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Indy NXT – A Louis Foster la prima pole del 2023

Iniziata a St.Petersburg anche l’Indy NXT, nuova incarnazione (ma solo nel nome) dell’ultimo gradino della Road to Indy, ed è il britannico Louis Foster a riportare la prima pole position dell’anno.

Il rookie dell’Andretti Autosport, campione in carica della Indy Pro (ora USF Pro 2000) ha preceduto col tempo di 1.05.1103 Jacob Abel di soli 66 millesimi in una sessione senza incidenti.

In seconda fila due vecchie conoscenze della serie, Christian Rasmussen e Rasmus Lindh, grazie ad un effort finale all’ultima tornata utile degli 8’ a disposizione garantiti dal nuovo format.

Il danese dell’HMD ieri nelle prime libere dominate da Abel, era stato vittima di un crash in curva 4, imitato in seguito dall’altro veterano Hunter McElrea. Stamane invece era stato Nolan Siegel a primeggiare, stabilendo il miglior crono del weekend con 1.04.8896.

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Tornando ai risultati della pista, da segnalare la buona nona prestazione di Matteo Nannini con la vettura del Juncos Hollinger. Pure in top ten, rispettivamente in P5 e P10, Kyffin Simpson e Josh Green, entrambi protagonisti di incidenti nella seconda sessione di libere.

Tra i rookies, l’atteso debutto di Jamie Chadwick, tricampionessa della W Series, ha generato solamente la penultima piazzola dello schieramento.

La prima stagionale dell’Indy NXT partirà domenica alle 9.50 AM, vale a dire alle 15.50 italiane. Diretta free sulla piattaforma IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream. Ora spazio alle prime qualifiche dell’IndyCar Series.

Piero Lonardo

Foto: Firestone Racing, Juncos Hollinger Racing

I risultati delle Qualifiche

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

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IndyCar – Herta abbassa l’asticella nelle libere 2

Colton Herta nei minuti finali ha piazzato la zampata che lo piazza davanti a tutti nelle seconde libere del Grand Prix of St.Petersburg. La punta di diamante dell’Andretti Autosport ha sfiorato il limite del minuto con 1.00.0779, lasciando gli inseguitori a 2 decimi.

C’è da dire che in questi 60’ non si è assistito ad un monologo Honda come ieri, in quanto a seguire si piazzano Scott McLaughlin e Rinus VeeKay. L’olandese dell’Ed Carpenter Racing dimostra di aver ripreso la forma del 2021 in quanto era stato il migliore tra i piloti del farfallino nelle libere 1.

A seguire la top five si completa con l’accoppiata Ganassi formata da Alex Palou e Marcus Ericsson. Manca all’appello il teammate nonché migliore delle prime libere Scott Dixon, anche lui vittima della nuova pavimentazione, nelle gomme a protezione di curva 4 a 7’ dal termine.

Ma il pilota che ha generato l’incidente più spettacolare è stato Sting Ray Robb, pesantemente a muro in curva 3 a metà sessione e protagonista della seconda red flag, mentre la prima interruzione era stata causata da Romain Grosjean, fuori strada all’ultima curva. Il compagno di squadra Devlin DeFrancesco, sempre nella famigerata curva 3, rovinava irrimediabilmente il fondo vettura.

Ad ogni modo, lo sforzo della DW12-Honda #28 è stato premiato dalla settima posizione finale davanti al trio Arrow McLaren. Migliore tra i rookie ancora Marcus Armstrong, anche se notevolmente ridimensionato rispetto a ieri col ventesimo tempo.

Tutto pronto per le qualifiche, in programma fra poco, alle 2.15 PM, vale a dire le 20.15 nostrane. Diretta in free streaming su IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

I risultati delle Libere 2

Dixon

IndyCar – Dixon inizia bene a St.Pete

Dominio Honda nelle prime libere del Grand Prix of St.Petersburg. Scott Dixon guida una pattuglia di vetture spinte dal motore nipponico, che sembra avere qualcosina in più sulle strade della città della Florida.

