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Lundqvist

Indy Lights – A Barber Park è già duello Lundqvist/Malukas

Le prime giornate del weekend IndyCar di Barber Park sono state appannaggio delle categorie propedeutiche della Road to Indy, tra cui spicca l’Indy Lights, rientrata in gioco dopo lo stop forzato del 2020.

Giovedì e venerdì sono state giornate dedicate alle prove libere e alle qualifiche della categoria cadetta, e subito si è assistito ad un duello a distanza fra due dei protagonisti più attesi: Linus Lundqvist e David Malukas.

MalukasDopo che lo svedese ieri ha preceduto il chicagoano nelle libere col tempo di 1.12.7378, i due alfieri dell’HMD si sono divisi equamente le qualifiche, con Lundqvist che partirà al palo in gara 1 col best crono del weekend, 1.11.5149, mentre la prima fila di gara 2 si presenterà a parti invertite grazie allo sforzo decisivo profuso nelle fasi finali della sessione, allorquando anche la seconda pole position sembrava appannaggio del campione in carica dalla Formula Regional Americas.

Totalmente diverse invece le seconde file dello schieramento, con lo squadrone dell’Andretti Autosport in evidenza, con l’unica presenza di Benjamin Pedersen, che partirà dalla quarta piazzola in gara 1, mentre . Kyle Kirkwood, Robert Megennis e Devlin de Francesco occuperanno le ulteriori posizioni di immediato rincalzo.

A chiudere entrambe le batterie due dei rookie meno esperti, Antonio Serravalle e Christian Bogle, in attesa dello start di gara 1, sabato alle 01.05 PM, vale a dire alle 20.05 italiane, con diretta streaming su https://www.indylights.com/results/live-timing e sul canale Youtube della Road to Indy. Gara 2 domenica 18 aprile alle 1.10 PM, cioè le 20.10 italiane.

Piero Lonardo

I risultati delle Libere

I risultati delle Qualifiche-1

I risultati delle Qualifiche-2

Foto: Indy Lights Series

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IndyCar – Finalmente si riparte da Barber Park, col pubblico!

Dopo due anni le monoposto dell’IndyCar Series ritornano a calcare la pista di Barber Park per il season opener 2021. Quest’ultima off-season, contrariamente allo scorso anno, non è stata caratterizzata da una serie di spostamenti causa COVID, e anzi il circuito dell’Alabama, dopo la cancellazione della gara del 2020, si appresta a ricevere nuovamente il pubblico, anche se saranno ancora in vigore mascherine e distanziamento sociale.

Sono 24 le monoposto iscritte a questo primo appuntamento, con solamente tre rookies, e nessuno di primissimo pelo, quali Scott McLaughlin, che ha comunque già disputato la finale 2020 di St.Petersburg col Team Penske, il veterano 44enne della NASCAR Jimmie Johnson, e quel Romain Grosjean colpo dell’anno del Dale Coyne Racing.

Alcuni media hanno posto in evidenza l’età avanzata di gran parte dei driver più popolari della serie, a partire dal sei volte campione Scott Dixon, ma anche dei vari Sebastien Bourdais, Will Power, Ed Carpenter, Ryan Hunter-Reay, Takuma Sato, tutti accreditati di un programma completo, cui si aggiungono Helio Castroneves, Tony Kanaan e Juan Pablo Montoya, tutti “richiamati alle armi” per la Indy 500 o per più gare, e tutti già entrati da tempo nei fatidici “anta”.

Aldilà delle indiscusse capacità di guida, ma anche mediatiche, aspetto quest’ultimo importantissimo negli States, di questi campioni, è evidente la carenza nel ricambio generazionale, che continua a faticare a provenire dalle serie propedeutiche della Road to Indy.

Per tre giovani sicuri talenti quali Colton Herta, Pato O’Ward -  rispettivamente terzo e quarto classificato della stagione 2020 – e Rinus VeeKay, ultimo Rookie of the year, la serie ha perso per strada alcuni dei protagonisti della filiera Indy dell’ultimo decennio quali Oliver Askew, Zach Veach, Kyle Kaiser, Spencer Pigot, Gabby Chaves e Tristan Vautier.

Questo divario generazionale, che volendo spaccare il capello in quattro, inizia ad investire anche la tanto decantata (e ricca) F1, non pregiudica certamente lo spettacolo in pista, sempre di altissimo livello, così come non lo inficia la monoposto unica, varata nel 2012, ma ulteriormente affinata, anche di recente per quanto riguarda i superspeedway, soprattutto in funzione della gara clou, la 105ma Indy 500.

