Alla fine della travagliata due giorni di Indianapolis è Scott McLaughlin a segnare la miglior media nel segmento di giovedí dedicato a verificare le velocità in qualifica con 232.686 mph.
Solo quattro piloti hanno superato le soglia delle 232 miglia insieme alla DW12-Chevy #3: Takuma Sato, Will Power e Felix Rosenqvist. Il due volte vincitore della 500 Miglia, con la seconda prestazione assoluta, peraltro ottenuta senza traino, ha però chiuso anticipatamente i test andando pesantemente a muro in curva 1.
Destino simile in precedenza anche per una delle star più attese, Kyle Larson, subito a muro con la pressione del turbo aumentata a 1.5 bar. Nessuna conseguenza per i piloti, ma le due vetture non sono più tornate in pista.
Dicevamo sessione di test travagliata, perchè il programma di mercoledí è stato tormentato da un problema di connessione che ha impedito ogni comunicazione per tutta la mattinata. Nel pomeriggio le attività sono riprese regolarmente con i cosiddetti “veterans”, seguiti dal rookie e refresher program per terminare con una sessione collettiva che ha visto primeggiare Scott Dixon su Josef Newgarden e Takuma Sato.
Unico contatto nella prima giornata a cura di Graham Rahal, il quale ha lisciato il muro in curva 3, senza particolari conseguenze, nel finale di giornata.
Tornando ai risultati complessivi, da segnalare l’undicesima prestazione da parte di Louis Foster (P4 fra i no-tow), migliore fra i rookies, e le difficoltà tecniche affrontate da entrambe le monoposto del Dreyer & Reinbold / Cusick Motorsports di Jack Harvey e Ryan Hunter-Reay.
Una volta tornati sulle potenze ridotte, l’ultima sessione è stata appannaggio di Alex Palou con 223.993 mph su Felix Rosenqvist, Kyle Kirkwood e Conor Daly.
In ogni caso, il Month of May inizierà in Alabama, a Barber Park, il prossimo weekend, per la quarta prova dell’IndyCar Series, prima di stabilirsi ad Indianapolis per tre settimane, fra Indy GP e la preparazione della 109ma Indy 500 del 25 maggio.
Piero Lonardo
Foto: NTT IndyCar Series