Il neozelandese, che a dispetto dei suoi 6 titoli qui non ha mai vinto, ha fermato i cronometri sull’1.01.6145, precedendo di 33 millesimi chi invece qui ha già trionfato nel 2021, Colton Herta. A seguire, sempre dentro li centesimo di distacco, altre due vetture di Ganassi ed Andretti, condotte da Alex Palou e da Kyle Kirkwood, mentre chiude la top five Simon Pagenaud per il Meyer Shank Racing.

Bisogna scendere alla P6 per incontrare il primo motore Chevrolet di Rinus VeeKay del’Ed Carpenter Racing, distanziato da oltre 2 decimi dal leader, mentre l’armata Penske, vittoriosa qui sette volte negli ultimi undici anni, è capitanata dal campione in carica Will Power, solo ottavo dietro David Malukas per Dale Coyne. Migliore fra i rookie Marcus Armstrong, neoacquisto del Chip Ganassi Racing.

In diversi hanno incontrato problemi tra i muretti, fra cui il vincitore 2022 Scott McLaughlin, per due volte costretto ai box per riparazioni, ed il compagno di squadra due volte trionfatore Josef Newgarden, il quale ha chiuso anticipatamente la propria sessione.

Problemi in particolare in uscita da curva 3, che è stata ripavimentata, ed ha visto disavventure per diversi piloti. Il più vigoroso nelle lamentele sicuramente Graham Rahal, che ha descritto come “un incubo” quella sezione del circuito. Non una bella giornata per l’RLL, che ha visto anche il rookie of the year 2022, Christian Lundgaard, autore di appena 13 tornate, toccare il muro.

Tornando ai risultati della pista, non è una novità che sia Pato O’Ward a condurre il rinnovato trio dell’Arrow McLaren in P11, appena avanti Callum Ilott del Juncos Hollinger Racing che piazza anche il deb Agustin canapino in P19, mentre i restanti rookies, Sting Ray Robb e Benjamin Pedersen chiudono la classifica insieme alle monoposto di Bobby Rahal.

Secondo ed ultimo turno di libere oggi alle 10.00 AM locali, a precedere le qualifiche, previste a partire dalle 2.15 PM, vale a dire le 20.15 nostrane. Diretta in free streaming per entrambi su IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream mentre SkySport incredibilmente non trova modo di inserire l’evento tra le repliche della F1 ed altri sport…..

Piero Lonardo

Foto: Chip Ganassi Racing

I risultati delle Libere 1

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Indy NXT – 19 contender per il sogno IndyCar

St.Petersburg sarà anche il teatro della prima stagionale della Road to Indy, la ladder di serie propedeutiche che portano all’IndyCar Series, e che si conclude con la Indy NXT by Firestone, l’ultimo gradino prima delle monoposto più veloci del pianeta.

Saranno ben 19 le vetture a disputarsi un montepremi potenziato rispetto alla scorsa edizione, cui si è aggiunto un ulteriore contributo da parte di Dallara, costruttore delle monoposto IL-15 costituito da 10.000 $ di componenti e servizi, più una giornata al simulatore per il miglior classificato, ed una mezza giornata per gli altri piloti che comporranno il podio finale.

Lo squadrone HMD Motorsports recita la parte del leone con la bellezza di nove monoposto (comprese quelle gestite in partnership con Dale Coyne Racing e Force Indy), tra cui spiccano i già conosciuti Christian Rasmussen (nella foto insieme al vincitore 2022, Matthew Brbahm) e Danial Frost, vincitori di tre gare nella scorsa stagione.

Da segnalare però anche i poliedrici Josh Pierson e Rasmus Lindh, già visti nelle gare di durata di WEC ed IMSA insieme anche a Kyffin Simpson (già nel mirino del Team Ganassi), Nolan Siegel e Christian Bogle, tutti protagonisti di alto livello nella recente Asian Le Mans Series.

Allo squadrone di Henry Malukas, trionfatore nel 2022 con Linus Lundqvist, si contrappone l’Andretti Autosport, che a sua volta schiererà quattro entry capitanate da Hunter McElrea, due vittorie all’attivo, e dal campione Indy Pro 2000 (ora USF Pro 2000) in carica, Louis Foster.