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In dettaglio, un nuovo fondo vettura permetterà una diminuzione del carico aerodinamico all’anteriore, garantendo pertanto una maggiore possibilità di sorpasso.

L’IndyCar Series, con questo mix eterogeneo di situazioni, cercherà di mantenere anche quest’anno un livello top di spettacolarità, a partire dalle 11.00 AM locali di sabato 17 aprile con le prime libere di Barber Park. Qualifiche a partire dalle 5.55 PM sempre di sabato, con robusta minaccia di pioggia, e gara, della durata di 90 giri, dalle 3.00 PM di domenica 18 aprile. Al momento in cui scriviamo nessuna rete televisiva nostrana, free o a pagamento, ha in programma di trasmettere l’evento.

UPDATE: Arrivata poco fa la conferma di ulteriori partnership televisive, tra cui DAZN per l’Italia. Staremo a vedere con particolare  attenzione come verranno trattate quest’anno le monoposto più veloci del pianeta….

Piero Lonardo

L’entry list di Barber Park

Foto: IndyCar

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Indy Lights – 13 giovani leoni a Barber Park per la ripresa della serie

Nel weekend ritorna l’Indy Lights a Barber Park dopo lo stop del 2020. Sono 13 le vetture iscritte: non forse il traguardo auspicato dai vertici IndyCar, Roger Penske in testa, il quale auspicava un maggiore coinvolgimento dei team della serie maggiore, ma sicuramente un passo avanti, anche data la qualità del parco partenti, rispetto alle ultime edizioni.

Di fatto saranno cinque le squadre coinvolte: a realtà consolidate come Andretti Autosport, Juncos Racing, Carlin si aggiungeranno HMD, team alla seconda stagione ma che ora raddoppia con il Global Racing Group,  e Pserra Racing, che in appena 40 giorni ha reso possibile un programma per il canadese Antonio Serravalle, uno dei ben dieci rookie.

Serravalle

Unici ad avere esperienza con le IL-15 il newyorkese Robert Megennis, di ritorno per la seconda stagione dopo le esperienze con le ruote coperte in ELMS ed in IMSA, l’inglese Tony Sowery, rivelazione del 2019 con l’HMD, ora alfiere dello Juncos Racing, ed il Chicagoano David Malukas, di ritorno col team di famiglia.

Malukas

Proprio Malukas (nella foto sopra)  è stato insieme allo svedese Linus Lundqvist (foto sotto), altra punta di diamante dell’HMD/GRG il dominatore dei test collettivi svoltisi proprio sulla pista dell’Alabama una settimana fa.

Lundqvist

Da seguire tra questi tredici giovani leoni, sicuramente anche il canadese di Miami Devlin de Francesco, ancora portacolori dell’Andretti Steinbrenner Autosport  (foto di copertina) dopo il secondo posto nella Indy Pro 2000 lo scorso anno dietro Sting Ray Robb, che sarà invece compagno di Sowery allo Juncos Racing.

 

Un altro pilota eclettico da tenere d’occhio è sicuramente Kyle Kirkwood, campione IndyPro 2019, che alternerà gli impegni con la Lexus GT3 nel WeatherTech USCC con la presenza nell’Andretti Autosport, mentre il danese Benjamin Pedersen, compagno di Lundqvist, dovrà dimostrare quanto di buono ha fatto nel 2020 nella Formula Regional Americas.

Accoppiata inedita invece per il Carlin, con l’australiano Alex Peroni, già protagonista in varie formule promozionali con team nostrani, poi negli ultimi due anni col Campos Racing nel FIA F3, ed il ventenne della Louisiana Christian Bogle.

Si ripartirà giovedì 15 aprile alle 4.30 PM locali con 45’ di prove libere. Le due qualifiche venerdì 16 alle 12.00 PM e alle 4.00 PM e gare sabato 17 alle 01.05 PM e domenica 18 aprile alle 1.10 PM.

Piero Lonardo

L’entry list di Barber Park

Foto: Indy Lights Series

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IndyCar – Newgarden prenota Indy. Chi trasmetterà la serie in Italia?

Il meteo dell’Indiana come da previsioni ha graziato i protagonisti della seconda giornata dell’open test IndyCar all’Indianapolis Motor Speedway. Solo brevi interruzioni per qualche leggero rovescio e per la pulizia della pista hanno permesso ai 31 piloti di svolgere un intenso programma dalle 9 alle 18 di venerdì.

