancora in evidenti difficoltà il sette volte campione NASCAR, protagonista di ben due delle tre Full Course Yellow, incapace di riavviare la sua DW12-Honda dopo il dritto in curva 13 al lap 18. Il vincitore di Barber Park, Alex Palou, non è invece andato oltre la 17ma piazza dopo aver navigato per quasi tutta la gara all’interno della top ten.
Alexander Rossi dal canto suo non riesce a scrollarsi di dosso una scimmia che lo perseguita dall’inizio del 2020. Questa volta è stato fatto fuori da Graham Rahal, che lo ha stampato all’esterno di curva 4 nella lotta per la sesta piazza, rimediando una foratura che lo ha posto fuori dai giochi.
Altri contatti notevoli per un altro ex-polesitter di St.Pete, Takuma Sato, partito quindicesimo e terminato in P6, ai danni di uno spento James Hinchcliffe. Dietro il vincitore dell’ultima Indy 500, altri due driver protagonisti di altrettante rimonte, Marcus Ericsson e Will Power, poi un altro giovane rampante, Rinus VeeKay, la cui gara contrasta con quella di Pato O’Ward.
Il messicanino è stato in lotta perlopiù con la sua Arrow McLaren, in difficoltà già dal via con le gomme prime già utilizzate inspiegabilmente ieri nella Top Six, ma poi anche con le alternate. Colpo di grazie il contatto tra Ed Jones ed Hinchcliffe in cui è stato coinvolto a 20 giri dalla fine che lo ha costretto ad una sosta extra.
Non ci sono più parole infine per descrivere il cuore immenso di Bourdais, decimo al traguardo nella “sua” St.Pete, per metà gara a difendere la P5, costretto a cedere due posizioni nelle ultime tornate per andare a chiudere la top ten.
In classifica generale, è ancora Alex Palou a condurre con 67 punti, ma a due sole lunghezze, grazie ai piazzamenti fin qui ottenuti, ecco i “vecchietti” terribili Scott Dixon e Will Power; segue il vincitore odierno a quota 62.
La serrata schedule IndyCar riporterà in pista le monoposto più veloci del pianeta già il prossimo weekend, per il doubleheader del Texas Speedway, l’1-2 maggio.
Piero Lonardo
L’ordine di arrivo
Foto: IndyCar