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Grande attesa anche per la tricampionessa della Formula W, Jamie Chadwick, che torna a competere contro l’altro sesso, forte dell’affiliazione con lo sponsor DHL e del ruolo di development driver Williams F1.

Gradito ritorno anche per il Juncos Hollinger, che ricordiamo schiererà il nostro Matteo Nannini insieme al vicecampione Indy Pro, Reece Gold.

Il compagno di squadra del floridiano, terzo classificato della categoria, l’anglo-pakistano Enaam Ahmed, è invece una delle ultime novità dello schieramento, essendosi accasato con il Cape Motorsports, che proporrà anche il figlio e nipote d’arte Jagger Jones.

Infine l’Abel Motorsports, che ha chiuso la propria line-up con Colin Kaminsky, già protagonista nelle ultime stagioni con Pabst Racing in USF 2000 ed Indy Pro, insieme a Jacob Abel.

L’appuntamento con l’Indy NXT è per le prime libere, oggi alle 1.55 PM locali. Qualifiche sabato 4 alle 1.35 PM e gara domenica 5 marzo alle 9.50 AM, pari alle 15.50 italiane, tutte godibili in free streaming sulla piattaforma IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream

Piero Lonardo

Foto: Indy NXT, Jamie Chadwick Racing

L’entry list di St.Petersburg

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IndyCar – In 27 a St.Pete alla caccia di Will Power

Dopo l’estesa pausa invernale nel weekend finalmente ritorna l’Indycar Series con il tradizionale season opener di St.Petersburg. La gara della Florida, giunta alla sua 20ma edizione, presenta la bellezza di 27 vetture, lo schieramento più ampio di full-season entries dalla sua introduzione nel 2003 nell’allora CART.

La squadra da battere sullo splendido cittadino che si snoda intorno alla baia di Tampa è sicuramente il Team Penske, vincitrice ben 11 volte, tra cui 7 delle ultime 11, l’ultima proprio lo scorso anno con Scott McLaughlin, imprendibile dalla pole, e che si presenta col titolo di campione conquistato da Will Power.

Il recordman all-time di pole position trionfò qui nel 2010 e nel 2014, l’anno del suo primo titolo, mentre Josef Newgarden, il terzo asso della squadra del Captain, puó vantare anch’egli due successi nel 2019, anno del suo secondo titolo, e nel 2020.

A contendere il successo sicuramente gli equipaggi motorizzati Honda di Ganassi ed Andretti. I primi con la novità part-time Marcus Armstrong che si affianca al connazionale Scott Dixon, al vincitore dell’ultima Indy 500 Marcus Ericsson, ed al campione 2021 Alex Palou, mentre Kyle Kirkwood al suo secondo anno va a prendere il posto di Alexander Rossi transfuga Arrow McLaren.

Rossi

L’Andretti Autosport dal canto suo dovrà essere capace di non cedere alle distrazioni della futuribile F1 (e di tutte le altre serie nelle quali è coinvolto) per dare finalmente a Colton Herta e Romain Grosjean i mezzi per competere con continuità ad alto livello.

Il team di Zak Brown è quello che può fare il salto definitivo con la sua nuova formazione a tre punte che comprende anche l’ormai consacrato Pato O’Ward ed il rinato Felix Rosenqvist; sullo stesso pieno metteremmo anche il Meyer Shank Racing del quattro volte vincitore della Indy 500, Helio Castroneves, che a St.Pete è recordman di vittorie avendo trionfato per ben tre volte (2006, 2007, 2012) e del campione 2016 Simon Pagenaud.

Tutti da vedere invece i progressi nel Rahal Letterman Lanigan, che vedono ormai nel giovane svedese Christian Lundgaard, Rookie of The Year 2022, la punta di diamante del tridente formato anche da Graham Rahal e Jack Harvey.