Le velocità sono sensibilmente aumentate e, anche grazie all’aiuto del “Towing” alla fine della giornata la gran parte del lotto ha potuto superare il best crono del giovedì di Sebastien Bourdais.

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La palma del migliore va a Josef Newgarden, al top della lista dei tempi con 226.819 mph davanti a tre vincitori precedenti del Greatest Spectacle in Racing: Takuma Sato, Juan Pablo Montoya, alla prima uscita su ovale ricordiamo con l’Arrow Mclaren SP, e Scott Dixon.

Ancora tra i primi Conor Daly, P6 dietro Graham Rahal, il migliore del breve stint mattutino di giovedì e dell’Ed Carpenter Racing, che ha scelto di tenere ai box Rinus VeeKay dopo l’incidente della prima sessione.

Scott Mclaughlin emerge invece tra i rookie con la 18ma prestazione, ancorchè fanalino di coda del Team Penske, dopo ben 195 giri, appena 5 in meno della distanza da percorrere il 30 maggio; bene anche la rientrante Simona de Silvestro con il 21mo tempo. Nella serata di è potuto infine anche concludere propriamente il rookie/refresher program.

Ora l’attenzione si sposta verso Barber Park, che nel prossimo weekend sarà teatro del season opener. Alla data odierna non si conosce ancora l’emittente che trasmetterà in Italia la serie. Ricordiamo che il contratto “girato” lo scorso anno da Sky a DAZN è scaduto al termine del 2020 e che al momento non è possibile accedere in modo diretto dall’Italia alla piattaforma streaming Peacock, succeduta ad NBC Gold.

Dopo il trattamento che SkySport e DAZN hanno riservato fin qui alla serie, con commenti quasi sempre, salvo rare eccezioni, approssimativi, non sappiamo dire se tutto ciò sia realmente un male. Staremo a vedere se la “casa madre” SkySportUK, che invece mantiene il contratto con la serie, correrà ancora una volta all’ultimo momento in aiuto dei poco lungimiranti manager televisivi nostrani…

Piero Lonardo

I risultati del Day 2

I risultati del Day 2 dell’Orientation/Refreshser

Foto: IndyCar

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IndyCar – Bourdais e Daly al top nei primi test di Indy. VeeKay crash

La prima delle due giornate dei test collettivi IndyCar all’Indianapolis Motor Speedway è stata purtroppo tormentata dal maltempo, che ha ridotto considerevolmente le attività in pista.

Al mattino, sotto gli occhi vigili delle telecamere di Peacock, che per la prima volta andavano a coprire in forma ufficiale una sessione di test della serie, le condizioni non erano particolarmente invoglianti per le 32 vetture presenti, e tra i primi a scendere in pista, Rinus VeeKay dopo appena quattro giri di riscaldamento picchiava duro in curva 1, probabilmente aiutato dal vento che a tratti regalava vigorose folate.

Risultato, macchina da ricostruire e frattura all’indice della mano sinistra per il rookie of the year della scorsa stagione, il quale è stato abilitato dai medici a proseguie coi test grazie ad una microprotezione, anche se all’Ed Carpenter Racing dovranno nel caso utilizzare il muletto, al momento settato sulle condizioni da circuito stradale.

Daly

Per il team del tre volte polesitter però non si è trattato di una giornata totalmente sprecata, perchè con l’altra DW12-Chevy coi colori dell’U.S. Air Force Conor Daly ha segnato la migliore prestazione del turno, prima che pioggia e vento chiudessero dopo appena 90’ la sessione con 222.714 mph. Al team owner la seconda prestazione del momento.

La ripresa delle attività avveniva solo nel tardo pomeriggio, per preservare la sessione destinata al rookie orientation & refresher, che vedeva in pista undici piloti. A primeggiare Sebastien Bourdais, coinvolto in quanto assente lo scorso anno, alla media top di 224.427 mph. A seguire Sage Karam con la vettura del Dreyer & Reinbold, e Helio Castroneves con la seconda entry del Meyer Shank Racing.

Kanaan

A lato della scarsa azione in pista, l’occasione è stata utile per alcune attività media, fra cui spiccano le presentazioni delle livree di Tony Kanaan per la macchina del team Ganassi condivisa con Jimmie Johnson e di JR Hildebrand, di ritorno a Indy con la quarta entry del Team Foyt.

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Oggi è prevista la seconda ed ultima giornata di test, a partire dale 9.00 AM locali. Il meteo dovrebbe essere clemente senza rischio di pioggia e con temperature che toccheranno anche I 25°

Piero Lonardo

I risultati della veteran session

I risultati della rookie session 

Foto: IndyCar, Team Ganassi, Team Foyt

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IndyCar – Ferrucci a Indy con RLL. Montoya con l’86 di Revson

La marcia di avvicinamento all’inizio della stagione 2021 dell’IndyCar Series volge al termine, così come al fatidico mese di maggio, naturale collocazione della Indy 500 che si disputerà il giorno 30.

Le ultime novità in tema di piloti riguardano proprio la 105ma edizione del Greatest Spectacle in Racing, in primis con l’annuncio di poche ore fa di Santino Ferrucci. La giovane promessa del Connecticut, fresco di debutto nella NASCAR Xfinity Series, sarà infatti della partita a Indy con la terza vettura del team RLL.

Ferrucci sarà alla terza apparizione ad Indianapolis, dove nel 2019 ha guadagnato il titolo di Rookie of the year col settimo posto finale mentre nel 2020 è arrivato addirittura quarto, sempre col Dale Coyne Racing.

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L’altra novità odierna riguarda un due volte vincitore, Juan Pablo Montoya, che consoliderà il proprio rapporto con l’Arrow McLaren SP sfoggiando un numero storico, l’86 appartenuto a Peter Revson, autore della pole position 50 anni fa nell’edizione 1971 proprio con una McLaren.

Paretta

Rivelata nei giorni scorsi infine anche la livrea ufficiale del Team Paretta per Simona de Silvestro.

Nel frattempo i piloti si stanno preparando per l’inizio della stagione, che avverrà a Barber Park fra due weekend. Dopo l’esperimento con i push-to-pass all’IMS della scorsa settimana, esperimento che ha generato riscontri discordi tra piloti ed addetti ai lavori, si è passati all’ovale del Texas Motor Speedway.

Anche in questo caso la risposta dei piloti non è stata delle più soddisfacenti, imputato in questo caso il manto stradale, reputato ancora estremamente scivoloso all’interno delle curve 1 e 2. Alcuni dei 17 drivers impegnati, tra i più rappresentativi della serie, le due curve iniziali dell’ovale sono state definite come impraticabili (testualmente “no-go zone”) dopo la rimozione dello strato adesivo utilizzato dalla NASCAR a fine 2019.

La gara dello scorso anno aveva già evidenziato notevoli difficoltà, ma i problemi correlati al COVID, con il format ridotto ad una sola giornata, avevano messo in secondo piano il tema dell’aderenza, che invece si proporrà estensivamente nel doubleheader in programma l’1-2 maggio prossimi.

Nel frattempo la serie si sposterà nuovamente presso l’Indianapolis Motor Speedway, che l’8-9 aprile accoglierà la quasi totalità del parco partenti della Indy 500, per un totale di ben 32 macchine. La due giorni di test verrà seguita integralmente dalla nuova piattaforma streaming Peacock.

Ha avuto termine infine anche la serie virtuale iRacing Challenge, con il successo di Scott McLaughlin nella terza ed ultima tappa di Sebring. McLaughlin, che quest’anno disputerà tutta la stagione col team Penske, si è aggiudicato anche il campionato davanti al vincitore del season opener, Alex Palou, secondo anche al traguardo di Sebring precedendo a sua volta RC Enerson.

Piero Lonardo

Foto: RLL, Arrow McLaren SP, Team Paretta

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IndyCar – A Indianapolis col push-to-pass in chiave 2023

L’IndyCar Series, che si appresta ad iniziare la propria stagione agonistica fra tre settimane a Barber Park, non intende dormire sugli allori e si prepara all’introduzione delle nuove tecnologie.

Come noto, a partire dal 2023 gli attuali motori da 2,2 litri verranno sostituiti da più potenti unità di 2,4 litri, cui verrà abbinato un sistema ibrido KERS. In totale l’incremento massimo di potenza si attesterà a circa 100 HP complessivi.

Per simulare l’effetto del KERS, la serie ha programmato un test in data odierna all’Indianapolis Motor Speedway dove le attuali vetture verranno fornite di un push-to-pass capace di erogare circa 80 HP, vale a dire il doppio di quanto attualmente previsto per i soli circuiti stradali e cittadini.