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Gradito ritorno a tempo pieno nella serie invece per Santino Ferrucci col rinnovatissimo Team Foyt, rinforzatosi soprattutto nel reparto tecnico con l’ingresso dell’ex-ingegnere di pista di Scott Dixon, Michael Cannon, nella speranza di elevarsi dai team di secondo piano, tra i quali sembra essere scivolato l’Ed Carpenter Racing dopo gli exploit di due stagioni or sono nonostante gli sforzi di Rinus VeeKay e Conor Daly. I piani del Dale Coyne Racing sono invece principalmente legati alle prestazioni (e ai fondi) di David Malukas, mentre al Juncos Hollinger Racing Callum Ilott dovrà solo mostrarsi meno irruento e più concreto, perchè la velocità c’è già tutta.

Quattro i rookies, ripartiti in altrettante squadre. Se Sting Ray Robb (Dale Coyne) e Benjamin Pedersen (Foyt) hanno fatto già vedere cosa sanno fare nella Indy Lights (ora IndyNXT), Marcus Armstrong ed Agustin Canapino dovranno dimostrare di essere tagliati per le monoposto più veloci del pianeta. Il kiwi del Team Ganassi potrà contare, oltre che sull’esperienza sulle monoposto FIA, su un anno di apprendistato limitato agli stradali e cittadini prima eventualmente di passare full-time col ritiro di Takuma Sato, mentre l’argentino, che comunque ha già dimostrato il proprio valore nelle ruote coperte, disporrà dell’appoggio di un’intera nazione, a partire dal suo team principal, Ricardo Juncos.

Chi incredibilmente mancherà è il campione Indy Lights in carica, Linus Lundqvist, il primo dopo anni a non trovare un volante (anche agli scarsi fondi messi a disposizione lo scorso anno per il vincitore della serie) nemmeno parziale nella serie maggiore.

Qualche novità tecnica anche sulle monoposto ricordiamo made in Dallara, che nonostante datino come primo progetto il 2012 sono state continuamente oggetto di miglioramento, soprattutto in ottica sicurezza.

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Al riguardo, sono stati introdotti due profili anteriori obbligatori per deviare l’acqua dall’aeroscreen in condizioni di bagnato, oltre a luci LED più visibili sotto il profilo alare posteriore, esteso in lunghezza, oltre a cavi di fissaggio (tethers) più resistenti sempre al posteriore, ad un nuovo poggiatesta ed ad un nuovo e un più resistente piantone dello sterzo.

Dal punto di vista strettamente aerodinamico invece, sono stati previsti nuovi profili inferiori (barge-boards) opzionali per i cittadini e gli ovali corti, mentre per il Texas sono stati resi opzionali i profili verticali dell’ala posteriore. Le ultime novità riguardano infine la sola Indy 500 e comprendono un nuovo pilone dall’ala posteriore, un nuovo flap opzionale, e una serie di nuovi profili definiti “di stabilità”, oltre al barge-board già citato sopra.

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Novità anche nel regolamento sportivo, che per le gare di St.Petersburg, Long Beach e di Gateway prevedrà la possibilità di utilizzare un secondo set di gomme alternate indifferentemente nei due turni di libere, con l’obbligo però di dover ritornare però un set di alternate e uno di primary prima delle qualifiche. Questa formula, che evidenziamo prevede anche per la prima volta l’utilizzo delle “red” anche su un ovale, se fornirà risultati positivi verrà poi prevedibilmente estesa al resto del calendario. Ricordiamo anche che a St.Pete torneranno le gomme “green” derivate dal guayule che hanno debuttato positivamente a Nashville lo scorso anno, e che verranno adottate nei restanti circuiti cittadini.

L’inizio delle attività in pista per l’IndyCar Series è previsto per venerdì 3 marzo alle 3.00 PM locali con le prime libere. Qualifiche sabato 4 alle 2.15 PM e gara domenica 5 marzo alle 12.20 PM, vale a dire le 18.20 italiane, visibile a pagamento su SkySport Arena. Al momento, nonostante i proclami dello scorso anno, libere e qualifiche non risultano nella guida tv dell’emittente a pagamento, ma si potranno comunque godere in free streaming sulla piattaforma IndyCar Live! https://www.indycar.com/ways-to-watch/stream

Piero Lonardo

Foto: IndyCar

L’entry List di St.Petersburg

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IndyCar – Conor Daly confermato all’ECR

Come anticipato su queste pagine nei giorni scorsi, Conor Daly è stato confermato per la prossima stagione dell’IndyCar Series in seno all’Ed Carpenter Racing.