Parteciperanno all’evento quattro vetture dei team più rappresentativi: il campione in carica Scott Dixon per il Team Ganassi, Alexander Rossi per l’Andretti Autosport, Josef Newgarden per Penske e Pato O’Ward per l’Arrow McLaren SP.

All’evento, che sarà “coreografato” per iniziare a comprendere le potenziali situazioni di gara, faranno seguito altri due test, importanti anche per verificare l’efficacia delle nuove modifiche aerodinamiche al fondo vettura introdotte per gli ovali, al Texas Motor Speedway e nuovamente all’IMS, la prossima settimana.

Da segnalare in questi ultimi scampoli di off-season la prosecuzione, ancorchè in tono minore - mediaticamente parlando - rispetto al 2020 della serie iRacing, che è giunta al suo secondo appuntamento. Dopo che Alex Palou ha trionfato sullo stradale di Montreal, è stata la volta di Sage Karam sull’ovale di Homestead. Il terzo ed ultimo appuntamento è in programma sulla pista virtuale di Sebring alle 6.30 PM (Eastern Time) di giovedì primo aprile.

Interessante anche l’iniziativa dello sponsor Carvana, che permetterà ai fans di scegliere una delle tre livree disponibili per la vettura di Jimmie Johnson mediante accesso al sito carvana.com/racing denominate “Blue Steel”, “Sir laps a lot” e “Indy Tuxedo”.

Rokit

Chi invece ha già definito la propria livrea è il team Foyt, che ha rivelato lo schema per la vettura #14 di Sebastien Bourdais per il nuovo sponsor Rokit, che accompagnerà il tetracampione ChampCar durante tutta la stagione.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Foyt

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IndyCar – Pietro Fittipaldi, ritorno da Dale Coyne. St.Pete ospiterà pubblico

Sarà Pietro Fittipaldi a dividere con Romain Grosjean il sedile della DW12-Honda #51 nella stagione entrante dell’IndyCar Series.

Il Dale Coyne Racing ha infatti annunciato poco fa che il 24enne nipote d’arte prenderà parte ai quattro appuntamenti sugli ovali della schedule 2021, compresa la 105ma edizione della Indy 500.

Curiosamente continuano ad incrociarsi i destini dei due piloti, compagni di squadra alla Haas F1 la scorsa stagione, con il brasiliano, reserve driver, a subentrare a Grosjean negli ultimi due round dopo l’incidente di Sakhir.

Per Fittipaldi si tratta inoltre di un ritorno col team di Plainfield, in quanto ha già disputato sei gare nel 2018, alternandosi con Zachary Claman de Melo e Santino Ferrucci sulla entry che portava il #19. Ancora da assegnare invece il sedile della vettura #52 per la Indy 500.

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L’altra novità odierna riguarda invece il Grand Prix of St.Petersburg, il cui management ha annunciato oggi che la gara potrà ospitare del pubblico.

La giunta comunale della città della Florida ha infatti approvato una risoluzione che permette a 20.000 spettatori al giorno di assistere al weekend di gara del 23-25 aprile prossimi. Come per il season finale 2020 di ottobre, saranno messi in opera specifici protocolli per garantire la sicurezza e la salute sul tema COVID-19, che consisteranno in controlli sanitari e misurazione della temperatura per tutti gli spettatori, i quali dovranno indossare obbligatoriamente le mascherine e mantenersi distanziarsi di almeno sei piedi (circa 150 cm) all’interno del circuito.

Ancora una volta gli organizzatori statunitensi garantiscono non solo il regolare svolgimento delle competizioni motoristiche, ma anche un graduale ritorno alla normalità dopo le tante rinunce causateci dalla pandemia.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, GPSP

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IndyCar – Pato O’Ward svetta nei test di Laguna Seca

L’IndyCar Series, dopo Sebring e Barber Park ha fatto scalo martedì per una ulteriore sessione di test prestagione a Laguna Seca.

Presenti quattro squadre ed otto vetture per Arrow McLaren SP, Dale Coyne Rcing, Reyer Shank Racing e Ed Carpenter Racing. Questi ultimi si sono presentati col solo Rinus VeeKay, mentre per il team di Zak Brown e Sam Schmidt è stata l’occasione di presentare in pista sia il terzo pilota Juan Pablo Montoya, che le nuove livree, ben distinguibili tra loro, per Felix Rosenqvist e Pato O’Ward.

E proprio il messicanino è stato l’autore del miglior tempo, seppur non ufficiale, della giornata. A seguire le due DW12-Honda di Dale Coyne, con Ed Jones a precedere il deb di lusso Romain Grosjean, il quale dimostra quindi di proseguire con profitto nell’acclimatamento alla serie americana.

Fanalini di coda i due “vecchietti”, Montoya ed Helio Castroneves, col brasiliano alla prima presa di contatto con la seconda vettura del Meyer Shank Racing.

La giornata si è svolta senza incidenti o uscite di strada sull’iconico tracciato californiano. Nota di colore, il ritardo della fornitura del carburante che ha fatto tremare i polsi alle squadre fino al primo pomeriggio, allorquando si è finalmente mostrato il camion dedicato al trasporto dell’E85.

In attesa del season opener di Barber Park del 18 aprile, diverse squadre tra cui Chip Ganassi Racing, Arrow McLaren SP e Dale Coyne racing, hanno in programma sessioni private di test su circuiti stradali, mentre il primo test su ovale, presenti ben sei team e quindici piloti, è previsto il 31 marzo al Texas Motor Speedway, che ricordiamo ospiterà il doublehader dell’1-2 maggio.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

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IndyCar – Grosjean, primo outing a Barber, ma il più veloce è VeeKay

Martedì è stato il giorno del debutto ufficiale nell’IndyCar Series per Romain Grosjean. Il 34enne transalpino si è infatti accomodato sulla DW12-Honda #51 del Dale Coyne Racing with Rick Ware per saggiare i propri limiti sulla pista di Barber Park.

L’occasione è stata data da un nuovo test collettivo dopo le prime uscite di Sebring, che ha visto partecipare, oltre alla squadra di Plainfield, anche il Team Penske, l’Ed Carpenter Racing, il Rahal Letterman Lanigan ed il Team Foyt, tutti al completo, per un totale di ben dodici vetture.

Anche se gli occhi erano tutti chiaramente puntati su Grosjean, il miglior tempo non ufficiale di 1.06.518 è stato appannaggio di Rinus VeeKay, a riprova del talento indiscusso del Rookie of the Year uscente. A seguire Sebastien Bourdais, ormai avvezzo alle continue rinascite, che però a differenza dell’olandese, ha reso noto di non aver utilizzato push-to-pass in occasione della sua migliore prestazione.

Alla fine della giornata Grosjean sarà ultimo in questa lista dei tempi, a poco meno di 1” dai primi, ma trattandosi del debutto assoluto in pista non si può che essere soddisfatti della prestazione dell’ex F1, portatosi peraltro a meno di un decimo dal suo nuovo compagno di squadra, Ed Jones, nonostante un testacoda in curva 1 dell’insidioso tracciato dell’Alabama.

Da un noto media statunitense è peraltro emersa la notizia che Gene Haas era pronto a sponsorizzare l’avventura del suo ex-pilota in IndyCar, ma che dopo il crash quasi fatale in Bahrain non se l’è più sentita. “Ha una moglie e tre figli, gli ho solo detto che non me la sentivo di dargli del denaro per uccidersi. Sentivo che aveva bisogno di rimanere a casa ad occuparsi della sua famiglia” avrebbe affermato Haas, nel ricordare la dinamica del drammatico incidente di Sakhir.

Ad ogni modo Grosjean ha trovato il sostegno di due suoi connazionali quali Bourdais ed Olivier Boisson, il suo ingegnere di macchina, coprotagonista dei successi col nativo di Le Mans nell’era ChampCar e oltre.

Ricordiamo che Barber Park sarà teatro del season opener 2021 della serie, il 18 aprile prossimo.

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Nel frattempo, sono state diffuse le immagini di ulteriori nuove livree, tra cui spicca sicuramente quella della DW12-Honda #48 di Jimmie Johnson.

Piccolo cambiamento infine nella schedule parziale di Helio Castroneves al Meyer Shank Racing. Il popolare “Spider-man” sarà in azione a Nascville  l’8 agosto invece di debuttare coi nuovi colori a Barber Park. Il programma di sei corse totali si completerà con il GP di Indianapolis e la 105ma Indy 500, per chiudersi nel trittico del finale di stagione comprendente Portland, Laguna Seca e Long Beach.

Va detto infine che l’atteso annuncio della partnership tra Michael Andretti e Michel Jourdain Jr. annunciato nei giorni scorsi si è concretizzato solamente in una entry condivisa nella Super Copa, il campionato turismo messicano. Piccola delusione quindi per chi pensava di vedere riuniti i due ex-contender dei tempi della CART.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Team Ganassi