Daly come lo scorso anno si alternerà col team owner nei circuiti stradali e cittadini, vale a dire la maggior parte della schedule 2021 (ben 13 gare su 17), più la 105ma edizione della Indy 500, in questo caso sulla terza macchina del team, al fianco di Ed Carpenter e del Rookie of The Year 2020, Rinus VeeKay.

A garantire la permanenza dl 29enne figlio d’arte nel team, ancora una volta la U.S. Air Force, già sponsor di Daly lo scorso anno, che apparirà sulla vettura per 10 delle gare stradali, più la Indy 500.

Ancora aperta invece la caccia al sedile della DW12-Honda #88 dell’Andretti Harding Steinbrennner Autosport, così come si attende la conferma del programma in seno al Carlin per Max Chilton, il quale, ricordiamo, ha deciso di evitare gli ovali, fatta eccezione per la Indy 500.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – Long Beach va a settembre. Kellett completa per Foyt

Il Grand Prix of Long Beach cambia data e diventa il season finale dell’IndyCar Series 2021.

La gara, uno dei capisaldi della schedule della serie, viene spostata al 26 settembre, completando così un trittico dell’ovest con Portland, Laguna Seca e appunto, il cittadino californiano che si svolgerà in tre weekend consecutivi, con evidenti vantaggi dal punto di vista logistico per team e piloti.

Ricordiamo che il Grand Prix di Long Beach non si è disputato nel 2020 causa COVID.

Questo cambiamento impatterà anche la gara di contorno del WeatherTech SportsCar Championship, che a sua volta ha deciso a sua volta di spostare l’intera trasferta californiana, comprendente pure Laguna Seca, nel mese di settembre.

KellettFrattanto, uno degli ultimi sedili disponibili è stato assegnato a Dalton Kellett, che si unirà per tutta la stagione al team Foyt. Il 27enne canadese, dopo aver disputato una stagione parziale comprendente i soli circuiti stradali e cittadini per la stessa squadra, non andando mai meglio della 20ma posizione, potrà sicuramente trarre vantaggio dalla presenza full-time di Sebastien Bourdais, già da tempo confermato alla guida della DW12-Chevy #14.

Da segnalare infine il passaggio di Marco Andretti sulla vettura #26, quella ex-Zach Veach per intenderci. Lo scambio lascia libera quindi la #88 gestita in partnership con l’Harding Steinbrennner Autosport, uno degli ultimi sedili liberi per la stagione entrante.

In pole position ad occupare la quarta entry del team Andretti, James Hinchcliffe, anche se sul mercato potrebbe rientrare Pietro Fittipaldi, reduce dall’esperienza Haas F1. Tra i piloti 2020 ancora a spasso, Santino Ferrucci sta esplorando le possibilità di entrare in NASCAR, mentre Conor Daly dovrebbe ritornare nell’unica altra opportunità sicuramente disponibile, vale a dire all’Ed Carpenter Racing, ancora una volta in alternanza al team owner sui circuiti stradali e cittadini.

Ancora nessun segnale di vita invece dal team Carlin, dove lo scorso anno lo stesso Daly si è alternato a Max Chilton sugli ovali, conquistando la pole position in gara 1 all’Iowa Speedway.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar Series

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IndyCar – Montoya ad Indy con McLaren!

Per Juan Pablo Montoya si prospetta ancora una volta una stagione piena. Al doppio impegno in endurance col DragonSpeed nel WEC e col Meyer Shank Racing nelle gare lunghe del WeatherTech SportsCar Championship, aggiunge la 105ma Indy 500.

Il 45enne colombiano, già due volte vincitore della 500 miglia nel 2000 e nel 2015, nelle sue cinque sole apparizioni nel Greatest Spectacle in Racing, completerà le fila dell’Arrow McLaren SP con la terza DW12-Honda del team, al fianco dei “regular” Pato O’Ward e Felix Rosenqvist.

Ad occuparsi della vettura di Montoya, che ha già corso con una McLaren di F1 nelle stagioni 2005 e 2006, l’esperto Craig Hampson, già in precedenza con Sebastien Bourdais sia ai tempi gloriosi della ChampCar e poi col Dale Coyne Racing.

Piero Lonardo

Foto: Arrow McLaren SP

Kanaan

IndyCar – Il vecchietto terribile Kanaan al via sugli ovali per Ganassi

Dopo Helio Castroneves, anche l’amico fraterno Tony Kanaan ha trovato casa per il 2021. Il vincitore della Indy 500 del 2013 ha infatti firmato per il team Ganassi, col quale disputerà le quattro gare su ovale dell’IndyCar Series 2021.

Kanaan, non ancora 46enne, un titolo nel 2004, 17 vittorie totali e 14 pole position su 383 partenze dal 1998 nell’allora CART, quest’anno era chiamato alla stagione di addio, la cosiddetta TK’s Last Lap.

L’ultimo giro però aspetterà ancora qualche mese perché il popolare driver brasiliano sarà in azione sulla DW12-Honda #48 lasciata libera da Jimmie Johnson per il doppio appuntamento in Texas dell’1-2 maggio, la 105ma Indy 500 del 30 maggio e la gara di Gateway del 21 agosto 2021.

Non è da escludere inoltre un coinvolgimento di Kanaan, già vincitore della Rolex 24 nel 2015, anche nel programma Cadillac DPi appena annunciato dal team Ganassi per il WeatherTech SportsCar Championship.

Piero Lonardo

Foto: Team Ganassi

Helio

IndyCar – Castroneves nel 2021 con MSR. Belardi chiude i battenti

Helio Castroneves non ci sta proprio a ritirarsi. Il 45enne brasiliano, si accasa infatti col Meyer Shank Racing per sei gare dell’IndyCar Series 2021.

Il popolare “Spider-man”, tre volte vincitore della Indy 500, negli ultimi tre anni è stato impegnato prevalentemente nel WeatherTech SportsCar Championship con l’Acura DPi del team Penske, limitando l’impegno nella serie alle sole gare di Indianapolis, (500 Miglia e Grand Prix).

Ai primi di ottobre la chiamata dell’Arrow McLaren SP per disputare le due gare dell’Harvest GP in sostituzione di Oliver Askew interrompeva nominalmente un sodalizio col team del Captain durato 20 anni e coronato da 24 vittorie e 39 pole position.

Presso l’MSR Castroneves troverà un giovane in veloce ascesa quale Jack Harvey, cui farà da chioccia sulla seconda vettura del team, recentemente acquisita da DragonSpeed, a partire da Barber Park l’11 aprile 2021, proseguendo con Long Beach la settimana successiva, la 105ma edizione della indy 500 il 30 maggio e la gara sullo stradale dell’IMS il 14 agosto. Le ultime due gare del programma saranno il Grand Prix of Portland ed il season finale di Laguna Seca del 12 e 19 settembre 2021.

Belardi

Per un team in fase di sviluppo un altro chiude definitivamente i battenti. E’ di poco fa la notizia che il Belardi Auto Racing ha deciso di cessare la propria attività. La squadra di Brownsburg è stata protagonista nell’ultimo decennio dell’Indy Lights Series, dove ha ottenuto il titolo piloti con Gabby Chaves nel 2014 e quello a squadre nel 2017.

Negli ultimi tre anni il Belardi Racing ha anche appoggiato tecnicamente James Davison nella Indy 500 negli sforzi congiunti con il Team Foyt ed il Dale Coyne Racing, col miglior risultato del 12mo posto ottenuto nel 2019.

Piero Lonardo

Foto: IndyCar, Belardi Racing